L’apparizione
di Ross@, nella primavera del 2013, aveva suscitato fondate speranze di
cambiamento in quella parte di sinistra italiana che, non avendo aderito ed
accettato la prassi politica della Sinistra Radicale, si era ripiegata nel privato.
Il
nuovo movimento, nato da convergenti analisi operate da più soggetti, si propose
di occupare quel vuoto esistente a sinistra dello schieramento politico
italiano sviluppando la propria azione su posizioni di netto antagonismo di
classe.
L’obbiettivo
di sintesi delle varie componenti di Ross@ era la nascita di un nuovo Soggetto
Politico capace di aggregare, su alte proposte, quel dissenso che non avendo
più chiari punti di riferimento, aveva abbandonato la lotta politica sia come
momento di mobilitazione sia come momento di scelta, nelle tornate elettorali.
La
proposta, appena lanciata nell’agone politico, suscita interesse, attrae
consenso, si radica sui territori creando tra gli inscritti una rete sinergica
di analisi, riesce ad aggregare interesse e partecipazione anche su specifiche
manifestazioni, permettendo la crescita del Movimento nel suo insieme.
L’avvicinarsi
delle elezioni europee genera, nella gracile struttura aggregativa di Ross@,
spinte centrifughe che si concretizzano, successivamente al voto, con la
volontaria uscita dal Movimento, di buona parte dei propri componenti.
Laceranti
Coordinamenti Nazionali sono stati testimoni di questo logoramento progressivo
al termine del quale le uniche componenti rimaste, hanno ritenuto opportuno, sulla
spinta propulsiva dei Territori, di tentare
la trasformazione del Movimento in Soggetto Politico convocando l’Assemblea
Generale degli iscritti e nominando, all’uopo, due commissioni con il
rispettivo incarico dell’elaborazione del Documento Politico fondante e del
conseguente Statuto.
Nel
corso del lavoro delle Commissioni, vista l’inutilità delle proposte operative
di metodo e merito, avanzate dalla componente territoriale (Ross@ Savona), la
stessa percepisce l’esistenza di chiari tentativi monopolizzanti il potere
decisionale delle Commissioni. Ne dà tempestiva e trasparente comunicazione ai
Compagni chiedendo chiarezza sui punti fondanti il futuro Soggetto e
sintetizzando il proprio pensiero su tre proposte di lavoro non oggetto di
mediazione. La reazione scomposta, inopportuna, poco democratica nei toni e nei
modi del compagno Giorgio Cremaschi è il chiaro sintomo che i timori espressi
dai compagni di Ross@ Savona erano più che mai fondati.
I Compagni
delegati del Territorio savonese, nei rispettivi incontri di Roma e Bologna con
i componenti delle Commissioni, oltre che denunciare l’autoritaria e poco
democratica intromissione operata da chi nelle stesse non aveva alcun diritto
di intervento, contestano ai Coordinatori di aver permesso e tollerato
l’inopportuno intervento e pertanto coerentemente si rifiutano di partecipare
all’elaborazione di documenti già preconfezionati in altri luoghi e da altre penne,
ritenendo il tutto non propedeutico alla nascita di un futuro Soggetto
Politico.
Per
chiarezza di pensiero e per doverosa informazione verso i Compagni di Ross@, è
necessario fare un passo indietro negli anni e fermarsi all’A.D. 2000.
Nel
Maggio del 2000 allo scopo di iniziare un percorso aggregativo sulla questione
Comunista italiana, si tenne a Firenze un convegno dal quale nacque successivamente
il “Coordinamento Comunista”.
Le
componenti che diedero vita a questo Coordinamento erano:
1.
Movimento per la
confederazione dei Comunisti;
2.
L’Altra Lombardia
– Su la testa;
3.
Rete dei
Comunisti;
4.
Il Coordinamento
Comunista di Napoli;
5.
Il Centro Culturale
di Massa Carrara e La Spezia.
Il
movimento ebbe vita breve, implose su se stesso l’anno successivo (2001) forse
a causa del proprio “peccato originale” l’aggregazione anziché la fusione.
