Scala, Chailly vicino alla nomina ma l'orchestra punta su Fabio Luisi

MILANO - Che la nomina di Riccardo Chailly a nuovo direttore musicale della Scala sia ormai già cosa fatta ha sorpreso una buona parte di professori dell'orchestra del teatro. Non certo per demerito del maestro milanese sessantenne, ora direttore del Gewandhaus di Lipsia, il cui nome come candidato numero uno circolava da tempo, ma per la rapidità e la «forzatura» con cui è stata presa e annunciata la decisione. I musicisti si interrogano sul tema almeno dall'autunno scorso, e avrebbero voluto discutere con il sovrintendente designato, Alexander Pereira (che entrerà in carica nell'ottobre 2014), portando una proposta ufficiale, pur sapendo che il loro parere, secondo lo statuto, non è vincolante ma semplicemente indicativo. Il 12 ottobre Pereira aveva incontrato la commissione artistica dell'orchestra, formata da cinque persone, ed aveva già annunciato la sua intenzione di nominare Chailly e fargli un contratto di sette anni. I professori, però, avevano chiesto un incontro col futuro sovrintendente, che Pereira aveva già messo in calendario entro la fine del mese, al suo ritorno dalla Cina. Nel frattempo gli orchestrali stavano preparando un referendum interno per capire, numeri alla mano, quali sono le reali preferenze dell'orchestra.

Da un sondaggio che si è tenuto qualche mese fa, il candidato dei professori era risultato Fabio Luisi, attualmente impegnato a Milano nelle recite del Don Carlo verdiano, direttore principale del Metropolitan e musicale dell'Opera di Zurigo. «In una delle prove - racconta uno di loro - è stato applaudito calorosamente».

L'indiscrezione sul nome di Chailly, uscita a sorpresa dopo l'ultima riunione del Cda e non smentita dal sindaco di Milano e presidente della Scala Giuliano Pisapia (che secondo le voci sarebbe favorevole alla nomina), ha spiazzato l'orchestra, che ha dato mandato alla commissione artistica di organizzare comunque a breve la votazione. Un'iniziativa democratica, tengono a precisare, non dettata dall'intento di porre veti o fare la guerra a Chailly, ma solo dalla volontà di far sentire la propria voce. Non sono pochi i sostenitori di Luisi (pare una cinquantina, su un organico fisso di 108 elementi), ma certo anche Chailly ha molte frecce al suo arco: è un nome richiestissimo all'estero ed ha un contratto con la casa discografica Decca. Ma molti tra gli orchestrali temono proprio che lo strapotere della major possa interferire sulle scelte artistiche del teatro e sugli ingaggi.

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PAOLA ZONCA