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Intelligenza Artificiale

Sull’Intelligenza artificiale serve un’alleanza accademia-industria. Parla il prof. Nardi (La Sapienza)

Daniele Nardi, Professore Ordinario di Intelligenza Artificiale presso l'Università La Sapienza di Roma, sta organizzando il convegno “Ital-IA” in programma il 18-19 marzo presso l'Auditorium della Tecnica di Confindustria."Ci auguriamo comunque che la kermesse fornisca spunti, stimoli e indicazioni consentendo ad accademia e industria di incontrarsi e collaborare insieme su progetti comuni”. Continuano gli approfondimenti di Start Magazine su obiettivi e sfide dell'Intelligenza artificiale

L’Italia è in una posizione molto buona a livello mondiale per la ricerca nel settore dell’Intelligenza artificiale, malgrado i limitati investimenti nel settore. Quello che serve però, è un collegamento sempre più stretto tra mondo accademico e industria. È il pensiero espresso da Daniele Nardi, Professore Ordinario di Intelligenza Artificiale presso l’Università La Sapienza di Roma, in una conversazione con StartMagazine.

L’ATTENZIONE SULL’IA UN FATTO POSITIVO. DA PROGETTO AI4EU ROAD MAPPING SUL FUTURO DELLA RICERCA IN EUROPA

Qualche giorno fa è stato lanciato il progetto europeo AI4EU: 79 partner di 21 paesi, tra cui l’Italia, avranno il compito di sviluppare una piattaforma di intelligenza artificiale grazie a uno stanziamento di 20 milioni di euro in tre anni messi a disposizione dalla Ue per creare un polo di attrazione della AI, segno dell’attenzione che si comincia ad avere verso il settore. “Ho partecipato al meeting di kick off; noi siamo coinvolti in una piccola parte, forse la più critica, che riguarda lo sviluppo delle linee di ricerca del prossimo futuro – ha sottolineato Nardi -. Il progetto nel complesso è molto articolato e prevede una serie di attività ad ampio respiro, non solo nell’ambito della ricerca, ma anche della formazione, dell’impatto sulle aziende, fino alla creazione di una comunità. Una partecipazione eterogenea, insomma, che comprende ricercatori, aziende e persone con finalità diverse tra loro. Più in generale questa attività di ricerca dovrebbe fare da premessa a una forma di road mapping, cioè all’individuazione di una serie di linee guida sul futuro della ricerca in Europa anche se non necessariamente si dovrà fare tesoro di queste linee. Le difficoltà che vedo riguardano proprio il mettere insieme tutte queste attività – ha ammesso il professore -. Se da un lato ciò ha sicuramente degli aspetti positivi perché si realizza un coro a più voci in cui tutti gli attori sono presenti a buon diritto, dall’altro si rendono tutti i processi più complessi e anche la nostra partecipazione, se confrontata a progetti più convenzionali, non è così scontata per la capacità di impatto che si può ottenere rispetto alla mole di questioni da affrontare. C’è da dire però che per chi si è sempre occupato di Intelligenza artificiale, tutta questa attenzione è comunque un fatto estremamente positivo”.

VALUTARE IL CODICE ETICO EUROPEO NON SPETTA AI RICERCATORI MA ALLA SOCIETA’ CIVILE

La Commissione europea, intanto, sta lavorando alla stesura del Codice etico europeo per il settore dell’IA, il cui testo definitivo sarà presentato a marzo. “Non ho approfondito particolarmente questo testo però ho una convinzione – ha evidenziato Nardi -: non spetta tanto ai ricercatori valutare il codice etico o definire l’etica della questione. Spetta invece a chi si occupa di etica nella società civile. Il ricercatore ha un punto di vista molto specifico, più tecnico e forse non dovrebbe essere il primo a essere interpellato in questo ambito”.

ITALIA BEN POSIZIONATA NEL SETTORE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. IL GAP EUROPEO CON CINA E USA E’ SULLA RACCOLTA DATI

