L’ASTRONOMO CHE HA PORTATO NAPOLI NELLO SPAZIO

Il cielo di Annibale de Gasparis

In occasione del 200esimo anniversario della nascita di Annibale de Gasparis, l'Osservatorio Inaf di Capodimonte e l'Università “Parthenope” dedicano all'astronomo napoletano un workshop sulla tradizione italiana nello studio dei corpi minori del Sistema solare. Nella serata di venerdì 8 novembre, apertura straordinaria al pubblico, che potrà per la prima volta accedere alle cupole storiche dell’Osservatorio

     05/11/2019

Ritratto di Annibale de Gasparis in un disegno di Luigi de Crescenzo, 1850 ca.

Il 9 novembre 2019 ricorrono i 200 anni dalla nascita di Annibale de Gasparis, «scienziato abituato ad appuntare in alto lo sguardo e l’intelletto». De Gasparis fu astronomo e matematico di grande rilevanza nazionale e internazionale per i suoi studi sul Sistema solare, scoprendo tra il 1849 e il 1865 ben nove asteroidi: Hygiea, Parthenope, Egeria, Eunomia, Psyche, Massalia, Themis, Ausonia e Beatrice. Oltre alle onorificenze ricevute da re e imperatori e alla nomina a Senatore del Regno, de Gasparis è a tutt’oggi uno dei cinque astronomi italiani premiati con la medaglia d’oro della Royal Astronomical Society e l’unico scienziato che può vantare una serie continua di cinque Prix Lalande – oggi grande médaille – dell’Académie des Sciences di Francia.

Annibale de Gasparis rappresenta per l’Osservatorio astronomico di Capodimonte un personaggio chiave per l’indirizzo scientifico che impresse all’Istituto. Benché fosse un meccanico celeste puro, allargò gli orizzonti scientifici della Specola verso le osservazioni magnetiche, oltre a quelle meteorologiche, e verso gli studi astrofisici delle stelle, sostenendo la fondazione della Società degli spettroscopisti italiani, la prima società scientifica dedicata alla nuova scienza. Durante i suoi venticinque anni di direzione, de Gasparis rinnovò la dotazione strumentale dell’Osservatorio, ormai vecchia di oltre cinquant’anni. Nel 1862 riuscì a ottenere dal Ministero della pubblica istruzione l’acquisto del primo strumento scientifico dell’Italia unitaria, il telescopio di Merz, e nel 1869 convinse il Comune di Napoli a co-finanziare l’acquisto di uno dei maggiori cerchi meridiani di tutt’Europa.

A Napoli, la tradizione scientifica di Annibale de Gasparis continua a essere un campo di ricerca di primo piano sia per quel che riguarda le osservazioni astronomiche dei corpi minori del Sistema Solare, sia per l’importante contributo tecnologico allo sviluppo di strumentazione per le missioni spaziali dirette verso pianeti, comete e asteroidi.

L’Inaf-Osservatorio astronomico di Capodimonte e l’Università di Napoli “Parthenope”, da sempre in stretta collaborazione per lo sviluppo di progetti di ricerca per lo studio e l’esplorazione del Sistema solare, hanno voluto rendere omaggio all’astronomo dedicandogli l’Annibale de Gasparis workshop, che si terrà presso l’auditorium nazionale dell’Inaf “Ernesto Capocci” il 7 e l’8 novembre e sarà focalizzato sulla leadership italiana nello studio da Terra e dallo spazio degli oggetti minori del Sistema solare dall’inizio dell’Ottocento fino ad oggi.

«In un anno di grandi ricorrenze, tra cui i 50 anni dall’allunaggio, è doveroso celebrare anche il 200esimo anniversario della nascita di de Gasparis», dice Marcella Marconi, direttrice dell’Osservatorio, «personaggio importante per la storia dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte e per gli studi nel campo della planetologia, che a Napoli continuano a rivestire un ruolo di grande rilievo».

Il workshop, affrontando temi di natura storica e scientifica, approfondirà il ruolo svolto dagli astronomi italiani nello studio dei corpi minori del Sistema solare dalle scoperte di asteroidi e comete compiute in Italia nell’Ottocento alle moderne esplorazioni spaziali di comete, asteroidi, satelliti e pianeti attraverso le missioni spaziali dell’Esa e della Nasa, a cui gli istituti dell’Inaf e l’Università “Parthenope” contribuiscono con la progettazione e la realizzazione di strumenti spaziali, come Rosetta, Dawn, Juice e Comet Interceptor.

«Selezionata dall’Agenzia spaziale europea come missione di classe fast, Comet Interceptor sarà la prima missione spaziale a visitare una cometa incontaminata o un oggetto interstellare che avrà appena iniziato il suo viaggio nel Sistema solare interno», dice Alessandra Rotundi, dell’Università “Parthenope”, responsabile per l’Italia della missione. Comet Interceptor è frutto di uno sforzo congiunto di molti paesi europei e l’Italia dà un importante contributo di scienza e tecnologia. In particolare «lo strumento Disc (Dust Impact Sensor and Counter)», prosegue Vincenzo Della Corte, primo tecnologo dell’Inaf-Iaps di Roma e responsabile dello strumento, «sarà dedicato alla caratterizzazione in 3D della chioma di polvere. Si tratta dell’evoluzione del napoletanissimo strumento Giada, che ha raggiunto risultati straordinari esplorando la chioma di polvere della cometa “Chury”».

La cupola nord in una foto del 1929 con il telescopio usato da Annibale de Gasparis per le sue scoperte

La sera dell’8 novembre, a partire dalle 19, con una particolare cerimonia pubblica, la cupola nord dell’Osservatorio verrà intitolata ad Annibale de Gasparis. Da questa cupola l’astronomo compì le sue scoperte rendendo Napoli “il giardino prediletto degli asteroidi”. E per la prima volta le cupole storiche dell’Osservatorio saranno aperte al pubblico per fare osservazioni ai telescopi guidati dagli astronomi dell’Osservatorio e dall’Unione astrofili napoletani. Inoltre, Francesca Esposito, ricercatrice dell’Osservatorio di Napoli responsabile dello strumento MicroMed, che tra qualche mese volerà verso Marte a bordo della sonda ExoMars2020, terrà una conversazione scientifica dal titolo “OLTRE: Viaggio verso Marte alla ricerca di vita”.

Con la stessa curiosità e lo stesso entusiasmo che guidarono le scoperte di Annibale de Gasparis, Napoli guarda al cielo e partecipa all’esplorazione del Sistema solare.

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