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Cattolica Library
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Tina Anselmi: la ragazza della Repubblica
Elena Zorzella   |  29 giugno 2023

«Volevamo costruire un mondo migliore non solo per noi […]. E se è sempre azzardato decidere per gli altri, temerario arrogarsi il diritto della verità, c’erano le grida di dolore degli innocenti a supportare la nostra scelta, c’era l’oltraggio quotidiano alla dignità umana, c’era la nostra assunzione di responsabilità: eravamo pronti a morire battendoci contro il nemico, a morire detestando la morte, a morire per la pace e per la libertà».[1] 
Lo scorso 25 aprile, Festa della Liberazione italiana dal nazifascismo, è stato trasmesso in prima serata sulle reti Rai Tina Anselmi: una vita per la democrazia, l’emozionante film documentario che racconta la vicenda biografica di Tina Anselmi: dalla partecipazione alla Resistenza all’età di 16 anni, e poi alle lotte sindacali, fino all’attività politica, che la portò ad essere la prima donna a ricoprire la carica di Ministro della Repubblica (fu Ministra del lavoro e della previdenza sociale Ministra della sanità) e ad essere infine Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2 di Licio Gelli.

Diretta da Luciano Manuzzi e prodotta per la televisione, la pellicola prende le mosse da Storia di una passione politica. Tina Anselmi, volume frutto delle confidenze di Tina raccolte su nastro dall’amica giornalista Anna Vinci, divenuto la base di molti studi. La biografia ripercorre 50 anni di storia della Repubblica italiana attraverso lo sguardo della protagonista: «fu impossibile non schierarsi», racconta Tina ripensando alla decisione di aderire alla lotta partigiana mentre ricorda il settembre 1943, quando appena diciassettenne, fu obbligata ad assistere insieme alle sue compagne dell’Istituto magistrale del Collegio delle suore dorotee e alla popolazione di Bassano del Grappa all’impiccagione di 41 ragazzi, lasciati pendere dalla forca con la scritta ‘brigante’ sul petto. Nel recente Tina Anselmi: la donna della democrazia, si legge ancora: «Questo episodio, l’ultimo di tanti, ci obbligò a dare una risposta concreta a un interrogativo che ci ponevamo da molti mesi: cosa possiamo fare? […] Dovevamo agire per non sentirci corresponsabili dei massacri»[2]. Da quel momento la futura laureata della Cattolica[3] non abbandonerà mai l'impegno politico e sarà protagonista delle lotte in difesa della democrazia, dell’uguaglianza e della libertà. Da numerose testimonianze emerge il ritratto di una politica illuminata: coraggiosa, forte e determinata, una donna che chiama ciascuno alla propria parte di responsabilità, consapevole che «nessuna vittoria è irreversibile».

A quanti sono interessati a conoscere meglio la figura di Tina Anselmi, la Biblioteca dell’Università Cattolica rende disponibili nel Catalogo d’Ateneo numerose risorse. Tra queste, Onorevole Ministra. Il ruolo della donna nel Servizio Sanitario Nazionale è la recente ricostruzione dello sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso una raccolta di interviste alle Ministre che hanno guidato il Dicastero. Evidenziando le visioni e le difficoltà delle donne succedutesi in questo ruolo politico tradizionalmente maschile, il testo offre un ritratto completo e vivo dell’Anselmi grazie a suoi scritti e a estratti di libri a lei dedicati: le motivazioni e il significato dell’impegno politico femminile, le vittorie e le sconfitte, il ruolo della famiglia, ma soprattutto, l’eredità lasciata e l’idea di futuro: «Io invito soprattutto i giovani a esserci […]. La cosa più giusta che possiamo fare è testimoniare, e ricordare loro che la democrazia è un regime difficile da vivere, ma è l'unico in grado di garantire la libertà e la dignità di ciascuno di noi. […] Nessuna persona è inutile, c’è bisogno di ciascuno. Questo è il messaggio della democrazia. Raccogliamolo se vogliamo essere noi a costruire il nostro futuro. Abbiate fiducia, coltivate la speranza e ribadite l’impegno nel servizio verso gli altri».[4]




