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Ingrosso

Dai mercati, parlano le donne: “Orari impossibili, cambiamo”

firenze

Storie al femminile da Genova, Milano, Parma, Fondi e Oristano. “Negli ultimi 30 anni l’ingrosso si è ingentilito”

Lavoro di fatica, notturno, ricco di sacrifici e con pochi spazi per la vita privata. Ma, come ci racconta una delle protagoniste che myfruit.it ha intervistato, questo mondo dei mercati all’ingrosso “negli ultimi anni si è ingentilito“.
Sono sempre di più le donne, ma restano in formato quota rosa in un sistema prevalentemente maschile. Eppur si muove anche al femminile con diverse donne che occupano posizioni di vertice. Ecco le loro storie.

Marina Saulle: “Resta pesante per gli orari, ma si è ingentilito”

Marina Saulle

“Negli ultimi trent’anni questo mondo è cambiato, resta un lavoro pesante a causa degli orari, ma si è ingentilito. Ci sono più donne e lascia buoni spazi di affermazione. Il mio sogno, forse si riuscirà nel tempo, è cambiare l’orario. Sarebbe positivo per tutti”. Parole di Marina Saulle, presidente del Consorzio operatori di Fedagro Genova, che conosce bene la fisica e la chimica che regolano i mercati ortofrutticoli. “Sono riuscita, ma dico  purtroppo, a fare tante cose perché non ho avuto figli. Chi ne ha avuto si è dovuta fermare. I figli hanno dei bisogni, è necessario seguirli e non si dorme”.

Basta controllare gli orari: “Lunedì si apre alle 3, ma bisogna essere presenti già dalle 1,30 per conoscere la merce, vedere e intuire le richieste del cliente. Ogni giorno una novità, è come lavorare in borsa. Se le fragole mi arrivano il venerdì alle 8, per colpa del traffico, la vendita è persa oppure c’è abbondanza di prodotto, la giornata è fredda quindi viene a mancare la richiesta. E’ come un gioco d’astuzia, bisogna conoscere il meteo, studiare, essere preparati su molti fronti”.

“Prima si vendeva anche spazzatura, ora si cerca il gusto”

In questi trent’anni cosa è cambiato? “Una volta c’era una forte sovrapproduzione, oggi si cerca il gusto. Mi ricordo che  si vendeva  merce  dall’Olanda simile alla plastica, lattuga che durava una settimana, pomodori sempre olandesi che sembravano prodotti da una fabbrica chimica. Era spazzatura, ora il livello gustativo è migliorato, hanno fatto progressi tutti: dalla produttrice alla commerciante. Per arrivare a questo c’è voluta la donna, merito anche di un processo di collaborazione, che la melanzana non solo la vende ma la porta a casa, la lava e la cucina. Prima non si studiava. Per restare alla melanzana, prima era molto amara, ora è cambiata”.

Progressi su tutti i fronti? “Si sono perse  alcune sementi, gusti particolari. E non sempre si ritrovano. Al Consorzio del basilico di Prà hanno lavorato molto ed è stato difficile ritrovare le sementi originare. Anche qui merito delle donne, delle nonne soprattutto”. Un altro sogno? “Il ritorno della stagionalità, non è possibile mangiare uva a febbraio quando ci sono le arance. E amo sperimentare. Ho provato l’insalata in busta, le minestre pronte, la frutta esotica che è un mercato difficile, per il mango scelgo, per esempio, la via aerea. L’anno scorso ho preso dalla Puglia le ciliegie confezionate in scatole come i cioccolatini. E’ andata bene, venivano comprate per regalarle. Erano belle e buone”. Inimmaginabile 30 anni fa.

Donne ai vertici:  Elena Ciocio vicepresidente Fedagro e nel Cda di Sogemi

Al mercato di Milano myfruit.it incontra Elena Ciocio, oltre a ricoprire la carica di vicepresidente di Ago Fedagro Milano siede nel Cda di Sogemi. “Il mercato è un mondo maschile, le donne fanno fatica nonostante la loro importanza. Il reparto amministrativo è al femminile, per esempio. Si fa una vita difficile, si devono sopportare orari  allucinanti. La contrattazione  inizia alle 5, ma bisogna essere in piedi e pronti ben prima”.

