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Cattolica Library
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Napoleone e la religione
Emanuele Pigni  |  12 maggio 2021

La notizia che Napoleone era morto cristianamente a Sant’Elena ispirò al Manzoni, come è ben noto, l’ode Il cinque maggio. Sulla religiosità di Napoleone correvano all’epoca, e corrono tuttora, opinioni molto diverse: che egli fosse agnostico e considerasse la religione solo come un "instrumentum regni", fosse la religione islamica in Egitto o quella cattolica in Francia e in Italia, oppure che almeno negli anni d’esilio egli avesse riscoperto la fede cattolica della sua infanzia. Chiarissima, tuttavia, è la dichiarazione che Napoleone volle collocare all’inizio del suo testamento, redatto a Sant’Elena il 15 aprile 1821: «Io muoio nella religione apostolica e romana, nel seno della quale io sono nato più di cinquanta anni or sono».[1]

Il generale conte de Montholon, che continuò a servire Napoleone a Sant’Elena fino alla fine, ritenne sincera la fede cattolica che l’Imperatore rivendicò solennemente come propria nel testamento. Soprattutto sulla testimonianza di Montholon sono fondate le tre monografie che il cavaliere Robert Antoine de Beauterne pubblicò a sostegno della tesi di un Napoleone effettivamente cattolico: Conversations religieuses de Napoléon, avec des documents inédits de la plus haute importance, où il révèle lui-même sa pensée intime sur le christianisme [...] (Paris, chez l’auteur, 1840); Sentiment de Napoléon sur la divinité, pensées recueillies à Sainte-Hélène par M. le comte de Montholon (Paris, chez l’auteur, 1841); Sentiment de Napoléon sur le christianisme, conversations religieuses recueillies à Sainte-Hélène par M. le général comte de Montholon (Paris, Waille-Dentu, 1843). Queste opere sono state tradotte più volte in italiano fin dall’epoca della loro pubblicazione.

 

Napoleone detta le sue memorie ai generali Montholon e Gourgaud alla presenza di Henri Gatien Bertrand e di Emmanuel de Las Cases - Di Sconosciuto (French art) - www.chapitre.comwww.photo.rmn.fr, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17623473
Napoleone detta le sue memorie ai generali Montholon e Gourgaud
alla presenza di Henri Gatien Bertrand e di Emmanuel de Las Cases


Tra le testimonianze del pensiero di Napoleone sulla reale divinità di Gesù Cristo, si ricorda ad esempio questa riflessione raccolta dal Montholon:

Potete voi immaginarvi che un morto faccia conquiste col mezzo d’un’armata fedele, e costantemente devota alla sua memoria? Potete voi immaginarvi che un fantasma abbia de’ soldati senza stipendio, senza speranza di migliorare la loro sorte su questa terra, e ch’egli possa ispirare loro la perseveranza e la tolleranza d’ogni sorta di privazioni? Ahimè! Era ancora calda la spoglia di Turenna, e la sua armata avvilita abbandonava il campo dinnanzi a Montecuccoli! Ed io sono dimenticato, ancora vivo, dalle mie armate come il fu Annibale dall’armata cartaginese. Ecco qual è il potere di noi grand’uomini! Una sola battaglia perduta ci atterra, e la sventura fa sparire i nostri amici. Da quanti Giuda non mi vid’io attorniato? [...] S’io, che gli aveva condotti tante volte alla vittoria, non potei in vita riscaldare que’ cuori egoisti; come dunque, fatto io stesso cadavere, potrei tener vivo o far rivivere il loro zelo? [2]

