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Mario Monti e il piano per l’Italexit. Clamorose rivelazioni: “Eravamo pronti a tornare alla Lira”. C’era un accordo con altri Paesi, ma Mattarella…

Pubblicato: 06/05/2024 13:17

Il ibro di Mario Monti “Demagonia”, in uscita per l’editrice Solferino, contiente una vera e propria “bomba mediatica”. Un’informazione clamorosa che probabilmente nessuno si aspettava. E che getta nuova luce sulla recente storia politica italiana. L’ex Premier, infatti, nel suo libro ha rivelato come nel 2018 fossero in corso trattative per tentare di far uscire l’Italia dall’Euro. Lo riporta in un articolo il Fatto Quotidiano. “Come tutti i banchieri centrali”, ha scritto Mario Monti, “anche Ignazio Visco della Banca d’Italia aveva nei suoi cassetti un piano di emergenza per gestire il ritorno alla Lira, qualora la situazione insostenibile sui mercati finanziari lo avesse reso inevitabile”. E a maggio 2018, Paolo Savona, in procinto di diventare ministro dell’Economia del governo gialloverde, pubblicò alcune slide su un sito Eurocritico in cui spiegava la possibilità di un’Italexit e di un ritorno alla Lira. (continua dopo la foto)

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A quel punto scese in campo Mattarella, che bloccò la nomina di Paolo Savona perché con lui al dicastero dell’Economia, spiegarono dal Colle, “il rischio dell’Italexit” era praticamente “inevitabile”. Fu quindi la volontà del Presidente della Repubblica a bloccare ogni possibilità di uscita dell’Italia dall’Europa. Ma Monti, nel suo libro, rivela un altro retroscena clamoroso. L’ex Premier, già nel 2012, incontrò il Presidente Francese in carica di allora, Hollande. “Ci confrontammo”, svela l’ex Premier italiano, “in modo franco: se l’Italia fosse costretta a uscire dall’Euro, la Francia cosa farebbe?”. Monti voleva capire se Parigi avrebbe scelto di perdere prestigio, uscendo dall’Unione Europea e seguendo l’Italia in un ritorno alle monete nazionali, oppure se avrebbe preferito perdere competitività “conservando l’Euro e affrontando la concorrenza dei prodotti italiani prezzati in una Lira svalutata“. (continua dopo la foto)

L’economista Paolo Savona

Dopo qualche tempo, arrivò la risposta di Hollande, che chiariva che la Francia “avrebbe seguito l’Italia”. “L’intesa”, rivela ancora l’ex Premier, “fu che ci saremmo riferiti a quei piani solo come a un progetto nel cassetto. Per fortuna non c’è mai stato bisogno di aprirlo”. A parte il finale, che rivela la volontà di Monti di mantenere il nostro Paese sotto l’influenza dell’Euro, una cosa risalta chiaramente. Cioè che l’Italia fuori dall’Euro era vista come un pericoloso avversario, perché la nostra posizione sui mercati commerciali si sarebbe rafforzata in maniera così evidente da spingere persino la Francia a pensare a un‘uscita dalla moneta unica europea. Così, ora sappiamo che nel 2012 e nel 2018 il nostro Paese si è trovato per due volte a un bivio fra le politiche di austerity e il “piano B” prospettato prima da Monti e Hollande, poi da Savona. E che uscire dall’Euro forse non sarebbe stata una sciagura come ripeteva fino alla nausea e ripete ancora adesso il mantra europeista. Perché un’altra soluzione era possibile. Ma Mattarella non era d’accordo.

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2024 16:42

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