Emendamenti decisi dal governo e fatti poi approvare in Senato per favorire il compagno della ministra per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi. C’è anche questo nell’inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti illeciti al centro Eni di Viggiano che, al termine delle indagini della polizia, ha portato in carcere cinque persone e fatto finire nel registro degli indagati lo stesso fidanzato della ministra, l’ingegnere Gianluca Gemelli. Nella serata di giovedì la ministra ha deciso di dimettersi scrivendo in una lettera al premier Matteo Renzi: «Sono certa della mia buonafede».
La chiamata alla ministra
È il 5 novembre del 2014. Dopo la bocciatura di un emendamento inserito nel decreto Sblocca Italia (avvenuta il 17 ottobre) per la realizzazione del contestato Progetto «Tempa Rossa», Gianluca Gemelli chiama la compagna, Federica Guidi. La telefonata, in cui lei rassicura lui, è contenuta negli atti dell’inchiesta: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaelena (il ministro Boschi, specificano gli investigatori) quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte». Lui si informa se riguarda i suoi amici della Total: «Quindi anche coso, vabbè i clienti di Broggi». E lei lo rassicura di nuovo: «Eh certo, capito? Te l’ho detto per quello».
La telefonata al dirigente della Total
Dopo aver ricevuto rassicurazioni dal ministro, Gemelli chiama il dirigente della Total Giuseppe Cobianchi: «La chiamo per darle la buona notizia, si ricorda che tempo fa c’è stato casino che avevano ritirato un emendamento? Pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato... pare ci sia l’accordo con Boschi e compagni. È tutto sbloccato».
L‘incontro tra il ministro e i dirigenti Total
Dalle carte emerge poi un incontro, datato 18 novembre 2014, tra il ministro Guidi, i rappresentanti della Total e il sottosegretario Simona Vicari. Dopo l’incontro il dirigente Total Cobianchi chiama Gemelli e gli dice: «A nome della società la ringrazio per averci fatto conoscere direttamente il ministro Guidi e per l’interessamento che ha avuto». «Assolutamente a disposizione, ce lo siamo detti dal primo giorno», risponde al telefono Gemelli.
Sottosegretario intercettato
Nell’inchiesta è coinvolto anche Vito De Filippo. In una intercettazione il sottosegretario alla Salute chiede un favore a uno degli indagati, l’imprenditore Pasquale Criscuolo. «Ti mando una mia collaboratrice, se ti serve qualsiasi cosa è in condizione di risolverti molti problemi su Roma», dice De Filippo.
L’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti
Cinque funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni - dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri - sono stati posti agli arresti domiciliari per la tutela dell’ambiente perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di «attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti». Una ordinanza di divieto di dimora è stata eseguita anche nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti cautelari - emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia - sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta. Eni fa sapere in una nota di aver «provveduto alla sospensione temporanea dei lavoratori soggetto dei provvedimenti cautelari» e che «sta completando ulteriori verifiche interne».
Il compagno della ministra
Gianluca Gemelli, compagno della ministra Guidi, è indagato per corruzione e traffico di influenze illecite perché «sfruttando la relazione di convivenza che aveva col Ministro allo Sviluppo Economico - si legge nel capo d’imputazione contenuto nell’ordinanza di misure cautelari - indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total» le qualifiche necessarie per entrare nella «bidder list delle società di ingegneria» della multinazionale francese, e «partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa».
Impianti sotto sequestro
Contemporaneamente alle misure cautelari, sono stati eseguiti sequestri al centro oli di Viggiano e al Tecnoparco di Pisticci (Matera). Si sta valutando se l’intervento della magistratura potrà avere conseguenze sul funzionamento degli impianti e sull’attività estrattiva degli idrocarburi. In particolare i sigilli sono stati posti a due pozzi di estrazione a Viggiano e a un impianto di depurazione a Pisticci Nella val d’Agri sono concentrate le principali attività estrattive d’Italia. Eni in una nota ha precisati che «per quanto riguarda l’attività produttiva in Val d’Agri, che al momento è sospesa (75.000 barili al giorno), confermiamo, sulla base di verifiche esterne commissionate dalla società stessa, il rispetto dei requisiti di legge e delle best practice internazionali».