Ma anche a livello popolare la leggenda napoleonica assumeva spesso coloriture religiose: Napoleone era visto come l’uomo scelto da Dio per salvare la Francia dai suoi nemici e per ricondurla alla fede cattolica, dopo lo scisma e l’apostasia che si erano verificati negli anni della rivoluzione. Si pensi al racconto del reduce napoleonico Goguelat nel romanzo di Balzac Le médecin de campagne: «Sua madre [...] pensò di consacrare il figlio a Dio per sottrarlo ai pericoli dell’infanzia e della vita, dato che, quando lui nacque, essa aveva sognato che il mondo era tutto in fiamme. Era una profezia! Dunque, lei chiese al Signore di voler proteggerlo e gli promise in cambio che Napoleone avrebbe ridato splendore alla santa religione che era scesa piuttosto in basso. Questi furono i patti, tali e quali»[3]. Può sembrare una mera fantasia agiografica, da "vangelo apocrifo" del bonapartismo (i cui vangeli canonici sono, ovviamente, il Mémorial de Sainte-Hélène del conte de Las Cases ed i Mémoires integralmente dettati da Napoleone allo stesso Las Cases e agli altri suoi compagni d’esilio); ma i Souvenirs de Madame Mère testimoniano che Napoleone fu consacrato da sua madre alla Vergine Maria, essendo nato nel giorno dell’Assunzione del 1769[4]. E quei contemporanei che conoscevano la storia della Corsica sapevano che l’isola in cui Napoleone era nato aveva la stessa Vergine Maria come regina, proclamata tale nel 1735 dalla consulta indipendentista di Corte; nessuno poi ignorava che l’Imperatore aveva restaurato Notre-Dame di Parigi, profanata dai rivoluzionari, e che in essa si era fatto consacrare da Pio VII prima di incoronarsi di propria mano.

La consacrazione imperiale, ovviamente, sta fra la religione e la politica. E così anche altri mezzi di legittimazione del potere di Napoleone: il culto di san Napoleone, oscuro martire dei secoli III-IV, la cui festa fu spostata al 15 agosto e celebrata per decreto imperiale 19 febbraio 1806 anche come anniversario del ristabilimento della religione cattolica in Francia; il Catechismo che per decreto imperiale 4 aprile 1806 doveva essere l’unico per tutte le chiese dell’Impero; e l’adozione della corona ferrea come simbolo del Regno italico, nonostante le autorevoli obiezioni alla tradizione affermante che tale corona contenesse uno dei chiodi della passione di Cristo. Ora si hanno le prove scientifiche che la cerchiatura interna della corona ferrea, che la tradizione voleva ricavata da uno dei sacri chiodi, è in realtà d’argento puro; inoltre, dalle ricerche storiche risulta probabile che tra i secoli XIII e XIV la corona sia stata mutilata di due o tre piastre e delle reliquie che conteneva. Ma Napoleone, vedendo se stesso come il nuovo Costantino, volle legittimare il proprio potere anche con la corona che originariamente era stata di Costantino.

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Per approfondire in Biblioteca

Pensieri di Napoleone intorno alla divinità raccolti a Sant'Elena dal conte di Montholon e pubblicati dal cavaliere di Beauterne, P. Magnaghi, 1843.

E. de Las Cases, Le mémorial de Sainte-Hélène, texte établi et commenté par G. Walter, Gallimard, 1956-1957.

Napoleone, Conversazioni sul cristianesimo: ragionare nella fede, ESD, 2013.

R. Benzoni, San Napoleone: un santo per l'Impero, Morcelliana, 2019.

M. Courtemanche, Napoléon et le sacré: une vie spirituelle, une politique religieuse, Éditions du Cerf, 2019.

V. Criscuolo, Ei fu: la morte di Napoleone, il Mulino, 2021.

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Note

[1] Il testamento di Napoleone è pubblicato integralmente in appendice al Mémorial de Sainte-Hélène del conte de Las Cases.

[2] Pensieri di Napoleone intorno alla divinità raccolti a Sant'Elena dal conte di Montholon e pubblicati dal cavaliere di Beauterne, Torino, P. Magnaghi, 1843, pagg. 70-71.

[3] H. de Balzac, Il medico di campagna, Milano, Rizzoli, 1958, pag. 154.

[4] Cfr. M. Vergé-Franceschi, Napoléon, une enfance corse, [Paris], Larousse, 2009, pag. 29.

 
 
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