A proposito del Festival dell’errore che si svolge in questi giorni a Parigi, è vero non solo per la scuola ma anche nell’allenamento che s’insegna ripetere la nozione che nello sport diventa il movimento esatto. Se si esaspera questo approccio si formano giovani sportivi ubbidienti, che sanno eseguire ciò che gli viene chiesto ma che avranno difficoltà a gareggiare perché non sanno affrontare gli errori, gli imprevisti un momento di difficoltà. Sono quei giocatori che continuamente guardano la panchina alla ricerca di un risposta che dovrebbe, invece, venire da loro o quegli atleti che ripetono spesso lo stesso errore perché non hanno imparato a rischiare di fare almeno un errore diverso. Non si nasce così ma si diventa, schiacciati da allenatori che anziché sviluppare la consapevolezza e l’autonomia, durante l’allenamento, obbligano i ragazzi a fare solo quello che loro gli dicono e se non lo fanno si sentiranno dire: “Chi ti ha mai detto di fare in questo modo!”
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