Elena Cioccio

Per le donne non c’è fine: “La seconda parte della giornata è dedicata alla famiglia”. E si resta sempre quota rosa: “In consiglio Ago su sette siamo sei uomini e una donna, ma devo dire che i consiglieri sono molto carini e mi danno spazio, non mi tarpano le ali. In Cda siamo in tre: il presidente Ferrero, il consigliere Alessandro Cremona e io”. Cosa si può fare per le donne? “Servono diversi servizi, a iniziare dall’accompagnamento, parcheggi riservati. Sarebbe un primo passo. Molte donne arrivano da Bergamo, dalla Brianza e così il lavoro si fa più usurante con dei bioritmi sfalsati. Non si va a letto prima delle 20/21, si dorme poco”.

Il nuovo mercato? “Quello attuale è cambiato, ha un nuovo bacino di utenza, con quello in costruzione si ristabiliscono le dinamiche e speriamo con servizi dedicati anche alle donne. Io all’interno del Cda sono il trait d’union con i grossisti”. Anche Elena Ciocio viene da una famiglia storica: “Ho fatto sempre questo lavoro con la mia famiglia. Tre anni fa ho venduto la mia azienda e ora collaboriamo con l’azienda Colasuonno“.

Al mercato di Parma il vertice è donna: Giulietta Magagnoli

Ci sono le grossiste, spesso ereditano l’azienda di famiglia, ma nei mercati ci sono anche donne che occupano posizioni di vertice. Come l’agronoma bolognese Giulietta Magagnoli  che, dopo aver coltivato un ricco curriculum di studio e lavoro, in particolare sui bilanci delle aziende agroalimentari, nel 2018 ha vinto il concorso che l’ha portata a dirigere  il Cal, il Centro Agro Alimentare di Parma. “Ero nuova di questo mondo, ma è stato molto entusiasmante. Ho portato  la mia esperienza, in un mercato in evoluzione con la perdita di quote rilevanti a causa della Gdo”.

Uno dei primi impegni della direttrice è stata il lavoro di aggregazione con gli altri mercati dell’Emilia-Romagna: “Oggi da soli non si  può pensare a politiche di  internalizzazione  e digitalizzazione. Abbiamo costituito la prima rete d’impresa  regionale per aggredire i mercati esteri”. A iniziare  dell’estremo oriente dove si vogliono far approdare  i prodotti del fresco e  freschissimo via cargo aereo. “Abbiamo  fatto tre esportazioni, possiamo evadere un ordine arrivato il giovedì per il giovedì successivo e far arrivare un prodotto fresco. Abbiamo organizzato degustazioni e dimostrazioni anche in Oman, con la Gdo locale. Sulla frutta siamo  poco competitivi, c’è tanta produzione vicina ai paesi del golfo.  E’ importante il pomodoro,  verdure con certe caratteristiche  come  i finocchi che sono  graditi e remunerati. Sono attrattive anche alcune  varietà di fragole, siamo in competizione  con la Spagna, e il melone che nonostante la forte concorrenza  ha caratteristiche sublimi. Stesso discorso sul kiwi. Il nostro obiettivo è puntare su prodotti di eccellenza per la ristorazione italiana all’estero: dalla Germania agli  Usa”.

Un altro filone è quello sociale: “Con la collaborazione delle associazioni di volontariato  portiamo avanti i ritiri dal mercato, ogni mercoledì circa 20 tonnellate  di prodotto che serve circa 10mila persone.  In un anno fanno  630 tonnellate e 350mila euro per gli operatori che incassano 50 cent al chilo. Un progetto win win. Vincono tutti”. E l’8 marzo? “Abbiamo approvato il bilancio di sostenibilità con un capitolo dedicato alla parità di genere, abbiamo il 50% di donne. Presenti anche nelle posizioni apicali”. A iniziare dal direttore.  “Sono molto orgogliosa anche delle azioni di inclusione sociale, accogliamo molte persone che qui imparano un lavoro”.

