Cos'è il green pass globale

Nella pratica si tratta di un libretto sanitario digitale utilizzabile in tutto il mondo, realizzato dalla collaborazione tra Oms e Unione europea. Il governo Meloni vi ha aderito con un decreto legge, ma ora sembra voler fare marcia indietro
La bandiera dell'Organizzazione mondiale della sanità
La bandiera dell'Organizzazione mondiale della sanità(Foto: Fabrice Coffrini/Getty Images)

Il cosiddetto green pass globale è un documento digitale per la condivisione dei dati sanitari, nato dalla collaborazione tra Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e Unione europea, a cui gli stati possono aderire volontariamente. Il governo Meloni ha aderito all’iniziativa approvando un decreto legge lo scorso 26 febbraio, stanziando anche corpose risorse per rafforzare l’infrastruttura digitale. Tuttavia, con una brusca e inaspettata marcia indietro, che arriva a ridosso della sconfitta elettorale in Sardegna e alle regionali in Abruzzo, il ministro della Sanità, Orazio Schillaci, ha fatto sapere che l’Italia non aderirà al green pass globale, contraddicendo quanto approvato una settimana prima.

“A seguito dell’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legge del 26 febbraio, ritengo utile precisare che il governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto greeen pass globale dell’Oms. In sede di conversione del decreto legge, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ridurre la norma”, ha detto Schillaci il 5 marzo, come riporta Quotidiano Sanità. Non sappiamo se il governo Meloni farà effettivamente marcia indietro su queste disposizioni o se le dichiarazioni di Schillaci vanno interpretate in modo diverso.

Il ministro fa infatti riferimento all’articolo 43 del decreto legge, intitolato “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, che prevede, oltre al rafforzamento della sanità digitale e del Fascicolo sanitario elettronico, anche l’evoluzione della piattaforma di verifica del green pass usato durante la pandemia da Covid-19, secondo le linee guida dell’Oms. Addirittura, il decreto stanzia quasi 4 milioni di euro nel 2024 per il collegamento della piattaforma “alla rete globale di certificazione sanitaria digitale dell’Oms” e per assicurarne “la conduzione e manutenzione ordinaria”.

Cos’è il green pass globale

Il primo luglio 2023, dopo l’esperienza di successo della gestione europea della pandemia da Covid-19, l’Oms ha adottato il sistema europeo di certificazione digitale usato per la verifica delle vaccinazioni, con l’obiettivo di usarlo come modello per creare una sorta di libretto sanitario verificabile e accettabile in tutto il mondo. Nella sostanza è un’estensione e digitalizzazione della cosiddetta carta gialla, il Certificato internazionale di vaccinazione o profilassi, una specie di passaporto sanitario per verificare l’avvenuta vaccinazione contro alcune malattie pericolose, richiesto per l’ingresso in alcuni paesi.

Basandosi sul modello europeo, il green pass globale rispetterà i più alti standard mondiali in tema di privacy e di protezione dei dati personali, e l’Oms ha specificato che non avrà accesso ad alcuna informazione sanitaria personale. Il certificato consentirà però a chiunque di poter accedere a prestazioni sanitarie in ogni parte del mondo, anche grazie alle nuove tecniche di telemedicina, e di poter comunicare agilmente il proprio stato di salute ai professionisti, in caso di bisogno.

Inoltre, lo scambio e la circolazione delle informazioni, in un’infrastruttura gestita dalla più importante organizzazione sanitaria mondiale partecipata da 194 paesi, consentirà la creazione di una banca dati globale al servizio della ricerca scientifica. Grazie alla diffusione di questi dati e l’integrazione di altri sistemi e registri potranno essere sviluppate nuove cure molto più velocemente, alle quali affiancare nuove politiche sanitarie basate su un quadro generale a cui gli scienziati non avrebbero potuto avere accesso altrimenti.