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29 dicembre 2006

La prima casa pesa sull'Irpef

di Enzo De Fusco

La nuova Irpef varata dalla legge Finanziaria per il 2007 fa perdere la neutralità fiscale alla prima casa: nel passaggio dalle deduzioni attualmente in vigore alle detrazioni che si applicheranno dal 2007, la rendita della prima casa di proprietà inciderà nel calcolare gli sconti d'imposta. Insostanza,chi ha una prima casa di proprietà avrà un reddito più alto sul quale calcolare le detrazioni e, di conseguenza, pagherà più Irpef. Questo effetto deriva dal nuovo meccanismo di calcolo delle detrazioni di imposta, contenuto nel comma 6 della legge finanziaria 2007, pubblicata sulla «Gazzetta Ufficiale» di ieri (legge 296 del 2006).
Le detrazioni
Il nuovo sistema di determinazione delle imposte in vigore dal 1ڠgennaio 2007 prevede, al posto delle deduzioni dall'imponibile, il riconoscimento di detrazioni (sconti di imposta) sia per carichi di famiglia (articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi) sia per il solo fatto di possedere redditi da lavoro o da pensione (articolo 13).
Le detrazioni previste dalla Finanziaria 2007 sono però«virtuali »: l'importo effettivamente spettante è infatti subordinato a un calcolo matematico,la cui variabile principale è costituita dal reddito complessivo del contribuente. Di fatto, più è alto il reddito complessivo e minori saranno le detrazioni (come accade già ora con le deduzioni no tax area e family area).
Immaginiamo lavoratori con un reddito compreso tra 15milae 55mila euro: la norma stabilisce che la detrazione virtuale di 1.338 euro spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l'importo di 55mila euro, diminuito del «reddito complessivo», e l'importo di 40mila euro. La formula è: (55.000 — reddito complessivo) / 40.000. Più è alto il «reddito complessivo», minore sarà l'importo della detrazione (di base 1.338 euro) che spetterà effettivamente.
Il «reddito complessivo»
Nella definizione di «reddito complessivo», però, rientra anche la rendita per abitazione principale, con relative pertinenze, in quanto attratta tra i redditi da fabbricati (articolo 37 del Tuir).
Fino al 1998 le imposte sulla prima casa erano dovute per la parte di rendita oltre i 568,10 euro. Negli anni successivi la fascia di esenzione è aumentata fino ad arrivare nel periodo di imposta 2001 (legge 388/2000) a una deduzione forfetaria pari alla rendita catastale dell'unità immobiliare e delle relative pertinenze (articolo 10, comma 3bis del Tuir).
Pertanto, dal 2001, l'abitazione principale: — da un lato, concorre a formare il reddito complessivo per il contribuente; — dall'altro lato, però, non è assoggettata a Irpef (usufruisce di una particolare deduzione prevista dall'articolo 10).
Tuttavia,le modalità tecniche con cui nel tempo è stata costruita questa esenzione comporta che, ogni volta che una norma di legge fa riferimento alla nozione di «reddito complessivo», rischia di penalizzare i contribuenti se non si prevede espressamente un'esenzione per l'abitazione principale. E questa esenzione non è stata prevista nella Finanziaria per il 2007.
Gli effetti
Nel regime fiscale delle deduzioni, in vigore ancora per pochissimi giorni (fino al 31 dicembre 2006), il rapporto matematico che governava la parte di deduzione realmente spettante prevedeva espressamente una variabile che rendeva neutrale la rendita da abitazione principale.
Dal 1ڠgennaio questa tutela non è più prevista. Se non interverranno correzioni normative o indicazioni differenti in via interpretativa (ad esempio con una circolare, per quanto il rimedio sembri insufficiente) si avranno quindi effetti di questo tipo: — un lavoratore con un reddito di lavoro dipendente di 20mila euro e una rendita da prima casa di 1.000 avrà un reddito complessivo di 21mila, ma pagherà Irpef solo sui 20mila di reddito da lavoro; — quando peròil datore di lavoro, come sostituto di imposta, tasserà il reddito di 20mila euro, riconoscerà le detrazioni facendo riferimento al «reddito complessivo », più alto dell'importo su cui si paga Irpef (si veda l'esempio nella scheda).
Si ha così una sorta di imposta indiretta che il lavoratore è chiamato a pagare sulla prima casa. Per di più il lavoratore dovrebbe preoccuparsi di comunicare la rendita per abitazione principale al datore di lavoro; altrimenti sarà poi costretto,nella dichiarazione dei redditi, a restituire le maggiori detrazioni che inevitabilmente il datore ha calcolato.



 

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