Jennifer Vaccaro ventenne da Fondi: “Non mi pesa la sveglia prima delle 4,30”

Dalla destra Jennifer Vaccaro con la mamma Pina, il papà Gino e il fratello Alfonso

Al mercato di Fondi incontriamo Jennifer Vaccaro, a maggio 27 anni e al lavoro da sempre nell’azienda di famiglia: Vaccaro Gino & C.snc. “La quota femminile è significativa nella nostra azienda dove mia madre è amministratore. A Fondi ci sono tante donne che lavorano nel mercato e ricoprono ogni ruolo. Io mi occupo delle vendite con mio padre, sveglia ogni mattina alle 4,30, ma non mi pesa perché ormai ci ho fatto l’abitudine. E’ una soddisfazione ricoprire un ruolo  maschile, amo il contatto con i clienti“. Lavoro, ma anche passione per l’iscritta a Fedagro: “Noi siamo alla terza generazione, da mio nonno Alfonso a mio fratello che porta il suo nome, ci sono proprio nata qui, lo frequento da quando sono bambina il mercato“.

Al box si aggiunge la Farm Lady, azienda al femminile

Jennifer racconta del suo lavoro: “I nostri prodotti di punta sono sedano, locale e anche dalla Puglia, e basilico che abbiamo tutto l’anno, così come i pomodori con prodotto locale in primavera ed estate mentre integriamo con la Sicilia nelle altre stagioni. Del reparto siciliano se ne occupa mio fratello. Ma il nostro punto di forza è la produzione locale che vendiamo in tutta Italia  e all’estero, in particolare Francia, Gran Bretagna ma pure la Grecia”. Come va il mercato? “Alti e bassi, non ci lamentiamo. Le nostre vendite le abbiamo sempre”. Non mancano i progetti: stiamo per aprire un’azienda agricola che prenderà il nome di Farm Lady“. Un’impresa decisamente al femminile.

Valentina Mannai da Oristano: “Orari impossibile, noi non abbiamo mai cambiato”

Valentina Mannai

Alzarsi alle  2 del mattino non è semplice per una mamma di un bimbo di 4  anni, ma Valentina Mannai della ditta Eurofruttadue ama il suo lavoro al mercato ortofrutticolo di Oristano. Lei, figlia di agricoltori e operatori del mercato, ha sempre frequentato questo ambiente: “Da quando ero bambina, poi 9 anni fa noi figli abbiamo rilevato l’attività dai genitori”. Tutto bene, ma non l’orario. “Sommando al lavoro le attività casalinghe e la cura del bimbo diventa tutto un po’ pesante. I colleghi del mercato non sono d’accordo, ma io cambierei gli orari  sul modello spagnolo con aperture concentrate durante il giorno“. Una rivendicazione per dare concretezza alla tanto sventolata parità di genere certo, ma non solo. Anzi Valentina sottolinea: “Ci dobbiamo adattare  ad un mondo in movimento, noi non abbiamo  mai cambiato“. E questo diventa pericoloso: “La clientela è sempre meno anche a causa degli orari. Molti clienti preferiscono spendere anche qualche euro in più, ma comprando la merce durante il giorno.  Anche ambulanti che si approvvigionano per esempio alle 17/18 del pomeriggio  in altri canali, quelli  aperti durante il giorno. Stiamo perdendo quote a vantaggio di chi ha strutture fuori dal mercato“.  Questa la riforma invocata da Valentina per un mercato più a misura della lavoratrice e dei lavoratori, ma anche della clientela.

Le donne innovano i mercati

C’è tanta carica innovativa in Valentina che prese le redini dell’azienda di famiglia  ha portato avanti dei cambiamenti rispetto alla gestione dei genitori: “Dalla frutta e verdura ho ampliato ad altri prodotti come frutta secca, legumi, il kiwi giallo e anche l’esotico. Ma vendiamo soprattutto prodotti locali, a iniziare da quelli dell’azienda agricola dei miei genitori. In particolare funghi e ortaggi e poi la produzione delle aziende di Terralba“. Nella pianura oristanese c’è una grande produzione di carciofi, ortaggi ma anche le fragole. “Oltre al locale prendo il prodotto spagnolo per garantire tutto l’assortimento”.

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