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Cattolica Library
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Gemelli, Musatti e la psicoanalisi freudiana
Elena Zorzella, Roberto Sola  |  27 febbraio 2024

Iniziato in un mondo culturale pesantemente condizionato dal fascismo, nei primi anni dell’Italia repubblicana il lungo e complesso rapporto accademico tra padre Gemelli e Cesare Musatti[1] ha modo di svilupparsi con maggiore libertà. La fine del Secondo conflitto mondiale porta con sé, oltre alla caduta di molti dei regimi che avevano segnato il ventennio precedente, una strutturale apertura e un allargamento dei confini della conoscenza, e l’ancora piccolo mondo della psicologia italiana non ne resterà immune: lo sdoganamento delle teorie freudiane porterà a un’inevitabile virata della disciplina verso le sponde della psicoanalisi.

Nel 1949 Cesare Musatti dà alle stampe il suo Trattato di psicoanalisi, che diverrà fondamentale per la disciplina e che rimane tutt’oggi studiato e dibattuto; gli utenti della Biblioteca lo possono consultare grazie alle varie edizioni disponibili nel Catalogo d’Ateneo, dalla prima edizione di Einaudi all’edizione più recente del 1998 di Bollati Boringhieri. Il manuale rimane il testo di riferimento più esauriente e approfondito della teoria freudiana e nelle sei parti di cui è costituito ne approfondisce ogni caposaldo: le origini della psicoanalisi; la teoria psicoanalitica del sogno; le disfunzioni momentanee della vita comune; i prodotti della fantasia e le raffigurazioni dell’arte; la dottrina degli istinti e la struttura della personalità umana. Corredato di casi clinici, l’opera riesce nella divulgazione grazie alla chiara prosa dell’autore, che non rinuncia mai a evidenziare aspetti che lo lasciano dubbioso e perplesso o che gli sembrano bisognosi di chiarimenti, di integrazioni o di revisioni, nella consapevolezza che per oltrepassare Freud bisogna passare attraverso Freud.
Per comprendere meglio l’importanza del ruolo di Musatti nella diffusione e nell’affermarsi del pensiero freudiano e della psicoanalisi in Italia, i contributi di importanti psicologi della scena nazionale (come ad esempio Musatti e Gemelli di Leonardo Ancona) presenti in Cesare Musatti e la psicologia italiana offrono in poche pagine una visione approfondita del significato del suo lavoro e della sua «capacità di seguire con affetto e con rigore scientifico una tesi, ma nello stesso tempo di coglierne l’aspetto critico che essa presenta, di continuare a credere ma nello stesso tempo di non raggiungere mai una posizione fideista»[2]




Padre Gemelli
non poteva rimanere estraneo agli eventi: «La realtà, dunque, della posizione gemelliana sulla psicoanalisi, specie se considerata nell’arco di un quarantennio che si dispiega tra stagioni culturali ben diverse […] appare invero complessa e dunque articolata»[3]. In questa fase egli assunse un atteggiamento particolarmente critico di fronte alle nuove tendenze della psicologia, soprattutto per il loro rapido imporsi all’interno del dibattito non solo scientifico ma anche culturale, e le sue posizioni erano di convinto rifiuto: «Le preoccupazioni per la diffusione tra il vasto pubblico delle teorie e della terapia analitiche resteranno, questo sì in Gemelli, una costante. Dottrina tanto più pericolosa proprio perché intelligente e in parte vera»[4]. E quando Musatti gli rinfacciava «l’incoerenza di accettare il metodo psicoanalitico, ma non le conseguenze che grazie a esso si traggono nella teoria»[5], così rispondeva Gemelli: «La psicoanalisi se la fai tu mi va bene, ma se la fa un altro non mi va bene, perché ho paura che questi psicoanalisti riescano ad influire sulla personalità dei pazienti e ad agire sopra di loro in modo tale da violentare la loro personalità»[6].
Le posizioni del Rettore dell’Università Cattolica nei riguardi della psicoanalisi, in particolare nella sua forma riferibile all’opera di Freud, saranno sempre dialetticamente coerenti: da un lato ne apprezzerà il metodo che considera la persona nel suo essere sia mente che corpo, contro le tendenze organiciste egemoni nella prima metà Novecento, dall’altro ne condannerà con veemenza la distanza incolmabile dall’antropologia cristiana: «Le difficoltà antropologiche avevano due nuclei centrali, tra loro intimamente connessi: il contenuto decisamente sessuale delle interpretazioni […] e la rivendicazione da parte della psicoanalisi di essere il metodo unico per curare i malati, interpretando tutto come proveniente da pulsioni istintuali inconsce. Ogni altra prospettiva era considerata falsa e ingannatrice»[7].

Il tentativo di trovare una via che armonizzasse la psicoanalisi e l’antropologia cristiana porterà grande progresso nella disciplina e sarà incarnato dall’opera del miglior allievo di Gemelli, in parte anche collaboratore di Musatti: Leonardo Ancona. Tra le tante risorse documentali che il Sistema bibliotecario e documentale d’Ateneo offre, un’importante occasione per approfondire questo tentativo è rappresentata da due opere di questo docente di Psicologia della Cattolica che ricoprì la cattedra del suo maestro e Rettore, e che ebbe importanti cariche all’interno del mondo accademico italiano. In particolare, La mia vita e la psicoanalisi. Una narrazione soggettiva di scontri-incontri tra psicoanalisi e sacro racconta l’appassionante incontro tra un uomo di fede e le teorie freudiane: l’apertura iniziale alla psicoanalisi, i primi contributi scientifici e lo studio clinico degli atteggiamenti religiosi, senza tralasciare temi delicati quali il rapporto fra etica psicoanalitica e morale cristiana, il tema della colpa e la questione della vocazione. Il debito della Chiesa alla psicoanalisi è invece la testimonianza dell’incontro tra due mondi per alcuni aspetti inconciliabili – l’antropologia cristiana e il mondo psicoanalitico – e dei frutti che questo accostamento ha saputo generare, trasformandosi in un dialogo virtuoso e che continua a generare progressi.


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Note 

  1. I primi scambi epistolari tra Gemelli e Musatti sono rievocati in E. Zorzella, R. Sola, Gemelli e Musatti: un carteggio per ricordare, riscoprire, progettare, Cattolica Library 54, 19 dicembre 2023.
  2. D. Romano, R. Sigurtà (a cura di), Cesare Musatti e la psicologia italiana, Franco Angeli, 2000, p. 124.
  3. M. Fornaro, I primi approcci di Gemelli alla psicoanalisi: l’adesione al metodo, “Rassegna di Psicologia”, 3, 2010, Il Mulino, p. 84.
  4. Ivi, p. 88.
  5. M. Fornaro, Gemelli, Musatti e la psicoanalisi. La celebre querelle tra due amici-nemici, Psicoterapia e Scienze Umane, 2009, XLIII, 4, pp. 495.
  6. Ivi, p. 496.
  7. C. Bresciani, Il debito della Chiesa alla psicoanalisi di Leonardo Ancona, “Tredimensioni”, n. 4, 2007, p. 330.

 

 
 
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