OLTRE IL LIMITE

La legge dei fannulloni

OLTRE IL LIMITE

La legge dei fannulloni

Tutti insieme, alla fine di una giornata sfiancante (per le forze dell’ordine e per quanti si sono trovati a incrociare il loro corteo selvaggio con relativi blocchi del traffico), quelli di Hobo saranno stati sì e no un centinaio, compresi i «rinforzi» di altri collettivi universitari antagonisti. Cento su 80 mila studenti dell’Alma Mater. Pochi, pochissimi, nulla a che vedere con i movimenti studenteschi del passato (anche recente, vedi l’Onda) che, piacessero oppure no, riuscivano a mobilitare migliaia di giovani.

Un pugno di persone a cui è riuscito di tenere sotto scacco un pezzetto di città (la zona universitaria, da via Irnerio a via Zamboni) e che, è certo, replicherà appena possibile. Un ricatto per Bologna e per le sue istituzioni. Hobo, dunque, sgomberato da uno spazio occupato in via Filippo Re destinato a tutti gli studenti, non soltanto a quelli che la pensano come loro. Hobo, protagonista delle aggressioni verbali al professor Angelo Panebianco per i suoi editoriali sul Corriere della sera. Hobo che sul web ha aperto un sito per segnalare i docenti universitari che non piacciono (a loro).

Il sindaco Merola ieri ha marcato un confine: «Smetterei di chiamarli studenti, perché gli studenti studiano, si preoccupano del loro futuro, fanno anche dei lavoretti per mantenersi e non approfittano delle loro famiglie». Una grande Università come la nostra non deve temere spazi di dissenso, che ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Ma a tutto c’è un limite. Ed è stato superato da tempo.

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Claudia Baccarani
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