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Cattolica Library
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8 marzo, un giorno per migliorare il mondo
Elena Zorzella  |  26 marzo 2024

La serie di iniziative e manifestazioni culturali che tradizionalmente accompagnano la Festa della Donna è stata arricchita quest’anno da un’importante petizione al Parlamento Europeo del quotidiano Avvenire, elaborata grazie al contributo scientifico dell’Università Cattolica e presentata lo scorso 8 marzo 2024. Il documento chiede alle istituzioni eurounitarie di adoperarsi per un maggiore coinvolgimento delle donne ai tavoli delle trattative di pace, ed è parte di una più ampia campagna di sensibilizzazione lanciata da Avvenire per il secondo anno consecutivo, con l’obiettivo di dare voce e sostegno concreto alle donne impegnate nei processi di pacificazione in tutto il mondo[1].
La Giornata internazionale della Donna è un anniversario che oggi, tempo particolarmente sensibile alle questioni di parità, rappresenta un’occasione preziosa per rileggere il passato e immaginare il futuro ponendo attenzione ai diritti femminili, alla parità di genere e al contributo imprescindibile delle donne alla società.

Tra le tante risorse che su questo il Sistema bibliotecario e documentale d’Ateneo mette a disposizione, le occasioni utili ad approfondire il tema delle condizioni economiche e sociali delle donne, della loro emancipazione, delle lotte femministe, e più in generale dei diritti riconosciuti loro nell’ordinamento giuridico, sono molteplici.
Privilegiando un’ampia prospettiva storica, Storia delle donne nell’Italia contemporanea a cura di Silvia Salvatici propone un’analisi delle vicende delle donne italiane negli ultimi due secoli: articolato in diversi saggi, approfondisce l’argomento a partire da questioni differenti, come cittadinanza e appartenenza nazionale, lavoro e welfare, migrazioni, violenza e sessualità, forme di fede e movimenti femministi. Grazie a questa impostazione, il volume mostra bene quanto i differenti ambiti siano tra loro interconnessi e dipendenti. Il caso italiano è così ricostruito all’interno di un orizzonte internazionale che supera i particolarismi nazionali e regala una narrazione della storia italiana contemporanea in cui emerge quella delle donne e di genere.  All’interno del volume, in particolare nel saggio Le forme di fede: cristianesimo, femminismo, militanza, vengono rievocate personalità femminili come Caterina da Siena, Armida Barelli, Tina Anselmi, Lidia Menapace, Ida D’Este e molte altre, il cui operato lungo il cammino per la parità della donna secondo la prospettiva cristiana è stato determinante. Arricchito da una consistente bibliografia con titoli utili ad approfondire gli argomenti trattati dallo studio, il libro evidenzia quanto le “donne cattoliche” abbiano spesso ricoperto un ruolo importante per l’emancipazione della donna, benché spesso poco riconosciuto, grazie alla loro presenza costante nella società attraverso innumerevoli organizzazioni solidali e di beneficenza, che riuscirono a raggiungere e coinvolgere anche le donne meno acculturate e più marginali nel Paese, accompagnandole attraverso le trasformazioni sociali, economiche e politiche.

Per comprendere l’originalità del contributo che molte donne cattoliche riuscirono a dare al processo di emancipazione femminile in Italia, è importante rileggere testimonianze dell’epoca sull’opera di Armida Barelli, figura straordinaria che seppe confrontarsi con la società italiana contemporanea, trasformandola con l’ardore della fede personale e con le proprie notevoli capacità organizzative. Il volume Cara Sorella Maggiore... La Nascita Della Gioventù Femminile. Lettere ad Armida Barelli dalle diocesi italiane testimonia la sua partecipazione al processo di integrazione dei cattolici nella vicenda nazionale, e il suo contributo alla nascita di un originale protagonismo femminile: la costituzione della Gioventù Femminile Cattolica, affidatale da Papa Benedetto XV nel 1918, fu l’occasione per inaugurare quel fitto e costante dialogo con le donne delle diocesi di tutta Italia che le porterà a superare i condizionamenti ambientali e culturali, arrivando nel tempo a ricoprire un ruolo importante non più solo nell’ambiente familiare, ma finalmente anche all’interno della società.
Le lettere, raccolte e pubblicate per la prima volta in questo libro, mostrano la vita, la ricerca spirituale e il desiderio di autonomia di quelle donne, e fotografano la sconfinata fiducia in quella “Sorella Maggiore” considerata da ciascuna un punto di riferimento per una possibile emancipazione e crescita umana e spirituale.

