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Cattolica Library
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Quando la cultura diventa green: la progettazione di festival eco-sostenibili
Anna Caccia  |  31 maggio 2023

È recente la presentazione in Università Cattolica delle linee guida per la creazione di festival “eco-friendly”: lo scorso 3 aprile nel campus di Milano si sono incontrati l’Associazione Culturale TrovaFestival, fondata da Giulia Alonzo e Oliviero Ponte di Pino, quest’ultimo Presidente anche dell’Associazione Culturale Ateatro, Franco Broccardi, partner di BBS-Lombard (società benefit che cura lo sviluppo economico e finanziario delle imprese culturali offrendo loro soluzioni con un’attenzione particolare ad una crescita consapevole) e i docenti dell’Università Cattolica Luca Monti e Laura Peja. [1]

Lo scopo di questo incontro è stato la condivisione delle buone pratiche per creare eventi e festival, che siano – fin dalla loro ideazione – improntati ad un uso più coscienzioso di tutte le risorse impiegate per un’attenzione reale ai valori della sostenibilità, affinché queste manifestazioni divengano esempi per divulgare nuove competenze e comportamenti in linea con i più elevati standard di progettazione e di fruizione più rispettosa del territorio. L’aspetto interessante di questa “checklist” sono le varie fasi da seguire, che comprendono: la progettazione, la produzione, la gestione degli artisti e del pubblico, la comunicazione e il post-evento. Sono passi – quasi obbligatori – per pianificare un festival culturale che sia realmente sostenibile, con il conseguente e necessario tracciamento dei dati e dei risultati concreti raggiunti.

È altresì determinante la consapevolezza di essere su un percorso perfettibile e in continuo mutamento e di grande appeal sia per gli organizzatori, sia per il pubblico, il quale è chiamato non solo a fruire dell’evento ma anche a valutarlo. In realtà, più soggetti intervengono nella sua valutazione: gli stessi finanziatori, i fornitori, i progettisti, gli artisti; tutti sempre più attenti ai reali valori e alle azioni, che accompagnano la nascita di un evento culturale, sia esso musicale, cinematografico, teatrale o letterario. La virtuosità nelle pratiche può divenire così educativa ispirando comportamenti adeguati nella quotidianità, data l’urgenza – più volte sottolineata dal mondo scientifico – di porre rimedio ai danni causati all’ambiente, che impattano non solo sui territori ma anche sullo standard di vita di molte fasce sociali. 

Il Master Eventi e Comunicazione per la Cultura (MEC), nato all’interno dell’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica, è sensibile a queste tematiche e il suo scopo è quello di creare attori competenti in questo settore; la Biblioteca d'Ateneo, che opera a supporto dell’attività didattica, contribuisce fornendo risorse documentali affidabili e strumenti di ricerca per approfondire queste materie. Nel Catalogo d’Ateneo sono infatti presenti pubblicazioni aggiornate ai trend più recenti: di particolare interesse è il volume Luoghi, eventi e turismo: una prospettiva sociologica di Luca Bottini, che si interroga sul ruolo degli eventi come mezzo di promozione turistica nel difficile equilibrio tra attrattività, place branding e politiche di rispetto del territorio locale; più nello specifico si orienta lo studio di Manuela Presutti Analisi imprenditoriale ed economica dei festival del cinema, che coglie la dimensione turistica delle manifestazioni cinematografiche analizzando un caso specifico: il Festival del Cinema ritrovato di Bologna. Un punto di vista ancora più imprenditoriale lo offre I festival del cinema: quando la cultura rende a cura di Mario Abis e Gianni Canova, dove si analizzano le ripercussioni economiche e l’attivazione di processi, che incrementano la domanda di beni e servizi nei luoghi interessati dagli eventi culturali accanto allo sviluppo del mercato e della produzione audiovisiva. Pertinente è invece l’analisi sullo stato della cultura e della musica – da un punto di vista formale, organizzativo e produttivo – la crisi pandemica nel recentissimo Remaking culture and music spaces: affects, infrastructures, futures; la stessa tematica è affrontata anche nel volume L'ecosistema degli eventi nel terzo millennio: approcci, metodi e prospettive di gestione e comunicazione di Barbara Mazza, in cui si analizzano i modelli operativi utilizzabili per le sfide del futuro attraverso il contributo di esperti italiani ed internazionali, tra cui Donald Getz, padre fondatore degli Event Studies, dopo la crisi all’industria degli eventi causata dal Covid-19. [2]

Per approfondire ulteriormente l’argomento, Cattolica Library ha rivolto al professor Luca Monti alcune domande, alle quali ha dato il suo contributo anche Giulia Alonzo, fondatrice di TrovaFestival.

