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Aggiornato il: 10 minuti di lettura

Colmare il gender gap con nomi e cognomi: Jessica Wade sta riscrivendo Wikipedia

Jessica Wade è una fisica dell'Imperial College di Londra specializzata in spettroscopia Raman che nel tempo libero provvede alla riparazione storica: ha realizzato oltre mille biografie di Wikipedia per di scienziate cancellate dal pregiudizio di genere
di Eugenia Nicolosi

Jessica Wade: grazie a lei 75mila nuove biografie di donne

Jessica “Jess” Wade ha scritto la sua prima pagina di Wikipedia alcuni anni fa: era la biografia di Kim Cobb, una scienziata climatica americana che - nonostante i numerosi premi e riconoscimenti scientifici - non rientrava negli elenchi della popolare enciclopedia libera. Wade, classe 1988, ha notato però che Cobb era soltanto una delle centinaia di donne che hanno contribuito o stanno contribuendo al progresso scientifico ma che non hanno una pagina di atterraggio su Wikipedia, di fatto il primo posto in cui si va a guardare se si cerca qualcuno.
Così nel 2017 ha iniziato a colmare il gap di genere (ma Wade denuncia anche un gap rispetto alle persone nere) creando oltre 1700 pagine, una dopo l'altra, che restituiscono al presente i nomi, l'impegno e i risultati scientifici di altrettante donne scienziate.

Man mano che le sue voci su Wikipedia salivano a dozzine, e poi a centinaia, ha parlato e scritto di più sull'uguaglianza di genere nella scienza. Solo il 19% delle biografie di Wikipedia (in lingua inglese) è dedicato a donne: infatti esiste anche il progetto interno a Wikipedia, Women in Red (donne in rosso) che nasce nel 2015 proprio per colmare il divario di genere dell'enciclopedia libera.
Il progetto si concentra sulla creazione di contenuti relativi alle biografie delle donne, ai lavori, risultati e traguardi raggiunti dalle donne e alle questioni delle donne. Il nome prende spunto dal fatto che nell'enciclopedia i collegamenti ipertestuali che non riportano a pagine esistenti, il cui contenuto deve ancora essere creato, sono in rosso (mentre quelli con un contenuto online attivo sono in blu).
Ma chi è Jessica Wade e perché sta dedicando il suo tempo a questo progetto che, ricordiamo, è gratuito? "Far sapere alle persone chi sei significa avere più opportunità", ha detto in una intervista, aggiungendo che vuole "assicurarsi che le storie delle persone siano lì e di pubblico dominio". Wade è una fisica premio BEM (British Empire Medal for Meritorious Service, premio britannico per servizi civili o militari degni di riconoscimento da parte della Corona), è nata nell'ottobre del 1988, impegnata al Blackett Laboratory dell'Imperial College di Londra e specializzata in spettroscopia Raman (studia le molecole).

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I nomi al femminile dell'economia italiana

Il suo impegno pubblico nel campo della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (le cosiddette materie STEM) sta nel sostenere le donne nel campo della Fisica e appunto, dal 2017, nel colmare i gap di genere e razziali nati da pregiudizi sistemici che si traducono nella cancellazione storica di nomi e volti (perfino l'ex presidente di Wikimedia DC, James Hare, ha affermato che "molta storia nera è stata lasciata da parte" da Wikipedia, a causa del fatto che i contenuti vengono scritti prevalentemente da editor bianchi).
Anusha Alikhan, vicepresidente delle comunicazioni presso la Wikimedia Foundation senza scopo di lucro - che ospita Wikipedia - ha rivelato alla stampa che in effetti il numero di biografie di donne è in crescita. "Grazie agli sforzi della dottoressa Jess Wade e di altri collaboratori volontari, si stanno compiendo progressi reali: negli ultimi tre anni la percentuale di biografie su Wikipedia in inglese che riguardano donne è aumentata dal 15 al 19%. Potrebbe sembrare un piccolo cambiamento, eppure rappresenta più di 75mila nuove biografie sulle donne”. Ciò è dovuto in parte al fatto che Wade le ha scritte e in parte al fatto che ha insegnato ad altre persone a scriverle o modificarle.

