1 novembre 2019 - 09:58

Scarpe rosse, murales cancellato a Verona. E scoppia la bufera politica

Il senatore dem D’Arienzo: «Sottocultura». Il presidente della commissione Velardi: «Era imbrattato, richiesta dei writer»

di Angiola Petronio

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Il murales di Verona prima di essere cancellato (Sartori)
Il murales di Verona prima di essere cancellato (Sartori)

VERONA Era il 27 luglio del 2012 quando Elina Chauvet utilizzò per la prima volta le scarpe rosse in un’installazione artistica pubblica davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, per ricordare le centinaia di donne uccise nella città messicana di Juarez. E da oltre 7 anni quelle scarpe che nel vezzo di un colore acceso raccontano il buio dei femminicidi, sono il simbolo della lotta alla violenza contro le donne. Hanno imparato a conoscerle bene, i veronesi, quelle scarpe rosse. O, meglio, avevano imparato. Erano impresse su stradone Santa Lucia, in un murales. Quello con cui Andrea Tarli di Ascoli Piceno due anni fa vinse la quinta edizione del concorso Writers-Street Art «Coloriamo Verona». Da qualche giorno quelle scarpe rosse sono state cancellate. Giusto a ridosso del 25 novembre, giornata in cui indossarle significa dire basta a ogni forma di violenza, la loro evanescenza da quel muro è sfociata in uno scontro politico. A sollevare la questione è stato il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo. «Non credo desse fastidio - ha tuonato - ma inspiegabilmente il Comune l’ha cancellato. Anziché farne punto di riferimento dell’impegno che la pubblica istituzione deve mettere in campo contro questo grave fenomeno sociale, prima ancora che giudiziario, una certa sottocultura impregnata di pressapochismo, superficialità e insipienza ha portato alla eliminazione di quel murales. Un’assurdità che grida vendetta e spero che quella sottocultura possa redimersi e correggere un errore madornale dal grave significato morale».

Il murales «imbrattato» dai writer (Sartori)
Il murales «imbrattato» dai writer (Sartori)

La spiegazione

Ma in realtà all’«inspiegabile» una spiegazione c’è. È contenuta nel verbale della commissione temporanea politiche giovanili presieduta da Andrea Velardi. Riunione del 9 ottobre, alla quale era presente anche la consigliera Pd Elisa La Paglia che parlava di «murales cancellato con una leggerezza e una superficialità senza pari». A darla è stato Tommaso Righetto, rappresentante dell’associazione Street Scaligera. In quella commissione si è parlato di «Verona Top 2 Bottom», manifestazione che porterà a Verona diversi artisti della street art e dei graffiti. E spiegando le varie zone della città che in quell’occasione i writer vorrebbero riqualificare, Righetto ha parlato «dell’ultima parte di stradone Santa Lucia, dove purtroppo le ultime due opere sono state imbrattate. Noi vorremo rifarle...». Una di quelle due opere è giustappunto «Red shoes» di Andrea Tarli. La seduta di commissione si è conclusa con il parere favorevole degli astanti e senza voci contrarie. Qualche dubbio era venuto alla consigliera leghista Anna Grassi. Ma viste le foto dell’imbrattamento e avuta la rassicurazione che il tema sarebbe stato ripreso, anche lei è stata d’accordo con i writer. A D’Arienzo risponde lo stesso presidente di commissione Andrea Velardi. «Facciamo decoro non degrado. - ha detto il consigliere leghista -. Questa maggioranza si batte fortemente su tutte le tematiche di sensibilizzazione, è un particolare contro ogni forma di violenza sulle donne. Non possiamo accettare nessuna forma di strumentalizzazione. In commissione era presente anche la consigliera La Paglia, che oggi grida allo scandalo, ma che non ricordo spendersi in complimenti con l’amministrazione per aver fatto iniziative di recupero urbano tramite opere di Street Art in siti come l’ex zoo, la stazione di Porta Vescovo, Porto San Pancrazio, tantomeno per averla regolamentata riconoscendola come vera e propria forma di arte. Chi manca di rispetto al femminicidio sono proprio le strumentalizzazioni del Pd».

Il murales cancellato (Sartori)
Il murales cancellato (Sartori)

La difesa

E il lavoro della commissione viene difeso anche da chi - politicamente - è attualmente sull’asse politicamente opposto . «È stata una decisione accettata da tutti - spiega il consigliere M5S Alessandro Gennari che fa parte della commissione -. Tanto più che il tema verrà riproposto in un murales della manifestazione. Io stesso ho parlato con il presidente della circoscrizione di Santa Lucia perché indichi il muro in cui vorrebbe venisse fatto». E al di là delle beghe politiche l’unica cosa che importa è giusto questa: che si faccia memoria contro la violenza sulle donne anche sui muri della città.

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