emergenza coronavirus

Dall’automotive alla componentistica: i settori che potrebbero ripartire la prossima settimana

Tra le misure allo studio della task force guidata da Vittorio Colao ci sono sia la “app” per le autocertificazioni e il tracciamento dei contagiati, protocolli per la ripartenza, con orari di lavoro flessibili e smart working. E poi regole diverse per aree geografiche e fasce di età

di Andrea Gagliardi

Estate al mare, ripartenza moda e auto: la strategia per la fase 2

4' di lettura

L’Italia non ha ancora chiaro quando sarà allentato il lockdown. La task force guidata da Vittorio Colao già venerdì potrebbe consegnare la prima relazione, sulla base della quale Conte e il governo saranno chiamati a fare le loro scelte. Tra le misure allo studio ci sono sia la “app” per le autocertificazioni e il tracciamento dei contagiati, sia protocolli per la ripartenza, con orari di lavoro flessibili e smart working. E poi regole
diverse per aree geografiche e fasce di età. E la possibilità di far ripartire alcuni settori prima del 4 maggio. Tra le 'candidate' a riaprire i cancelli già la prossima settimana ci sarebbero le filiere dell'automotive, la componentistica e la moda.

Sul tavolo della task force sono arrivate in particolare le mappe del rischio dell'Inail e del Comitato tecnico scientifico. Un lavoro che sarà cruciale per decidere cosa riaprire. «L'imperativo per noi è la valutazione del rischio per le singole categorie di lavoratori, un lavoro che sta facendo l'Inail» ha ribadito ieri il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia .

Loading...

In arrivo un nuovo Dpcm
Quando il fondo internazionale ha annunciato che l’Italia sprofonderà nel 2020 verso un drammatico -9,1% del Pil, il timore di una recessione storica ha dato fiato a chi tra gli esperti di Palazzo Chigi sostiene che è il momento di accelerare. Tra il weekend e lunedì è perciò previsto un Cdm in cui potrebbe essere approvato un nuovo Dpcm per riavviare alcune linee produttive. Ma nulla è certo perchè molto dipenderà dall’andamento dei contagi . E Conte ha sempre assicurato che l’ultima parola, prima della decisione politica, spetterà al comitato tecnico scientifico.

Verso orari differenziati uffici-industrie
Una dell'ipotesi a cui starebbe lavorando il governo in vista delle riaperture del 4 maggio è quella di orari differenziati d'ingresso e
d'uscita per uffici pubblici, industrie e aziende. L’ipotesi sarebbe strettamente collegata ad un altro dei nodi centrali sui quali starebbe lavorando anche la task force guidata da Vittorio Colao: la riorganizzazione dei trasporti pubblici. Prevedere ingressi e uscite 'scaglionate' consentirebbe infatti di alleggerire la pressione sui trasporti,
che saranno comunque soggetti a regole.

Lombardia chiede ripresa attività produttive dal 4 maggio
Intanto la Regione Lombardia annuncia che chiederà al Governo di «dare il via libera dal 4 maggio - si legge in una nota - alle attività produttive nel rispetto delle 'Quattro D': Distanza (un metro di sicurezza tra le persone), Dispositivi (ovvero obbligo di mascherina per tutti), Digitalizzazione (obbligo di smart working per le attività che lo possono prevedere) e Diagnosi (dal 21 aprile inizieranno i test sierologici grazie agli studi in collaborazione con il San Matteo di Pavia)»

Leggi anche/ Le due mosse per evitare il collasso dell'economia italiana

A fine aprile le nuove misure economiche
Quanto alle misure economiche, è atteso per fine aprile un decreto da circa 60 miliardi (che in parte si vorrebbero coprire con fondi Ue) per il rinnovo della cassa integrazione, il bonus da 800 euro per gli autonomi, un indennizzo tra 400 euro e 600 euro per colf e badanti regolari che hanno avuto il rapporto di lavoro sospeso a causa dell'emergenza coronavirus, una forma di “reddito di emergenza” e anche lo slittamento - su cui è in corso una riflessione - di plastic e sugar tax. Si ragiona anche di misure per i cantieri. Quanto al turismo si studia un sostegno alla liquidità di un settore pesantemente colpito, ma anche un voucher per le vacanze e regole uniformi in tutto il Paese per andare in spiaggia.

Leggi anche / Così il coronavirus fa esplodere le disuguaglianze sociali in Italia

Conto alla rovescia per i test d'immunità nazionale
Intanto è conto alla rovescia per l’avvio della campagna nazionale sui test sierologici. Ancora 2 o 3 settimane per la partenza in tutta Italia, con l’obiettivo di arrivare a definire proprio attraverso i test di immunità la percentuale di cittadini che ha sviluppato anticorpi al SarsCov2. E cresce il pressing delle Regioni sul ministero della salute, perchè fornisca linee guida chiare, mentre alcuni governatori, in ordine sparso, stanno di fatto già avviando gli esami sulla popolazione. La campagna, come già illustrato dal presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, sarà effettuata a campione sulla popolazione italiana per avere un quadro
epidemiologico più chiaro della propagazione del virus. Il campione comprenderà circa 150mila cittadini, divisi per sei fasce di età, genere e profili professionali. Si potrà così 'avere il polso' della pervasività del virus a livello territoriale ma anche in relazione ai diversi settori, definendo
un profilo di rischio dei lavoratori in vista della fase 2 di riapertura del Paese a maggio. A stretto giro arriverà quindi la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico dei test sierologici che verranno prescelti e che dovranno garantire elevata “sensibilità, specificità e applicabilità” a livello nazionale.

Per approfondire

Colao e fase 2, i cinque punti che contano
Virus e cassa integrazione: i criteri di accesso spiegati dal ministero del Lavoro

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti