Sono i primi giorni di vita dei bambini, indimenticabili per la quantità di emozioni e di tenerezza che suscitano, al centro della mostra «Profumo di vita #nel dirittodelbambino», in corso fino al 14 gennaio a Palazzo Barolo, via Corte d’Applello 20/c. Con le immagini della fotografa torinese Elena Givone - piccoli corpi fragili, accolti, sostenuti, protetti dalle mani di genitori con origini in tutto il mondo - l’Associazione Legal@rte invita a un momento di riflessione sul drammatico fenomeno della violenza assistita da minori.

LE CONSEGUENZE

La mostra, a cui hanno concesso il patrocinio la Polizia di Stato, la Regione, il Comitato Diritti Umani del Consiglio Regionale e la Città, con la sua rappresentazione di innocenza assoluta, di collaborazione tra adulti, di abbandono dei piccoli alla protezione dei genitori, per contrasto «vuole ricordare che per i bambini che vedono picchiare la propria madre - e, in casi non così rari, che la vedono uccidere dal marito o dal compagno - le conseguenze sono pesanti. Conseguenze che compromettono il benessere e la corretta interazione sociale», dice Roberta Di Chiara, curatrice della mostra e presidente Legal@rte, associazione che coinvolge dipendenti della Polizia, che hanno scelto di continuare a diffondere i principi di legalità al di fuori del contesto istituzionale attraverso l’arte. La mostra, non a caso, è caratterizzata dalle celebri parole della scrittrice Lya Luft, «L’infanzia è il suolo sul quale andremo a camminare per tutta la vita».

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PROBLEMA SOCIALE

«La violenza assistita - prosegue Roberta Di Chiara - è un problema sociale che deve investire tutti perché quei bambini, diventati genitori, corrono un alto rischio di trasmissione intergenerazionale delle condotte maltrattanti/abusanti. Purtroppo, è un fenomeno di cui parla poco». Un dato drammatico arriva dal primo rapporto mondiale su violenza e salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: il 90% delle aggressioni subite dalle donne si verificano in presenza dei figli: maltrattamenti in famiglia. Per ricordarlo, per avere coscienza di che cosa significhi incontrare un bambino con quel genere di ferita, in contrapposizione all’idea di cura e protezione protagonista degli scatti di Elena Givone, un video interpretato dall’attrice Elena Ruzza e tratto dall’esperienza della psicoterapeuta Katia Ferraguzzi, mette il visitatore di fronte alla realtà spesso invisibile dei minori vittime di violenza assistita.

UN SET SPECIALE

Le fotografie sono state realizzate al Sant’Anna nel reparto universitario di Ostetricia diretto dalla professoressa Chiara Benedetto ed in quello di Neonatologia del professor Enrico Bertino, con il supporto della Fondazione Medicina a Misura di Donna, a cui si deve l’iniziativa Nati con la cultura, progetto che assegna ad ogni nato nell’ospedale torinese un passaporto culturale che consente la libera partecipazione alle attività dedicate da molti musei alle famiglie. L’idea è che l’arte può trasformarsi in una potente risorsa di benessere e potenziamento creativo dai primi anni di vita. «Le immagini esposte nelle sale di Palazzo Barolo - aggiunge la presidente di Legal@rte - sono protagoniste di un calendario destinato a raccogliere fondi per il supporto psicoterapeutico dei minori vittime di violenza, spesso non fornito dal servizio pubblico, in collaborazione con l’Associazione Familiarmente».

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