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L'enciclopedia libera online più diffusa di sempre, va ricordato, viene compilata dagli utenti su base volontaria: chiunque abbia una connessione a internet può scegliere di creare una pagina da dedicare a una persona del passato o del presente (oltre che a libri, film, teorie filosofiche, sport, eventi storici) e poi tocca allo staff di moderazione stabilire se quella pagina merita di esistere oppure no. E anche lo staff lavora su base volontaria: le modifiche alle pagine o la creazione ex novo vengono approvate o rifiutate da amministratori volontari che utilizzano una serie di criteri di “notabilità”. L'enciclopedicità (o rilevanza enciclopedica) di una voce o di una sezione è il suo essere adatta, per rilievo dell'argomento – dimostrato per mezzo delle necessarie fonti attendibili – a stare su Wikipedia. Wikipedia, infatti, è un'enciclopedia, e come tale non costituisce una raccolta indiscriminata di informazioni. Per questa ragione, il progetto si è dotato via via di criteri di rilevanza, alcuni di ordine generale, altri più specifici di "enciclopedicità".
"Wikipedia è uno strumento potente per dare credito a persone che, per molto tempo, sono state cancellate dalla storia", ha detto la fisica, “non solo non abbiamo abbastanza donne nella Scienza, ma non stiamo facendo abbastanza per celebrare quelle che abbiamo. Parliamo moltissimo di sottorappresentazione ma poi non agiamo". E aggiunge che non le è ancora capitato di non sapere a quale biografia dar vita: “non c'è carenza di potenziali soggetti, non mi sono mai seduta alla scrivania senza avere qualcuna di cui scrivere".

I materiali necessari alla costruzione di pagine biografiche sono da ricercare tra archivi cartacei, articoli scientifici, siti istituzionali, cronache di eventi e perfino social media.
Fino a oggi soltanto 15 delle centinaia e centinaia di biografie scritte da Wade sono state cancellate dai moderatori di Wikipedia, tra queste la pagina su Clarice Phelps, una chimica nucleare riconosciuta come la prima donna nera coinvolta nella scoperta di un elemento chimico. La voce è stata fatta rimbalzare dentro e fuori dal sito ma alla fine Wade ha vinto e la pagina è stata reintegrata. Definitivamente.

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"È davvero difficile ottenere un profilo pubblico senza aver vinto almeno un premio", ha commentato in quell'occasione, “e si resta bloccati in una spirale in cui occorre essere doppiamente eccezionale se si è una donna o una persona nera".
Jimmy Wales, co-fondatore di Wikipedia, ha preso atto dell'attivismo di Wade ma anche di un'altra volenterosa editor, Emily Temple-Wood che ha una sua pagina (come Wade) sulla quale c'è scritto che è nota per i suoi sforzi per contrastare gli effetti e le cause del pregiudizio di genere su Wikipedia, in particolare attraverso la creazione di articoli sulle donne nella scienza.
Wade ha trovato anche altri modi per sostenere una maggiore accessibilità delle donne al mondo STEM, inclusa la pubblicazione di un libro per bambine (e bambini) intitolato "Nano: The Spectacular Science of the Very (Very) Small"

Wade ha anche delle idee rispetto a come garantire un cambio di passo sistemico, almeno per la prossima generazione, in modo che le donne delle Scienze di domani ricevano il supporto di cui hanno bisogno e i riconoscimenti che meritano. "La gente presume che le ragazze non scelgano la scienza perché non sono ispirate ma lo sono, sono anche molto interessate. Si tratta più di rendere gli studenti e le studentesse consapevoli delle diverse opportunità di carriera nel campo della scienza e coinvolgere in queste nuova narrazione i genitori e non solo insegnanti".

