«L’Europa occidentale, culla del protestantesimo e storicamente sede del cattolicesimo, è diventata una delle regioni più secolari al mondo». Lo afferma uno studio-sondaggio promosso dal Pew Research Center statunitense sulla fede e le pratiche religiose nei Paesi dell’Europa occidentale. Cresce la percentuale dei cristiani non praticanti e uno sguardo alle risposte del campione intervistato a proposito dell’aborto e del matrimonio tra persone dello stesso sesso fa comprendere quanto sia cambiata la cultura diffusa in Europa e quanto non sorprenda il risultato del recente referendum irlandese sull’aborto.

 

Dal sondaggio, condotto tra aprile e agosto 2017 in 15 Paesi dell’Europa occidentale, emerge che il 91% della popolazione è composta da battezzati, l’81% da persone cresciute come cristiane, il 71% da persone che si dicono attualmente cristiane con un 22% che partecipa a funzioni religiose almeno una volta al mese.

 

«Nella maggior parte dei casi, gli adulti intervistati si considerano di fatto cristiani, anche se frequentano raramente la chiesa. Dal sondaggio emerge infatti che i cristiani non praticanti (come vengono definite, nell'ambito del presente rapporto, le persone che si identificano come cristiane, ma che partecipano alle funzioni religiose solo poche volte all’anno) rappresentano la quota più ampia della popolazione nella regione interessata. In tutti i Paesi tranne l’Italia, sono più numerosi dei cristiani praticanti (ovvero di coloro che partecipano alle funzioni religiose almeno una volta al mese). Nel Regno Unito, ad esempio, i cristiani non praticanti (55%) sono circa tre volte più numerosi dei cristiani praticanti (18%), secondo le definizioni qui utilizzate».

 

In Italia, il 40% della popolazione si dichiara praticante, un altro 40% si dice cristiano non praticante, il 15% di nessuna religione, mentre il 5% di altre religioni. In Francia i praticanti sono il 18%, il 46% i cristiani non praticanti, il 28% di nessuna religione, l’8% di altre religioni. In Spagna, i praticanti sono il 21%, il 44% i cristiani non praticanti, il 30% di nessuna religione, il 4% di altre religioni.

 

«Lo studio del Pew Research Center, nel corso del quale sono state effettuate più di 24.000 interviste telefoniche con adulti selezionati in modo casuale, inclusi circa 12.000 cristiani non praticanti, rivela che l’identità cristiana rimane un marcatore significativo in Europa occidentale, anche tra coloro che frequentano raramente la Chiesa. Non si tratta semplicemente di un’identità “nominale” priva di rilevanza pratica... Pur affermando di non credere in Dio “come descritto nella Bibbia”, molti cristiani non praticanti tendono a credere in qualche altro potere superiore o forza spirituale. Per contro, la maggior parte dei cristiani praticanti afferma di credere nella descrizione biblica di Dio. E una netta maggioranza degli adulti che non si riconoscono in nessuna religione non crede in alcun tipo di potere superiore o forza spirituale nell’universo».

 

Secondo lo studio, l’identità cristiana in Europa occidentale è associata a opinioni più negative nei confronti degli immigrati e delle minoranze religiose. Nel complesso, coloro che si professano cristiani, che frequentino la Chiesa o meno, sono più propensi di coloro che non si riconoscono in nessuna religione a esprimere pareri negativi nei confronti degli immigrati, nonché dei musulmani e degli ebrei.

 

La grande maggioranza dei cristiani non praticanti, come quella delle persone che non si riconoscono in nessuna religione in Europa occidentale, è favorevole all’aborto legale e al matrimonio tra persone dello stesso sesso. I cristiani praticanti sono più conservatori su questi temi, anche se all’interno di questo segmento si rileva un supporto sostanziale (in alcuni Paesi maggioritario) all’aborto legale e al matrimonio tra persone dello stesso sesso.