Ma come si posiziona l’Italia nel settore dell’intelligenza artificiale? “Come in altri settori scientifici, secondo quanto rilevano la maggioranza degli indicatori, raggiungiamo risultati molto al di là di quelli che sono gli investimenti che vengono fatti nel campo dell’IA, e ciò ci porta a essere in una posizione molto buona a livello europeo e mondiale. I presupposti per puntare sul settore ci sono tutti. Dopodiché se il discorso sia strategico o no è tutta un’altra questione – ha spiegato il professore -: la scelta non spetta a noi. Naturalmente sarei ben contento che l’Italia puntasse su questo settore e come cittadino sono convinto che dovrebbe farlo per creare nuove capacità, per essere competitivi, per attirare persone e per creare lavoro”. Purtroppo esiste un grosso gap con alcune “superpotenze” del settore come Cina e Usa che investono miliardi di dollari nell’ambito dell’Intelligenza artificiale. “Specialmente in questo periodo, con le ultime evoluzioni della ricerca nel settore, il divario fra grandi potenze e singoli Stati è sempre più forte, accentuato dal fatto che ci sono delle aziende che hanno avuto già la capacità di raccogliere dati attraverso i loro strumenti e servizi negli ultimi anni. Si è già creato un divario difficile da colmare”, ha ammesso Nardi. Il pensiero corre ai giganti del settore come Google, Apple, Amazon o Facebook. “Solo per fare un esempio, gli strumenti di comprensione del parlato avvantaggiano chi ha raccolto dati e li sta gestendo ora. Recuperare è difficile anche se la Ue dal suo punto di vista deve cercare di prendere iniziative per tutelare gli utenti rispetto a queste aziende e soprattutto cercare di creare un patrimonio dati europeo. Ci sono ancora moltissimi ambiti da esplorare, tanto per fare un esempio, i dati in campo medico. La raccolta incontrollata non è una bella cosa ma c’è stata e se ne deve prendere atto. Di sicuro possiamo dire che adesso è il momento di affrontare la questione in modo efficace”.

ALTRO SETTORE DAGLI SVILUPPI INCREDIBILI È QUELLO DELLA ROBOTICA

“C’è poi tutto un altro aspetto in cui l’Intelligenza artificiale può incidere moltissimo oltre a quello dei dati che è quello della robotica di cui mi occupo – ha proseguito Nardi -. Il caso più eclatante è la guida autonoma dietro la quale ci sono una serie di principi e tecniche sviluppate proprio nell’ambito dell’Intelligenza artificiale. È l’altra grande tematica del settore che apre una serie di problemi che vanno oltre la privacy che pure è presente e che riguardano l’interazione con il mondo fisico, nella quale sono coinvolti sistemi robotici che operano nei più svariati campi, agricoltura, industria, servizi, oltreché nelle nostre case. Anche in questo caso si pongono problemi etici profondi, sebbene i dilemmi sulle decisioni che si potrebbe trovare a prendere il sistema autonomo che controlla l’automobile, portati alla ribalta dalla stampa, in alcuni casi siano da considerare problemi malposti, visto che alcune scelte sarebbero difficili anche per l’uomo non solo per la macchina. Al riguardo, ci sono una serie di studi psicologici
sull’uomo con risultati tutt’altro che scontati”.

IL 18 E 19 MARZO APPUNTAMENTO A ROMA AL CONVEGNO ITAL-IA PER FARE IL PUNTO SULLO STATO DELL’ARTE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN ITALIA

Per parlare di Intelligenza artificiale e di tutte le questioni legate a questo settore, il professor Nardi sta organizzando un convegno – Ital-IA in programma il 18-19 marzo presso l’Auditorium della Tecnica di Confindustria – promosso dal Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica che raccoglie la maggioranza delle università italiane e che al suo interno ha creato dei laboratori per aggregare i diversi istituti e per legare le attività accademiche alle attività di ricerca industriale. “Questa è la finalità del primo incontro – ha precisato Nardi -. Il laboratorio di Artificial Intelligence and Intelligent Systems nasce per rendere note e accessibili le conoscenze tecnologiche sviluppate in ambito accademico alla nostra industria che ne potrebbe trarre vantaggio per nuove iniziative e nuovi progetti incentrati sull’uso di tecniche di Intelligenza Artificiale. C’è la necessità di scoprire le carte su cosa stiamo facendo noi dal punto di vista accademico e di cosa ha bisogno l’industria per far fare un passo avanti al Sistema Paese. Il formato del Convegno nasce da questa esigenza ed il primo dei due giorni prevede una dozzina di workshop tematici su determinati settori applicativi – medico, trasporti, smart cities, pubblica amministrazione – allo scopo di raccogliere quanti più contributi o aspettative possibili. Poi il 19 si cercherà di delineare un quadro sull’Intelligenza artificiale in Italia in un contesto in cui parleranno le istituzioni nazionali, ministeri, enti di ricerca, industrie e arriveranno una serie di contributi dall’Ue (tra cui AI4EU) per capire cosa bolla in pentola. Vedremo, insomma, se i nostri governanti troveranno ispirazioni per futuri interventi. Ci auguriamo comunque che la kermesse fornisca spunti, stimoli e indicazioni consentendo ad accademia e industria di incontrarsi e collaborare insieme su progetti comuni”.

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