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Sia pur certa che Iddio ama la nostra unione. […] E per i profughi, chi sa quante opere misericordiose avranno compiuto. Non ho potuto leggere una parola dai giornali, perché le occupazioni per gli stessi (arrivati qui in più di 200), da due mesi a questa parte sono state così assorbenti e incessanti da farmi quasi perdere quella pazienza che insegna la carità cristiana[2].

Carissima Signorina[,] Non le posso esprimere quanto mi sia stato doloroso dirle una volta ancora “no”. Ah! Signorina, se dipendesse da me sola, non avrei esitato un istante, e con gioia immensa, mi sarei messa tutta, Tutta a Sua disposizione. Non è la prima volta che, giunta al punto di orientare la mia vita come l’ho desiderato fin dalla mia fanciullezza ho dovuto cambiar strada e[d] prendere una via in perfetta antitesi con le mie idee, le mie aspirazioni. […] Le assicuro che ho fatto tutto il possibile per ottenere il permesso da papà ma egli non acconsente, non si potrebbe adattare a vedermi lasciare la casa, ogni tanto, dato che qui non ho nessuna persona di fiducia che mi possa sostituire presso di lui ed i bambini. Finché si tratta di lavorare qu[ì], non è contrario (ed io so sfruttare bene in tutti i modi questa sua buona disposizione) ma non vuole che accetti un incarico che, ogni tanto, mi allontanerebbe dalla casa. Vorrei, carissima [s]ignorina, ch’Ella mi leggesse in cuore e vedesse quanto io soffra[3].
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Altra possibile occasione di approfondire le matrici culturali e gli esiti dei primi movimenti per l’emancipazione femminile di ispirazione cristiana è il volume Protagoniste nascoste: donne cattoliche, società, politica nella prima metà del Novecento, che mette in luce la storia ancora sconosciuta o sottovaluta di donne cristiane del primo Novecento, dell'Unione delle donne cattoliche, della Gioventù femminile di Azione cattolica, e il loro contributo alla conquista di una partecipazione diretta alla vita politica, promuovendo così, attraverso una più ampia formazione culturale e attività di solidarietà, la coesione e la crescita della comunità nazionale.
Un altro volume, Donne inquiete: cattoliche nel primo Novecento, ripercorre l’opera di donne come Luisa Anzoletti, Adelaide Coari, Pierina Corbetta, Antonietta Giacomelli ed Elena da Persico: attraverso l’indagine delle diverse matrici culturali e il confronto con le trasformazioni sociali in atto, il volume evidenzia le aspirazioni di rinnovamento religioso e sociale di molte donne cattoliche, che in diversi modi diedero una voce femminile alle profonde inquietudini del loro tempo.




Come è noto, al di fuori del mondo occidentale, alcuni diritti fondamentali non sono ancora accessibili a tutte le donne, come ad esempio il diritto allo studio, le cui limitazioni costituiscono importanti ostacoli all’esercizio della libertà personale e alla possibilità di incidere nella società di appartenenza. Le opere menzionate sono solo alcuni esempi degli approfondimenti che il Sistema bibliotecario e documentale d’Ateneo rende possibili, ma sono anche l’occasione per ricordare che nessuna donna dovrebbe mai dare per scontato i diritti di cui gode, né dovrebbe accontentarsi di quelli ottenuti: è fondamentale non dimenticare l’importanza che quella parità di genere non ancora del tutto raggiunta sia invece affermata e consolidata, ovunque e per ciascuna.


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Note
 

  1. Cfr. Donne per la pace, la petizione di Avvenire, CattolicaNews, 8 marzo 2024.
  2. Ivi, pp. 129-130.
  3. Ivi, p. 222.


* In alto: foto di Sergio Cerrato, da Pixabay.

 
 
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