Milano, 25 marzo 2016 - 13:20

Doping da record nel rugby
Positivo a ben 11 sostanze proibite

Davide Vesta, detto Conan, dell’Amatori Catania, già sospeso in via cautelare
Il cocktail micidiale di dieci di queste, anabolizzanti, provoca la crescita del seno

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Al Goretti, il campo sportivo a un chilometro dal Librino cui si attribuisce un potere taumaturgico sui ragazzi dei due quartieri più difficili di Catania, lo chiamavano Conan il Barbaro. 186 centimetri di marcantonio per 108 chili, un cuore d’oro sotto l’aspetto truce, terza linea dell’Amatori in serie B: nel rugby è il ruolo dei giganti buoni, quelli che nel terzo tempo tracannano birra affondando manate sulle spalle agli avversari. Undici sostanze proibite — testosterone, boldenone, metabolita, drostanolone, mesterolone, metandienone, metasterone, metildienolone, stenbolone metabolita, clomifene metabolita, 19-noretiocolanolone, 19-norandrosterone (dieci sono anabolizzanti, che fanno crescere il seno: l’undicesimo forse aveva lo scopo di ridimensionare le ghiandole mammarie), però, sono troppe per chiunque. Conan incluso.

Positivo a 11 prodotti dopanti è l’infausto record che ha scaraventato Davide Vasta (insieme al compagno di squadra Davide Scuderi) al disonore della cronaca proprio nel momento più felice per l’Amatori Catania, dopo anni tribolati tornata a lottare per la promozione sotto la guida di una bandiera, coach Ezio Vittorio. «Siamo sconvolti: per i ragazzi più giovani Davide è un leader. Non ci sono giustificazioni, ma non si abbandona un figlio» dice con autentico trasporto il team manager Massimiliano Vinti che, visto lo stato di prostrazione in cui è caduto, ha raccomandato ai parenti di non lasciare solo il giocatore. Il figliol prodigo di Catania, però, l’ha fatta grossa. Affascinato da muscoli e tatuaggi, fissato con l’allenamento, l’anno scorso Vasta aveva comunicato alla società che con il rugby aveva chiuso: la sua vera vocazione era il culturismo. Mesi di assenza dal Goretti, qualche gara di body building.

Poi il precipitoso ritorno alla palla ovale: «Mi mancavano i compagni, lo sport di squadra». Ma la Nado Italia, l’antidoping del Coni, doveva averlo messo nel mirino se è vero che il 21 febbraio scorso, a Colleferro, ai medici che erano andati a testarlo Davide era sgusciato via grazie a un infortunio che l’aveva portato in ospedale. Fatale al culturista mancato è stato un controllo a sorpresa del 5 marzo, fuori gara. «Ho assunto sostanze per ignoranza quando ho smesso per alcuni mesi di giocare a rugby, non sapevo che sarebbero rimaste per così tanto tempo nel corpo. Sono una persona per bene, non faccio certe cose...» si è scusato con società e tifosi, senza pensare che il micidiale cocktail di anabolizzanti avrebbe potuto provocargli danni ben peggiori dei 4 anni di squalifica che rischia e della pubblica gogna. «Nei nostri rapporti il numero massimo di sostanze trovate in una stessa persona è stato sette — spiega Roberta Pacifici, dirigente di ricerca del Reparto di farmacodipendenza, tossicodipendenza e doping dell’Istituto superiore di Sanità —. Molte delle positività sono a metaboliti, cioè a molecole che derivano dalla metabolizzazione degli anabolizzanti, quindi probabilmente i farmaci assunti sono meno. Gli effetti collaterali degli anabolizzanti però sono tutti gravissimi». Infertilità, psicosi, infarto. Prima ancora che con il buon senso, Vasta ha giocato con la vita. «Ha dato retta a delle teste di cavolo, si è fatto trascinare da gente più grande e ha commesso la peggiore delle idiozie — chiosa Vinti —. Ora è distrutto e sta male. Si è chiuso in casa. Ha 24 anni, è un immaturo. È giusto che si becchi la sua squalifica e che la sconti in silenzio».

L’Amatori torna ad allenarsi oggi tra gli attrezzi obsoleti della vecchia palestra del Goretti, senza Conan e senza allegria. È un rugby di basso profilo e di provincia, mantenuto a stento dai rimborsi spese, però ricco di storia. In squadra (età media 21 anni), tranne l’irlandese O’Loghlen, sono tutti catanesi. Il playoff promozione è lontano un punto.

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