Spettacoli

È morto Gianrico Tedeschi: aveva 100 anni, una vita in scena

Ha iniziato a recitare in un campo di prigionia nazista poi una carriera dedicata al teatro lavorando con Strehler, Ronconi, Visconti. È stato protagonista in tv di sceneggiati, varietà, compreso Carosello

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Gianrico Tedeschi, decano del teatro italiano, è morto la notte scorsa nella sua casa di Crabbia di Pettenasco, sul lago d'Orta. Attore teatrale e televisivo insieme raffinato e popolare, apprezzatissimo intrattenitore negli anni dei grandi varietà e volto noto al grande pubblico anche grazie a Carosello, aveva compiuto 100 anni il 20 aprile scorso, ricevendo per l'occasione un messaggio di auguri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.


Da molti anni viveva a Crabbia sul lago d'Orta, nella casa dove aveva festeggiato anche il suo centesimo compleanno insieme alla moglie Marianella Laszlo, anche lei attrice, e alle due figlie: Sveva, che ha seguito le sue orme, ed Enrica, docente universitaria di sociologia, che ha raccolto la testimonianza del lavoro d'attore del padre in un dialogo-biografia dal titolo Semplice, buttato via, moderno. Il 'teatro per la vita' di Gianrico Tedeschi in cui attraversa il secolo scorso intrecciando ricordi di vita personale e artistica. Così racconta la passione per il teatro: "Mio papà era appassionato di teatro ci portava tutte le domeniche e io, che avevo sei anni, mi annoiavo da morire. Poi una volta mi ha portato al Teatro Dal Verme a vedere Ermete Zacconi in Spettri di Ibsen. La sua recitazione mi ha talmente impressionato che da lì ho cominciato ad andare volentieri a teatro".

Nato a Milano nel 1920, dopo il diploma parte per la guerra come ufficiale e partecipa alla campagna di Grecia. Dopo l'8 settembre finisce in un lager nazista ed è lì che inizia a recitare con i compagni di prigionia, tra cui Giovanni Guareschi e Enzo Paci. Come lui stesso ricorda: "Sono diventato attore perché sono stato in campo di concentramento". Da allora non ha più smesso, dopo la Liberazione riesce a entrare in Accademia a Roma e nel 1947 debutta a teatro, scelto e diretto da Giorgio Strehler. Inizia così una carriera di successo, che lo vede lavorare con registi che vanno da Luchino Visconti a Luca Ronconi, alternando autori e generi compresa la rivista e la commedia musicale tra cui un celeberrimo My fair lady nel 1964 con Garinei e Giovannini. Partecipa agli storici sceneggiati televisivi, diventa amato personaggio di un Carosello di dolciumi, lavora anche in radio con Raffaella Carrà e nel cinema con, tra i tanti, Bragaglia, Steno, Dessin e Rossellini.


In 70 anni di teatro ha recitato con Ruggero Ruggeri e Salvo Randone, passando per Anna Magnani, Marcello Mastroianni, Romolo Valli e tantissimi altri, ma anche Renato Rascel e Domenico Modugno, per arrivare ad avere accanto giovani come Massimo Popolizio, Sergio Rubini o Marina Massironi. Con Strehler è stato Pantalone in Arlecchino servitore di due padroni nel '74 e Peachum nell'Opera da tre soldi, poi La locandiera e Tre sorelle con Visconti, i lavori di Testori con Ruth Shammah, il Bernhard del Riformatore del mondo con la regia di Maccarinelli. Senza dimenticare un eccezionale Cardinale Lambertini di Testoni che ne dimostra la vitalità e curiosità di artista, e pronto a misurarsi anche col varietà e la commedia leggera, capace di cantare e muoversi danzando accanto a Delia Scala in My fair lady nel '64 o a Ornella Vanoni in Amori miei.

 

Attore di grande versatilità, è tra i protagonisti della grande prosa televisiva interpretando I giocatori, Tredici a tavola, La professione della signora Warren, prende parte ai celebri sceneggiati della Rai, da Delitto e castigo (1963), a Il gabbiano (1969) e Demetrio Pianelli (1963). Offre prove brillanti anche nello spettacolo leggero: nel 1961 affianca Bice Valori e Lina Volonghi nel varietà di Antonello Falqui Eva ed io e nel 1977 partecipa a Bambole, non c'è una lira. Protagonista di Carosello, presta più volte il suo volto buffo e arguto per vari sketch pubblicitari, in particolare quelli delle caramelle. Nel 1972 partecipa anche alla trasmissione radiofonica Gran varietà, condotta da Raffaella Carrà, nel ruolo del Conversevole della Domenica, un oratore che si esprime in un linguaggio ricercato per un pubblico che lo comprende solo a tratti.

Nel 2000 rinnova il suo successo teatrale interpretando la malinconica pièce Le ultime lune di Furio Bordon (precedentemente affidato a Marcello Mastroianni, alla sua ultima apparizione teatrale), che porta in scena per dieci stagioni, seguito poi dall'impietoso Oldfiel in La compagnia degli uomini buoni di Bond con Ronconi, che gli vale il premio come miglior attore dell'anno nel 2011, quando aveva 91 anni. Nel 2016 l'ultimo spettacolo, Dipartita finale, accanto a Franco Branciaroli, Ugo Pagliai, Massimo Popolizio. Aveva 96 anni, e a chi gli chiedeva se non gli costasse fatica, rispondeva: ''Al contrario, la scena dà forza''.