Il pregiudizio di genere su Wikiepdia

Il pregiudizio di genere su Wikipedia, noto anche come divario di genere di Wikipedia (Wikipedia's Gender Gap), si riferisce al fatto che i contributors di Wikipedia sono per lo più uomini, che sono relativamente poche le biografie che riguardano donne e che gli argomenti di specifico interesse femminile sono meno trattati.
Da un sondaggio del 2018 che copre 12 versioni linguistiche di Wikipedia e alcuni altri progetti della Wikimedia Foundation, emerge che il 90% di 3.734 contributors ha dichiarato di essere maschio, l'8,8% femmina e l'1% altro.

Gli articoli di Wikipedia sulle donne hanno meno probabilità di essere presenti, approfonditi, neutri e dettagliati.
Uno studio del 2021 ha rilevato che, nell'aprile 2017, il 41% delle biografie seleazionate per la cancellazione erano di donne nonostante solo il 17% delle biografie totali pubblicate fossero di donne.
La visibilità e la reperibilità delle donne tra le voci di Wikipedia è quindi limitata, con un rapporto del 2015 che rileva che le pagine dedicate a professioniste generalmente tendono ad essere collegate a quelle di uomini e che nelle pagine è stato rilevato un linguaggio considerato sessista, eccessivo e che altrimenta la discriminazione di genere. Il pregiudizio di genere figura non per nulla tra le critiche che più frequentemente vengono mosse a Wikipedia, a volte come parte di una critica più generale sul pregiudizio sistemico che sarebbe presente in Wikipedia .

L'ex direttrice esecutiva della Wikimedia Foundation, Sue Gardner, ha citato alcuni motivi per cui le donne non modificano Wikipedia, scelti dai commenti delle redattrici donne di Wikipedia.

Mancanza di facilità d'uso nell'interfaccia di modifica
Non avere abbastanza tempo libero .
Una mancanza di fiducia.
Avversione al conflitto e riluttanza a partecipare a lunghe "guerre di modifica".
L'alta probabilità che i contributi relativi a donne o scritti da donne vengano cancellati.
L'atmosfera generale misogina .
La cultura di Wikipedia è sessista in modi che trovano "scoraggianti".
Le professioni sono indicizzate al maschile quando la lingua non è neutra (come l'Italiano)
Meno opportunità di relazioni sociali e un tono meno accogliente rispetto ad altri siti.

L'unica donna nella stanza

"Sono stata l’unica donna in un’aula, l’unica donna a una riunione, l’unica donna in un laboratorio", racconta Ilaria Gianani, ricercatrice al Dipartimento di Scienze dell'Università Roma Tre.
"I numeri sono quelli che sono ed è molto comune che ciò avvenga. Sono invece meno frequenti, ma purtroppo non nulle, le volte in cui questo è stato per me un peso: per esempio quando ad una conferenza le domande venivano rivolte sempre solo al collega uomo, o quando è stato detto: le donne in questo gruppo sono sempre state peggiori degli uomini, vedremo con te come andrà.

Quando si parla di gender gap nelle materie stem si parla delle, ancora troppe, ragazze che "vengono scoraggiate dall’intraprendere studi in area STEM. Il che crea già un forte squilibrio in partenza tra gli studenti e le studentesse che si avvicinano a queste materie", continua Gianani, "tra quelle che decidono di perseguire una carriera STEM poi, solo una piccolissima percentuale arriva a ricoprire posizioni apicali. Questo ultimo effetto è comune a molti ambiti anche fuori dall’area STEM, il primo invece è una peculiarità tutta nostra, dovuta ad una serie di stereotipi ben radicati nella nostra società". D'altro canto non manca "la cancellazione, un processo che parte dall’ambiente accademico ma si ripercuote in maniera catastrofica nella società. Quello che succede è che anche quando le scienziate raggiungono dei risultati rilevanti, molto spesso non viene attribuito loro il giusto riconoscimento - dove per giusto intendo quello che verrebbe dato ai loro colleghi uomini in situazioni analoghe". Gli esempi sono tantissimi: "basti pensare che ad oggi su 221 premi conferiti, il Nobel in Fisica è stato vinto solamente da quattro donne - almeno altrettante sono invece note perché lo stesso premio è stato loro negato in favore di un collega uomo. Mi piace ricordare in particolare una scienziata che ho avuto la fortuna di conoscere durante il mio dottorato ad Oxford, Dame Jocelyn Bell Burnell che durante la sua tesi di dottorato ha scoperto l’esistenza delle pulsar. Il merito però è andato esclusivamente al suo supervisor, che ha poi vinto il Nobel per la scoperta nel 1974. Nel 2013 mentre ero ad Oxford ho contribuito alla creazione della Oxford Women in Physics society, e ad uno dei nostri eventi abbiamo avuto l’occasione di invitare Dame Jocelyn Bell Burnell: è stato estremamente entusiasmante vedere come tutt’ora dopo molti anni continui a combattere per la parità di genere in area STEM".

