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Cattolica Library
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Un viaggio tra i libri di Stefano Crespi, «personaggio senza tempo»
Lidia Verdesca  |  30 novembre 2023

La Biblioteca di Milano dell’Università Cattolica ha recentemente acquisito alcuni libri appartenuti al critico militante Stefano Crespi, nato nel 1941 nel piccolo comune milanese di Magnago e laureatosi in Università Cattolica con una tesi in Storia e Critica del cinema. Tra il 1972 e il 1976 fece parte del consiglio d’amministrazione del Piccolo Teatro, sotto la direzione di Giorgio Strehler. Iniziò la sua carriera di critico d’arte e letteratura collaborando con varie testate giornalistiche, tra cui “Il Sole 24 ore” e “Il Corriere della Sera”. Studioso appassionato, indagatore di vite d’artista, interlocutore colto, Crespi è stato definito come «un personaggio senza tempo»[1].

Per la casa editrice Le Lettere curò «una collana nata per amore» come lui stesso affermò, battezzata con il nome “Atelier” poiché «l'atelier è uno spazio-tempo del pittore, dell'immaginazione, della sua poetica». Si trattava di una collana al margine tra arte e letteratura, tra poesia e pittura, nata dall’idea del critico di voler superare quella divisione che, secondo il suo parere, persisteva in Italia tra mondo letterato e mondo artistico, essendo la cultura italiana storicistica anche nell’arte.
Uno dei titoli appartenenti a questa collana è stato rinvenuto tra i libri già appartenuti ad Enzo Mari e ora conservati nel campus milanese dell’Ateneo: si tratta di Quasi un diario 2003-2013 di Mario Botta, raccolta di scritti in cui l’architetto svizzero si apre ad una riflessione sull’architettura, con pensieri sull’arte, la letteratura, tra memorie e vissuto personale.

Alcune pregevoli stampe realizzate da Stefano Crespi in collaborazione con la casa editrice Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi – piccola realtà tipografica che pubblica libretti in plaquettes[2] – sono testimonianza del suo amore per l’arte in connubio con la letteratura. Tra i volumi recentemente acquisiti dalla Biblioteca, nove esemplari appartengono a questa serie: alcuni contengono terrecotte di Dolores Previtali accompagnate da pensieri dello stesso Crespi: «C’è un destino nei nomi. E nel tuo nome, Dolores, incontro le tue sculture», «lo sguardo è tutto ciò che è stato amato e non è accaduto» con dedica autografa della scultrice: «Per il Professor Stefano Crespi con tanto affetto e stima, Dolores»; e di Giovanni Testori «…non ho mai resistito a nessuna tentazione…». In altri due libretti le parole di Crespi «noi siamo una scrittura infinita» dialogano con i disegni di Sandro Sardella.

Esemplari di terrecotte di Dolores Previtali
Esemplari di terrecotte di Dolores Previtali
(Università Cattolica del Sacro Cuore, Biblioteca d’Ateneo)


Tra i volumi della biblioteca personale del critico d’arte si trovano ulteriori esemplari di pregio, come due opere di Vittorio Sereni: la poesia Nell’estate padana decorata da un’incisione di Enrico Della Torre realizzata presso la Stamperia L’Incisione a Caravaggio; e uno dei 50 esemplari ad personam di Autostrada della Cisa autografato dall’autore, in edizione composta a mano in carattere Dante presso l’officina Bodoni di Verona con una litografia di Franco Francese.
Altri libri impreziositi da dediche autografe testimoniano pensieri di cordialità e affetto per Crespi da parte di Luigi Santucci, Annalisa Cima, Mario Luzi, Giovanni Testori («a questa nebbia, con un abbraccio mentre fuori, sta riapparendo il sole») e Giorgio Strehler che menziona alcune parole pronunciate dalla compagnia Des Masque, probabilmente un comune ricordo che i due avevano ricevuto nel corso degli anni trascorsi insieme presso il Piccolo Teatro.

All’interno dei volumi acquisiti è rimasta traccia di quella che doveva essere una curiosa abitudine di Crespi: forse per evitare di disperderli, il critico era solito conservare tra le pagine dei suoi libri gli articoli di giornale, le cartoline e lettere inviategli dall’autore del libro. In questo modo il materiale relativo ad uno dei mittenti veniva raccolto nel medesimo luogo, a conferma dell’utilizzo frequente che il critico doveva fare dei volumi della sua biblioteca personale: così in Aure e disincanti di Andrea Zanzotto anche una sua cartolina da Pieve di Soligo; tra le pagine di Qui si dorme mica di Laura Pariani un ritaglio di giornale che la riguarda e due suoi biglietti per Crespi; nella raccolta di 50 poesie in dialetto di Cesare Zavattini due sue lettere degli anni ’60.

Stefano Crespi è venuto recentemente a mancare nel settembre 2023, e in molti lo hanno ricordato come uomo coltissimo, amante del bello, dedito ad una vita di studio e ricerche appassionate. Nel suo impegno come critico militante tra le pagine degli inserti culturali intervistò autori come Alda Merini, Vittorio Sereni, Mario Luzi, Eugenio Montale.
I volumi recentemente acquisiti dalla Biblioteca rappresentano una viva testimonianza del suo amore per l’arte e la letteratura, sublimati dalle dediche e dalle parole di stima che tante personalità del mondo della cultura gli dedicarono nel corso della sua vita.


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Note 

  1. Da L. Negri, L'occhio di Varlin negli "Atelier" di Stefano Crespi, ArteVarese.com, 22 giugno 2007.
  2. Sull’editrice Pucinoelefante si veda G.A. Monaco, Dal Fondo Loi, i tesori editoriali del Pulcinoelefante, Cattolica Library, 44, 21 dicembre 2022.

* Le foto in questo articolo sono di Roberto Rancati.

 

 

 

 

 
 
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