giovedì 2 ottobre 2014

“Ferita a morte” (a proposito di Ross@) di Vincenzo Facciolo




L’apparizione di Ross@, nella primavera del 2013, aveva suscitato fondate speranze di cambiamento in quella parte di sinistra italiana che, non avendo aderito ed accettato la prassi politica della Sinistra Radicale, si era ripiegata nel privato.

 

Il nuovo movimento, nato da convergenti analisi operate da più soggetti, si propose di occupare quel vuoto esistente a sinistra dello schieramento politico italiano sviluppando la propria azione su posizioni di netto antagonismo di classe.

L’obbiettivo di sintesi delle varie componenti di Ross@ era la nascita di un nuovo Soggetto Politico capace di aggregare, su alte proposte, quel dissenso che non avendo più chiari punti di riferimento, aveva abbandonato la lotta politica sia come momento di mobilitazione sia come momento di scelta, nelle tornate elettorali.

La proposta, appena lanciata nell’agone politico, suscita interesse, attrae consenso, si radica sui territori creando tra gli inscritti una rete sinergica di analisi, riesce ad aggregare interesse e partecipazione anche su specifiche manifestazioni, permettendo la crescita del Movimento nel suo insieme.

L’avvicinarsi delle elezioni europee genera, nella gracile struttura aggregativa di Ross@, spinte centrifughe che si concretizzano, successivamente al voto, con la volontaria uscita dal Movimento, di buona parte dei propri componenti.

Laceranti Coordinamenti Nazionali sono stati testimoni di questo logoramento progressivo al termine del quale le uniche componenti rimaste, hanno ritenuto opportuno, sulla spinta propulsiva dei Territori,  di tentare la trasformazione del Movimento in Soggetto Politico convocando l’Assemblea Generale degli iscritti e nominando, all’uopo, due commissioni con il rispettivo incarico dell’elaborazione del Documento Politico fondante e del conseguente Statuto.

Nel corso del lavoro delle Commissioni, vista l’inutilità delle proposte operative di metodo e merito, avanzate dalla componente territoriale (Ross@ Savona), la stessa percepisce l’esistenza di chiari tentativi monopolizzanti il potere decisionale delle Commissioni. Ne dà tempestiva e trasparente comunicazione ai Compagni chiedendo chiarezza sui punti fondanti il futuro Soggetto e sintetizzando il proprio pensiero su tre proposte di lavoro non oggetto di mediazione. La reazione scomposta, inopportuna, poco democratica nei toni e nei modi del compagno Giorgio Cremaschi è il chiaro sintomo che i timori espressi dai compagni di Ross@ Savona erano più che mai fondati.

I Compagni delegati del Territorio savonese, nei rispettivi incontri di Roma e Bologna con i componenti delle Commissioni, oltre che denunciare l’autoritaria e poco democratica intromissione operata da chi nelle stesse non aveva alcun diritto di intervento, contestano ai Coordinatori di aver permesso e tollerato l’inopportuno intervento e pertanto coerentemente si rifiutano di partecipare all’elaborazione di documenti già preconfezionati in altri luoghi e da altre penne, ritenendo il tutto non propedeutico alla nascita di un futuro Soggetto Politico.



Per chiarezza di pensiero e per doverosa informazione verso i Compagni di Ross@, è necessario fare un passo indietro negli anni e fermarsi all’A.D. 2000.

Nel Maggio del 2000 allo scopo di iniziare un percorso aggregativo sulla questione Comunista italiana, si tenne a Firenze un convegno dal quale nacque successivamente il “Coordinamento Comunista”.

Le componenti che diedero vita a questo Coordinamento erano:

1.                   Movimento per la confederazione dei Comunisti;

2.                   L’Altra Lombardia – Su la testa;

3.                   Rete dei Comunisti;

4.                   Il Coordinamento Comunista di Napoli;

5.                   Il Centro Culturale di Massa Carrara e La Spezia.

Il movimento ebbe vita breve, implose su se stesso l’anno successivo (2001) forse a causa del proprio “peccato originale” l’aggregazione anziché la fusione. Mi risulta che l’unica componente sopravvissuta sia proprio la Rete del Comunisti, forse perché la più strutturata o forse perché la più determinata politicamente.



Dopo questa breve doverosa parentesi vorrei entrare nel merito dei documenti che saranno oggetto di  votazione e mi auguro di discussione il prossimo 5 ottobre 2014 all’Assemblea degli iscritti di Ross@.