 

Ecco quanti si dicono favorevoli all’aborto legale. In Italia, il 47% dei cristiani praticanti, il 79% dei cristiani non praticanti, l'85% di coloro che non professano alcuna religione (il 65% della popolazione generale del Paese è favorevole). In Irlanda il 42% dei cristiani praticanti, l’81% dei cristiani non praticanti, l’80% di coloro che non professano alcuna religione (il 66% della popolazione generale del Paese è favorevole). In Spagna il 49% dei cristiani praticanti, il 73% dei cristiani non praticanti, l’87% di coloro che non professano alcuna religione (il 72% della popolazione generale del Paese è favorevole). In Germania il 54% dei cristiani praticanti, l’84% dei cristiani non praticanti, l’86% di coloro che non professano alcuna religione (il 76% della popolazione generale del Paese è favorevole). In Svezia il 79% dei cristiani praticanti, il 96% dei cristiani non praticanti, il 98% di coloro che non professano alcuna religione (il 94% della popolazione generale del Paese è favorevole). Nel Regno Unito il 65% dei cristiani praticanti, l’86% dei cristiani non praticanti, l’83% di coloro che non professano alcuna religione (l’81% della popolazione generale del Paese è favorevole).

 

Per quanto riguarda invece i favorevoli al matrimonio tra persone dello stesso sesso, in Italia lo sono il 43% dei cristiani praticanti, il 70% dei cristiani non praticanti, l’83% di coloro che non professano alcuna religione (il 59% della popolazione generale del Paese è favorevole). In Irlanda il 43% dei cristiani praticanti, l’80% dei cristiani non praticanti, l’87% di coloro che non professano alcuna religione (il 66% della popolazione generale del Paese è favorevole). In Spagna è favorevole il 59% dei cristiani praticanti, il 79% dei cristiani non praticanti, il 90% di coloro che non professano alcuna religione (il 77% della popolazione generale del Paese è favorevole). In Germania il 53% dei cristiani praticanti, l’82% dei cristiani non praticanti, l’86% di coloro che non professano alcuna religione (il 75% della popolazione generale del Paese è favorevole). Nel Regno Unito sono favorevoli il 63% dei cristiani praticanti, il 83% dei cristiani non praticanti, l’82% di coloro che non professano alcuna religione (il 77% della popolazione generale del Paese è favorevole).

 

«L’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e il ruolo della religione nelle attività di governo sono tre aree in cui gli atteggiamenti dei cristiani non praticanti si avvicinano ampiamente a quelli delle persone che non si riconoscono in nessuna religione. Una vasta maggioranza dei cristiani non praticanti e delle persone con “nessuna religione” ritiene che l’aborto dovrebbe essere legale in tutti o nella maggior parte dei casi e che alle coppie omosessuali dovrebbe essere consentito contrarre matrimonio».

 

Per quanto riguarda invece il rapporto con la politica, in termini generali, gli europei occidentali non sono favorevoli al legame tra i loro governi e la religione. In tutti i 15 i Paesi inclusi nel sondaggio, infatti, prevale l’idea che la religione debba rimanere separata dalle politiche di governo (mediana del 60%), mentre il concetto che le politiche governative debbano sostenere la fede e i valori religiosi si attesta sul 36%.

 

I cristiani non praticanti tendono a sostenere che la religione dovrebbe rimanere separata dalle politiche governative. Eppure, una nutrita minoranza (mediana del 35%) di cristiani non praticanti ritiene che il governo dovrebbe sostenere la fede e i valori religiosi nel proprio Paese ed è molto più propensa ad assumere questa posizione rispetto agli adulti che non si riconoscono in nessuna religione. Nel Regno Unito, ad esempio, il 40% dei cristiani non praticanti afferma che il governo dovrebbe sostenere la fede e i valori religiosi, contro il 18% delle persone con «nessuna religione».

 

In tutti i Paesi inclusi nel sondaggio, i cristiani praticanti sono molto più propensi dei cristiani non praticanti a ritenere che il governo dovrebbe sostenere i valori religiosi. In Austria, ad esempio, questa posizione è condivisa dalla maggioranza (64%) dei cristiani praticanti, contro il 38% dei cristiani non praticanti.

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