Professore, quali sono gli aspetti secondo lei più impattanti e decisivi per la creazione di un festival eco-sostenibile, e che non possono essere trascurati?

Per rendere un evento sostenibile non basta adottare una serie di misure per limitare il danno ambientale: è necessario utilizzare un approccio globale, che investa tutte le sue fasi, dalla progettazione alla valutazione finale. È necessario informare tutti i soggetti coinvolti: chi progetta e chi realizza il festival, chi lo finanzia, gli stessi fornitori, il pubblico e il territorio che lo ospita. Non è solo un problema di carbon imprint o di corretta gestione dei rifiuti. Si tratta prima di tutto di condividere i veri valori.

Pensando ad un evento nell’ambito teatrale o cinematografico recente o meno recente, che esempio ci può portare come modello?

Ogni festival culturale è a sé stante. Ognuno è infatti pensato e organizzato in base alla propria rete e al territorio nel quale si colloca. Di conseguenza non può esistere un modello unico, trasversale che, calato dall'alto possa soddisfare le esigenze di tutti. Alcuni festival, in base alle loro esperienze e alle loro peculiarità, hanno portato avanti negli anni progetti di sensibilizzazione differenti, come la Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli che non usa corrente elettrica, o il Festivaletteratura di Mantova che forma alcuni volontari per aiutare il pubblico nell'attuare una corretta raccolta differenziata. Non servono grandi azioni, ma piccoli passi concreti, che se attuati correttamente possono fare la differenza.

Quali comportamenti si possono incentivare per migliorare le “best practices” e le competenze necessarie per realizzare festival sempre più attenti all’ambiente e all’inclusività?

Certamente vanno promosse iniziative dal basso lanciate da associazioni di diversi settori culturali: il festival è per eccellenza un luogo di sperimentazione e spesso mancano indicazioni politiche o linee guida – come, ad esempio, la defiscalizzazione per comportamenti virtuosi o un registro nazionale dei festival più green – per un settore che ha certamente problemi condivisi, ma anche molte differenze, a partire dalla dimensione e dalla tipologia degli eventi.
Uno stesso direttore artistico o un’organizzazione che gestisce un festival deve agevolare il dialogo tra le diverse realtà di un territorio. Deve essere in grado di trovare partnership pubbliche e sponsorizzazioni private. L’approccio green e la sostenibilità ambientale sono un ottimo tema anche per incentivare eventi collaterali e costruire un’offerta composita, sviluppando accanto al festival principale talk dedicati. Il caso di Edimburgo con il suo appuntamento internazionale estivo è un esempio: tutta la città si colora di spettacolo, ma quel modo nuovo di guardare agli spazi pubblici, ai giardini e alle piazze non può non tenere conto dei temi climatici. Ancora una volta si chiede all’operatore culturale – in nome della promozione della bellezza – di partire da uno sguardo locale al proprio territorio per poi aprirsi come in un graduale movimento di macchina cinematografica ad una panoramica, che inevitabilmente intercetterà i temi che emergono nel vivere contemporaneo. Sempre con curiosità e desiderio di creare connessioni e un valore.

 

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Note

[1] Sull’incontro del 3 aprile si veda Cultura e green, presentate in Cattolica le linee guida per festival sostenibili, CattolicaNews, 7 aprile 2023.

[2] Per queste problematiche si segnalano anche gli studi I festival del cinema in Italia: forme e pratiche dalle origini al Covid-19 di Maria Francesca Piredda, ed Ecocinema theory and practice edited by Stephen Rust a cura di Stephen Rust, Salma Monani and Sean Cubitt.

In alto: foto di Brandon Bolender, da Pixabay

 
 
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