Condividi: Share to Friend Share on Facebook Share on X Share on X
Cattolica Library
Cattolica Library
 
The Chosen: una nuova serie dedicata a Gesù in onda su Tv2000
Redazione  |  26 marzo 2024

Dallo scorso 4 marzo Tv2000 ha iniziato a trasmettere, per la prima volta su una televisione italiana in chiaro, la serie americana The Chosen, innovativo dramma storico basato sulla vita di Gesù, descritta attraverso gli occhi di molti personaggi evangelici che lo conobbero e con ampie contestualizzazioni nella vita sociale dell’Israele del primo secolo.
Il progetto, pur essendo partito dal basso negli Stati Uniti (e finanziato solo tramite donazioni), sta sorprendentemente facendo parlare molto di sé[1], presentando un Gesù umanamente amichevole e affettuoso, eppure così irresistibilmente divino da far ben comprendere come fosse facile, per coloro che lo incontrarono, abbandonare tutto per seguirlo. 

 



L’ampio gradimento di questa serie è testimoniato dai numeri finora raggiunti: oltre 200 milioni di spettatori e oltre di 770 milioni di visualizzazioni di singoli episodi, con più di 12 milioni di follower sui social media.
Gli episodi della prima stagione – in Italia in onda su Tv2000 ogni lunedì alle 20.55 e visibili anche sulla piattaforma Play2000 – suscitano inevitabilmente diverse curiosità (ad esempio, sul grado di attendibilità degli ampliamenti narrativi, sulla compresenza della visione protestante e di quella cattolica, sulle interessanti nuove prospettive per il cinema faith oriented) e anche qualche confronto con le più famose trasposizioni filmiche della vita di Gesù, come il Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli, La passione di Cristo di Mel Gibson e Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, tutte opere rese disponibili dal Sistema bibliotecario e documentale d’Ateneo.
Cattolica Library ha voluto parlare di tutto questo con Armando Fumagalli, Direttore del Master universitario in International Screenwriting and Production e attualmente docente del corso di Storia e industria del cinema internazionale in Università Cattolica.

Professore, la serie The Chosen è nata con l’obiettivo di raccontare il “vero Gesù”, evitando rielaborazioni troppo fantasiose; al tempo stesso, vuole descrivere con cura quali potevano essere i desideri, le incertezze e le domande di Pietro, Maria Maddalena, Matteo, Nicodemo e altri ancora. A suo parere, è stato raggiunto un buon equilibrio tra la costruzione delle backstory di questi personaggi e la necessaria fedeltà al testo evangelico? Quanto ne è favorita l’immedesimazione dello spettatore, e quanto ne guadagna la qualità complessiva dell’opera?

Queste forme di “ampliamento narrativo” degli episodi evangelici non sono nuove nella storia della nostra cultura. Mi piace ricordare per es. uno scrittore come il polacco Jan Dobraczynski (1910-1994), che pubblicò diversi romanzi ispirati a personaggi biblici, a santi e più in specifico a personaggi del Vangelo: la sua opera più nota è probabilmente L’ombra del Padre, un bel romanzo su san Giuseppe che ha avuto una grandissima diffusione. The Chosen si inserisce in questa tradizione narrativa, che ha avuto da noi dei precedenti nelle fiction religiose della TV italiana degli anni scorsi. Ricordo per es. un Maria di Nazareth (2012) della Lux vide a cui anch’io ho lavorato come consulente. La novità di The Chosen è l’allargamento e l’estensione quantitativa del racconto. Sette stagioni da 8 puntate l’una sono una bella quantità di ore e questo consente di lavorare su ampie backstory di tanti personaggi, e farli conoscere in profondità. Finora la licenza poetica non è andata in contrasto con una sostanziale fedeltà al dato scritturistico, e ovviamente questa ampiezza ha permesso di familiarizzare molto con i diversi personaggi.

La figura di Gesù (interpretato da Jonathan Roumie, attore cattolico di padre egiziano) è resa molto amabile del calore umano e dalla tenerezza che esprime verso le donne e gli uomini incontrati. Quali differenze ha notato rispetto ad altri “Gesù audiovisivi” molto apprezzati, come Gesù di Nazareth di Zeffirelli, La passione di Cristo di Gibson e Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini?