Tra le ricerche storiche, La giovane Tina Anselmi. Dalla Resistenza all’impegno sindacale e politico  è il racconto documentario di Mauro Pitteri, edito per la terza volta, che raccoglie e passa alle nuove generazioni il testimone della ‘staffetta Gabriella’: «Chiedevo quante ore lavorassero alla settimana, beh avevano paura di rispondere perché temevano di essere licenziate. Guardavo le loro mani e pensavo a quanto erano gravi le ingiustizie che stavano davanti a noi: lavorando otto, nove ore al giorno i bossoli nelle bacinelle di acqua bollente, avevano le mani lessate. […]»[5]. La ricca appendice documentaria aggiunge particolari biografici inediti e la bibliografia segnala ulteriori strumenti per una ricostruzione storica agile e completa.

Tra le testimonianze del valore politico, l’introduzione a La donna italiana dalla resistenza a oggi, pubblicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri uscita in occasione della proclamazione dell’anno 1975 come Anno Internazionale della Donna, permette all’Anselmi di proporre l’esperienza della Resistenza partigiana femminile come un secondo Risorgimento, in cui l’eroismo e il coraggio di quelle donne coincidono con l’emergere della loro responsabilità politica: «L’ONU ha stabilito un tema per l’anno della Donna: ‘Parità, Sviluppo, Pace’. […] La nuova Costituzione fondata sui valori espressi dalla Resistenza, non ha potuto che sancire questa presenza […] che poggia sulla pari dignità e sul riconoscimento degli stessi diritti e degli stessi doveri. […]  È giusto ripercorrere questo passato, anche se già ci si interroga sul ruolo che la donna avrà nella società del domani. […]».[6]

Il volume Le notti della democrazia è un omaggio in memoria di Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, due donne distanti nel tempo e nello spazio ma accomunate dalla lotta in difesa della giustizia sociale e della libertà. Confrontando la loro esperienza, il testo mette in risalto quanto ogni avvenimento, all’interno di un mondo globalizzato, sia interconnesso, e grazie a immagini e testimonianze, arricchisce ulteriormente l’immagine di Tina Anselmi: «Io invito soprattutto i giovani a esserci e i giovani hanno coraggio. […] La cosa più giusta che noi adulti possiamo fare è dare fiducia alla saggezza dei ragazzi e delle ragazze e non togliere loro, con la nostra presenza ingombrante, lo spazio per vivere e per maturare. La cosa più giusta che possiamo fare è testimoniare, è ricordare loro che la democrazia è un regime difficile da vivere, ma è l’unico in grado di garantire la libertà e la dignità di ciascuno di noi».[7]


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Note

[1] T. Anselmi con A. Vinci, Storia di una passione politica. Tina Anselmi, Chiarelettere, 2023, p. 15.

[2] M. Filippa, Tina Anselmi: la donna della democrazia, Maria Pacini Fazzi, 2019, p. 21.

[3] La tesi di laurea di Tina Anselmi, discussa nel 1950, è tuttora conservata in Università Cattolica.

[4] W. Ricciardi, Onorevole Ministra. Il ruolo delle donne nel Servizio Sanitario Nazionale, Vita e Pensiero, 2022, pp. 40-41.

[5] M. Pitteri, La giovane Tina Anselmi. Dalla Resistenza all’impegno sindacale e politico (1944-1959), Cento quadri d’insieme, CISL Veneto, 2022, p. 3.

[6] La donna italiana dalla Resistenza a oggi, presentazione di R. Giancola; introduzione di Tina Anselmi, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Servizio delle informazioni e della proprietà letteraria, stampa, 1975, pp.7-8.

[7] G. Amari, A. Vinci (a cura di), Le notti della democrazia: Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, due donne per la libertà, Ediesse, 2012, p. 193.


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* Foto da Wikipedia

 
 
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