Il documento politico è apprezzabile solo come puro esercizio intellettuale, si presenta ben strutturato con impeccabile semantica, quasi elegante nel suo insieme; è carente purtroppo di incisiva proposta politica che dia ampio respiro ed indichi cosa la nascente “Associazione” debba fare, quali le priorità e quali i limiti operativi. Potrei paragonarlo ad una elegante sala da biliardo di un qualsiasi circolo italiano nel cui centro però il biliardo non è stato posizionato perché mai acquistato.



Lo Statuto, invece, che definisce i limiti, il potere ed il campo operativo dell’Associazione Movimento Politico “Ross@” , i cui iscritti ad oggi, secondo quanto ipotizzato dalla Compagna Coordinatrice della Commissione Organizzativa, sembra siano, me compreso, circa sessanta, è strutturato come si trattasse di regolamentare un partito politico simile al defunto “PCUS”.

Recita tra l’altro all’art. 3 “Ross@ Promuove, per il raggiungimento di questi obbiettivi, lo sviluppo di una forma politica organizzata nei termini previsti da questo Statuto.” Poi quali siano i “termini previsti da questo Statuto” non ci è dato saperlo, sarà la fantasia di compagni ad ipotizzarli!

Prevede all’art. 12 ben cinque organismi di struttura che vanno dall’Assemblea Nazionale alla Commissione di Garanzia. I compagni preposti al funzionamento di Ross@ dovranno necessariamente avere il giorno di 48 ore anziché di 24.

L’art. 10 invece è la paralisi completa. Concede al singolo militante la possibilità di chiedere “ogni qual volta lo ritiene opportuno” la riunione della propria Assemblea Territoriale. Capite Compagni che la presenza di un singolo soggetto con tendenze pazzoidi ha la possibilità di rendere inefficiente Ross@, o anche di demolirla territorialmente per il troppo abuso di convocazione.

L’art. 12 definendo i poteri dell’Assemblea Nazionale recita: “L’Assemblea Nazionale è il massimo organo politico di Ross@, definisce gli orientamenti e le scelte e fissa gli obbiettivi delle politiche generali dell’organizzazione, ai quali sono vincolate le proprie articolazioni territoriali” e fin qui tutto bene. L’asino casca quando si afferma “L’Assemblea si svolge di norma ogni due anni … ecc ecc.”.

Compagni, ci sta crollando il mondo addosso e noi dovremo sottoscrivere uno statuto che incatena Ross@ oggetto di supplizio alle rupi della Scizia, impedendole la flessibilità necessaria per affrontare situazioni nazionali ed internazionali che cambiano con velocità impressionante?

Proprio in questi giorni, la trionfante presenza di Renzi è messa in discussione, indicando un prossimo e possibile governo “Visco” al quale dare corso in autunno inoltrato e noi vincoliamo le decisioni di Ross@ a scadenza biennale. Vi chiedo e mi chiedo vogliamo per caso prenderci in giro? E nell’intervallo di questi due anni chi decide per Ross@?

L’orpello, o per meglio dire “La ciliegina sulla torta” si trova nell’articolo 5 dove è riportato: “A tal fine è possibile – in via transitoria - la non esclusività della partecipazione, in modo da consentire l'iscrizione a Ross@ di persone aderenti a partiti e altri soggetti politici i cui princìpi e scelte politiche non siano in contrasto con le finalità espresse nei documenti e nello Statuto di Ross@.” Questa è la pietra tombale che impedisce all’Associazione Ross@ il salto qualitativo politico auspicato all’articolo 3.

Compagni mi si dica quanto dura la transitorietà visto che, per quanto riguarda la convocazione dell’Assemblea, unica autorizzata a compiere scelte politiche è stato teorizzato un modico intervallo temporale, tra due convocazioni successive, di due anni.

In quella transitorietà gli iscritti a Ross@ ed ad altre soggetti politici, a chi dovranno “obbedienza”, concedetemi il poco elegante termine, a Ross@ o ai partiti politici di provenienza.

No compagni quanto proposto non può ne deve essere accettato, va respinto proprio perché in tal modo vengono preventivamente spezzate le ali all’Araba Fenice impedendole di levarsi alta in volo, in quel volo che, tutti insieme, avevamo ipotizzato prendesse.

I due documenti, Compagni, quello politico e quello organizzativo così come concepiti e strutturati portano il germe della morte di Ross@ costringono quel bel sogno a morire inesorabilmente nella mota del subappalto politico, rifiutatelo!



Un fraterno abbraccio Vincenzo.




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