Il fatto che non venga dato alle scienziate il giusto riconoscimento accademico "genera inevitabilmente un effetto a cascata sulla società. Se per superare la damnatio memoriae è necessario essere Marie Curie, chi non è del mestiere penserà che le donne scienziate siano ancora meno di quel che è la realtà, e soprattutto passerà il pericoloso messaggio che per essere una scienziata donna è appunto necessario essere Marie Curie, cioè vincere il Nobel in due materie diverse (fisica e chimica), scoprire due nuovi elementi, e dare il via ad intere nuove aree di ricerca. È come dire che se i risultati di un ricercatore non fossero paragonabili a quelli di Einstein, farebbe meglio a cambiare lavoro". Gianani osserva.che "spesso parlando con i colleghi, mi accorgo che prevale l’opinione che i problemi di ordine pratico che possiamo riassumere per brevità con mancanza di welfare, siano l’unico scoglio che ci separa dal colmare il gap. È vero nella nostra carriera ci sono parecchi problemi di questo tipo ma per quale ragione scegliere di spendere degli anni all’estero, vivere nel precariato per parecchi anni, non avere supporto nella gestione dei figli dovrebbe essere un problema più per le donne che per gli uomini? Il problema è quindi culturale, e c’è bisogno che a questo venga dato il giusto valore. Risolto quello, probabilmente, sarebbe più facile far seguire anche il resto".

"Andando alla base, c’è quello che dicevamo prima: se Einstein fosse l’unico uomo scienziato noto tra tantissime scienziate donne, quanti ragazzi si sentirebbero all’altezza delle materie STEM?
Allo stesso modo, non bastano i geni di Marie Curie, Rita Levi Montalcini, o Rosalind Franklin, bisogna normalizzare la figura delle donne nella scienza sia contemporanea che passata dando alle tante scienziate esistite e presenti la giusta visibilità. Bisogna creare dei modelli di ruolo realistici in modo che le ragazze possano pensare: se ce l’hanno fatta tutte loro, posso farcela anche io

CI sono dei progetti attivi nelle accademie per colmare il gap?
Negli ultimi anni sono nate moltissime iniziative ed eventi per sensibilizzare le future generazioni sul tema in molte università ed enti di ricerca. "A Roma Tre ci stiamo muovendo in maniera un po’ diversa, cercando di adattare il modello che ho avuto modo di sperimentare con la Women in Physics society ad Oxford, alla realtà del nostro Ateneo. Abbiamo quindi creato un gruppo di lavoro dal nome Women in STEM Roma Tre (WIS3) che include quattro Dipartimenti in area STEM (Dipartimento di Scienze, Matematica e Fisica, Ingegneria, Ingegneria Industriale, Elettronica e Meccanica) con lo scopo di sviluppare una rete di scienziate interna all’Ateneo per poi organizzare attività di mentoring ed esportare dei modelli di ruolo realistici".
Infatti, "molte studentesse già dal dottorato si ritrovano ad essere le uniche donne nel loro anno, o nel loro gruppo di ricerca. L’esperienza di Oxford mi ha insegnato che sapere che c’è una rete di persone nella stessa loro situazione con le quali possono interagire durante gli eventi organizzati, o semplicemente andando a bussare alla porta o al dipartimento accanto, spesso può fare la differenza".