Personalmente ho apprezzato molto questo “calore” affettuoso, spesso sorridente, a volte ironico, del Gesù di Jonathan Roumie. Infatti nonostante tutti i meriti del lavoro di Zeffirelli ho trovato il suo Gesù troppo ieratico, e anche narrativamente un po’ troppo distante. Lo vediamo sempre un po’ da fuori e nel complesso il film non fa avvicinare molto all’intimità del personaggio, cosa che invece un film biografico fatto bene (per un esempio “laico” si pensi a A Beautiful Mind) dovrebbe sempre fare. Ho molto apprezzato The Passion, per tanti motivi, anche se lì c’è il fatto che vediamo Gesù solo in poche ore della sua vita, molto molto intense, e di enorme sofferenza. Ci sono dei brevi e bellissmi flashback che forse si sarebbero potuti aumentare. Pasolini dà una lettura molto sua di Gesù e secondo me si sente molto che è Pasolini e che sono gli anni ’60… è una interpretazione in cui si sente la “messa in scena”.

Nonostante si tratti di un prodotto ideato da un regista evangelico, per quanto visto finora il racconto è molto rispettoso della sensibilità cattolica: è considerabile una conferma incoraggiante della possibilità di collaborare efficacemente tra specialisti di diversi ambiti cristiani, per creare opere ancora capaci di incidere nel mondo della cultura e dello spettacolo?

Assolutamente sì. Devo dire che nei miei contatti con il mondo cristiano statunitense (cattolico e protestante) che si sono intensificati abbastanza negli ultimi anni (per es. partecipando più volte a un’iniziativa interconfessionale che si chiama Windrider Forum e che si tiene al Sundance Film Festival), ho visto che c’è molta voglia di portare avanti queste collaborazioni e, pur nella differenza di sensibilità che permane, stanno cadendo molti pregiudizi vecchi di secoli. Gli autori di The Chosen hanno chiesto di lavorare come consulente anche a fr. David Guffey, che lavora per Family Theater, una istituzione di Los Angeles che promuove l’apostolato cattolico nell’ambiente di Hollywood, e finora nella serie non si è visto nulla che fosse obiettabile da un punto di vista cattolico. È ovvio che i cattolici sono un pubblico importante per questa serie, ma non credo sia solo calcolo di marketing: credo ci sia anche la voglia di collaborare e di fare qualcosa che vada bene per tutti i cristiani.

Grazie al crowdfunding, questo progetto è riuscito a crescere indipendentemente dagli Studios americani, fatto che sembra aprire una strada promettente al cinema faith oriented. Anche in campo cattolico qualcuno ha già auspicato altre iniziative simili, con la speranza che possano «fare da antidoto a certe derive di Hollywood che inquinano le nostre immaginazioni e diventano molto sottilmente nostri pensieri, nostre visioni e nostre normalità»[2]. Nell’attuale industria cinematografica statunitense c’è ancora spazio per produzioni che ripropongano in modo limpido figure e temi cari a un pubblico cristiano? Recentemente ne sono state realizzate anche altre che meritano di essere segnalate?

Io sono del parere che ogni strada che porta alla meta – se viene seguita onestamente – vada bene. Se quella del crowdfunding funziona, va benissimo. C’è anche la possibilità di riuscire a ottenere i finanziamenti necessari sul mercato “professionale”, anche quello mainstream, affermandosi con la qualità dei progetti e soprattutto della scrittura. Non avviene molto spesso, ma qualche volta ci si riesce e se il film è fatto bene gli incassi arrivano. È stato il caso recente di Sound of Freedom, che è arrivato a circa 250 milioni di incasso mondiale, è stato il caso di The Passion… Qualche anno fa c’è stato un bel film di animazione sul Natale, Gli eroi del Natale prodotto e distribuito da Sony, che pure è andato molto bene. Se dal campo del cinema specificamente religioso ci allarghiamo a un cinema che rispetti i valori del cristianesimo su temi come amore, famiglia, uguaglianza dei diritti, ecc. il campo si allarga ancora di più e va da grandi successi mondiali come Il Signore degli anelli, a film di animazione come Gli incredibili, a musical come Les Miserables e The Greatest Showman, a film d’autore come il recente Past Lives e molti molti altri. Fare buon cinema e incassare si può. Solo che bisogna farlo bene, e questo non è mai facile, ma neanche impossibile.


_____________


Note
 

1) A. Calvini, Su Tv2000 arriva «The Chosen», la serie dei record su Gesù, Avvenire, 1 marzo 2024.

2) R. Cheaib, “The Chosen” non sostituisce il Vangelo, “Credere”, 11 ottobre 2023.

* Foto da Tv2000.it

 
 
Seguici su: Facebook X Instagram Telegram