Lula un'ora da Papa Francesco e poi alla Cgil, in Vaticano si prepara il dopo Bolsonaro

Lula in udienza da Papa Francesco, in Vaticano si prepara il dopo Bolsonaro
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 12 Febbraio 2020, 18:12 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 19:23

Città del Vaticano – In Vaticano nessuno ha voluto confermarlo ufficialmente. Le uniche due foto opportunity sono arrivate dall'entourage dell'ex presidente  brasiliano Lula, fino a qualche mese fa dietro le sbarre con l'accusa di corruzione e riciclaggio. Una sentenza della Corte Suprema a novembre lo ha liberato affermando che solo con una sentenza definitiva potrebbe tornare in carcere. Nel frattempo Lula - che si è sempre proclamato innocente - si sta organizzando e si vuole candidare alle prossime elezioni. Prima tappa estera la ha voluta fare a Roma, dove è arrivato per visitare il Papa con il quale ha avuto un colloquio riservato di 1 ora e un quarto. Nessun particolare è trapelato. Bocche cucite e porte chiuse. Solo due fotografie postate su Twitter da Lula per un viaggio carico di polemiche e parecchi interrogativi. Il Papa gli ha regalato un rosario e Lula la fotografia di una indigena amazzonica del fotografo Beja Kayapò,



Sono in molti, infatti, a chiedersi – non solo in Brasile - se questa visita italiana non sia un pretesto per ribaltare politicamente la situazione in Brasile, per affrontare il suo futuro e magari preparare un eventuale dopo Jair Bolsonaro, visto che in Brasile il malcontento avanza. Insomma, una sorta di asse tra il pontefice dalle aperte simpatie peroniste e l'ex presidente terzomondista. Sempre su Twitter Lula ha fatto presente che si è «parlato di un mondo più giusto e fraterno». Poi è risalito in auto ed è andato nella sede della Cgil a trovare «vecchi amici». Anche in questo caso la visita era blindata e nessuno poteva entrare, salvo gli invitati. Prima di fare visita alla Cgil ha avuto un incontro con Massimo D'Alema e ha fatto tappa alla Fondazione Basso. Ai suoi interlocutori Lula ha fatto notare che «ha ragione D'Alema quando dice che Papa Francesco è l'unico leader spirituale che supera la sinistra».

La visita di Lula in Vaticano per certi versi viene accostata e messa a contatto con quella recentissima dell'attuale presidente argentino Fernandez, la cui elezione è stata seguita e accompagnata al di là del Tevere con attenzione. Francesco non ha mai smesso di tifare per Fernandez anche perchè con il precedente presidente liberista Macri non correva buon sangue.

In Vaticano dicono il Papa sia vicino a Lula, legato da una buona amicizia, e forse è anche per questo che a maggio gli ha inviato una lunga lettera per incoraggiarlo a rispettare la vita umana, la libertà e ad esortarlo a credere sempre in Gesù Cristo. Una iniezione di fiducia in un momento brutto. Lula in quel periodo si trovava in prigione dopo una sentenza che lo aveva condannato a 9 anni.



Ad avere fatto da tramite per l'appuntamento vaticano sarebbe stato il presidente argentino Fernandez che il Papa ha ricevuto due settimane fa in Vaticano. Naturalmente Lula per potere viaggiare all'estero ha dovuto informare il giudice federale del suo spostamento e la Corte Federale di Brasilia. Il giudice ha così dovuto sospendere l'interrogatorio in corso del processo che era stato fissato per l'11 febbraio. Naturalmente i magistrati si sono lamentati ma ormai il lasciapassare era stato firmato. «Viaggio fino a Roma per ringraziare Francesco per la sua solidarietà in un momento davvero difficoltoso, ma specialmente per la dedica ai popoli oppressi. Voglio discutere con lui della esperienza brasiliana nella lotta contro la povertà» ha detto l'ex presidente brasiliano. L'ultima volta che Lula è stato in Vaticano era nel marzo del 2009. Allora sul trono di Pietro c'era Benedetto XVI 

 Lula era stato condannato per corruzione in due processi diversi: uno relativo allo scandalo Petrobras, la compagnia petrolifera statale brasiliana al centro di numerose attività illecite; e l’altro legato a una storia di tangenti in cui era coinvolta la compagnia di costruzione Odebrecht, al centro di inchieste in diversi paesi latinoamericani.


 

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