Ci sono dei progetti attivi da parte delle amministrazioni (statale, regionale, europea) per colmare il gap?
La parità di genere in area STEM è un problema che si estende ben oltre i confini italiani ed europei ed è quindi riconosciuto dalle amministrazioni a tutti i livelli, spesso con progetti dedicati o particolare attenzione nei processi di sottomissione di progetti di ricerca.
"Per esempio per i progetti di ricerca dell’European Research Council è chiesto di segnalare se l’istituzione che ospiterà il progetto è provvista di GEP (Gender Equality Plan). Questo ha fatto sì che molti Atenei ed enti di ricerca italiani si siano allineati velocemente con i requisiti previsti per il GEP, di fatto trovandosi ad affrontare il problema concretamente".

Wikipedia registra il gap culturale

La più grande enciclopedia online del mondo rispecchia il pregiudizio della società.
Quella che le femmine sono più brave in italiano e storia mentre i maschi sono più bravi in matematica o nelle materie tecniche è una vecchia storia: sono stereotipi del tutto infondati che però hanno determinato la prosperttiva attraverso cui guardiamo il mondo e il passato. Il fatto che i primi computer fossero letteralmente delle donne (non messi in funzione da donne, erano le donne che facevano i calcoli) è un aspetto del nostro passato a cui raramente diamo giustizia. Inoltre, questo tipo di visione distorta e stereotipata compromette l'avanzamento economico del nostro Paese.

Secondo l'Istituto del Consiglio dell'Unione europea che si occupa di Uguaglianza di genere (Eige), una maggiore presenza di donne nell’istruzione delle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) avrà un impatto positivo sulla crescita economica dell’Unione Europea e l’occupazione complessiva aumenterebbe da 850mila a 1 milione e 200mila posti di lavoro entro il 2050. In media infatti, le ragazze “brave” a scuola si iscrivono di più all'Università e raggiungono il traguardo della Laurea più dei maschi: in Italia, nel 2018, si sono laureate 231mila donne contro 169mila uomini.
Ovviamente rimane ampia la differenza del corso di Laurea da seguire: su 100 donne laureate, solo 16 si laureano nelle discipline tecnico-scientifiche STEM (pari a circa 38mila donne), mentre sono 35 uomini ogni 100 (circa 59mila uomini).
Non per nulla l’Agenda per le Competenze per l’Europa propoe di “aumentare il numero di laureati in discipline STEM e promuovere le competenze imprenditoriali e trasversali”: le competenze STEM sono infatti fondamentali per guidare la duplice transizione ecologica e digitale e le azioni intraprese devono accrescere l’attrattiva degli studi e delle carriere nel settore, con azioni mirate per attirare ragazze e donne.
Sarebbe un errore credere che le dinamiche sociali non influenzino le scelte delle ragazze, delle bambine e delle donne: se esiste (ed esiste) un gender gap in matematica sappiamo che la nostra società è sbilanciata e non equa, ma sappiamo anche che ci sono degli elementi di ordine sociale che favoriscono questo squilibrio in favore dei maschi.

I Rapporti INVALSI del 2018 e 2019 ci raccontano che già nella forma dei test ci sono delle differenze di reazione: le domande a scelta multipla favoriscono i ragazzi, quelle a risposta aperta le ragazze, che mostrano un livello di ansia maggiore quando si tratta di fare calcoli ed esercizi con i numeri.
A produrre un divario di genere è allora il contesto sociale. “Alcuni pregiudizi del passato sono stati trasformati in regole e alcune credenze in indirizzi”, commenta l'informatica, esperta di tecnologie e imprenditrice Darya Majdi.
Si tratta di indirizzi e credenze “alimentati dalla società, continuamente: ancora oggi, anche se molto meno, siamo bombardate da pubblicità che indicano alle bambine di giocare con le bambole e i computer ai bambini”.