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Salvador, blitz presidenziale dell'esercito in Parlamento. "Un autogolpe", denuncia l'opposizione

(afp)
Scontro istituzionale fra Nayib Bukele e la Camera sui tempi di approvazione del finanziamento di un piano governativo per la sicurezza. Blitz dell'esercito in Aula
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Si infiamma di colpo la situazione nel Salvador. Senza maggioranza, senza alcun deputato in Parlamento ma artefice di una vittoria schiacciante nel febbraio del 2019, il giovane presidente Nayir Bukele, classico politico popolare millennial di 38 anni, ha perso le staffe e si è presentato in Parlamento seguito dai soldati e dai poliziotti fortemente armati che lo hanno nei fatti occupato. L’opposizione, guidata dal FNLN, erede della guerriglia e al governo negli ultimi 8 anni, è rimasta attonita. La maggioranza dei deputati aveva già lasciato l’emiciclo per protesta ma i pochi che erano all’interno si sono alzati in piedi e qualcuno ha anche sollevato le mani in segno di resa.
 
Non ci sono stati arresti né spari. Ma il gesto, eclatante, ha fatto gridare “all’autogolpe”. Bukele ha calmato gli animi ma ha ribadito la sua richiesta: entro una settimana il Parlamento deve approvare il disegno di legge che rafforza con 109 milioni di dollari la sicurezza nel Paese. La mossa giunge al termine di una settimana di discussioni culminate domenica con una manifestazione di 50mila persone (5mila secondo i media locali) che hanno riempito le strade di San Salvador urlando all’”insurrezione”. Secondo Bukele erano i cittadini esasperati dalla violenza che ha terrorizzato il Paese. Il Salvador è tra i più sanguinosi al mondo, con le maras, le bande criminali nate a Los Angeles e formate da giovani figli di immigrati tornati poi a casa, che dettano legge. La piccola e grande criminalità domina interi territori.
 
“L’anno scorso ci sono stati 50 omicidi ogni 100 mila abitanti”, ha spiegato Bukele in un’intervista telefonica con El Pais, “negli anni del governo precedente erano 130. Abbiamo ottenuto un primo risultato. Ma non basta. Il Salvador è stato l’unico Paese a non essere stato sconvolto dalle proteste di massa che hanno colpito ovunque in America Latina. Perché non ci sono tensioni sociali ma paura e insicurezza. I salvadoregni chiedono solo di poter vivere in pace e senza violenza”.
 
L’opposizione ha chiesto l’intervento dell’Organizzazione degli Stati Americani a garanzia “del rispetto delle istituzioni e della Costituzione”. Temono altri colpi da parte del presidente che si sente “investito da un potere divino”. Bukele è deciso ad andare fino in fondo: entro domenica si deve approvare il finanziamento. Dalla sua ha esercito e polizia. Lo ha dimostrato. “Se volevo fare un golpe”, replica alle accuse, “a quest’ora ci sarebbe il coprifuoco”.