Mi risulta che l’unica componente sopravvissuta sia proprio la Rete del
Comunisti, forse perché la più strutturata o forse perché la più determinata
politicamente.
Dopo
questa breve doverosa parentesi vorrei entrare nel merito dei documenti che
saranno oggetto di votazione e mi auguro
di discussione il prossimo 5 ottobre 2014 all’Assemblea degli iscritti di
Ross@.
Il
documento politico è apprezzabile solo come puro esercizio intellettuale, si
presenta ben strutturato con impeccabile semantica, quasi elegante nel suo
insieme; è carente purtroppo di incisiva proposta politica che dia ampio
respiro ed indichi cosa la nascente “Associazione” debba fare, quali le
priorità e quali i limiti operativi. Potrei paragonarlo ad una elegante sala da
biliardo di un qualsiasi circolo italiano nel cui centro però il biliardo non è
stato posizionato perché mai acquistato.
Lo
Statuto, invece, che definisce i limiti, il potere ed il campo operativo dell’Associazione
Movimento Politico “Ross@” , i cui iscritti ad oggi, secondo quanto ipotizzato
dalla Compagna Coordinatrice della Commissione Organizzativa, sembra siano, me
compreso, circa sessanta, è strutturato come si trattasse di regolamentare un
partito politico simile al defunto “PCUS”.
Recita
tra l’altro all’art. 3 “Ross@ Promuove, per il raggiungimento di questi
obbiettivi, lo sviluppo di una forma politica organizzata nei termini previsti
da questo Statuto.” Poi quali siano i “termini previsti da questo Statuto”
non ci è dato saperlo, sarà la fantasia di compagni ad ipotizzarli!
Prevede
all’art. 12 ben cinque organismi di struttura che vanno dall’Assemblea Nazionale
alla Commissione di Garanzia. I compagni preposti al funzionamento di Ross@
dovranno necessariamente avere il giorno di 48 ore anziché di 24.
L’art.
10 invece è la paralisi completa. Concede al singolo militante la possibilità
di chiedere “ogni qual volta lo ritiene opportuno” la riunione della
propria Assemblea Territoriale. Capite Compagni che la presenza di un singolo
soggetto con tendenze pazzoidi ha la possibilità di rendere inefficiente Ross@,
o anche di demolirla territorialmente per il troppo abuso di convocazione.
L’art.
12 definendo i poteri dell’Assemblea Nazionale recita: “L’Assemblea
Nazionale è il massimo organo politico di Ross@, definisce gli orientamenti e
le scelte e fissa gli obbiettivi delle politiche generali dell’organizzazione,
ai quali sono vincolate le proprie articolazioni
territoriali” e fin qui tutto bene. L’asino casca quando si afferma “L’Assemblea si svolge di norma ogni due
anni … ecc ecc.”.
Compagni,
ci sta crollando il mondo addosso e noi dovremo sottoscrivere uno statuto che
incatena Ross@ oggetto di supplizio alle rupi della Scizia, impedendole la
flessibilità necessaria per affrontare situazioni nazionali ed internazionali
che cambiano con velocità impressionante?
Proprio
in questi giorni, la trionfante presenza di Renzi è messa in discussione,
indicando un prossimo e possibile governo “Visco” al quale dare corso in
autunno inoltrato e noi vincoliamo le decisioni di Ross@ a scadenza biennale. Vi
chiedo e mi chiedo vogliamo per caso prenderci in giro? E nell’intervallo di
questi due anni chi decide per Ross@?
L’orpello,
o per meglio dire “La ciliegina sulla torta” si trova nell’articolo 5 dove è
riportato: “A tal fine è possibile – in via transitoria - la non esclusività
della partecipazione, in modo da consentire l'iscrizione a Ross@ di persone
aderenti a partiti e altri soggetti politici i cui princìpi e scelte politiche
non siano in contrasto con le finalità espresse nei documenti e nello Statuto
di Ross@.” Questa è la pietra tombale che impedisce all’Associazione Ross@
il salto qualitativo politico auspicato all’articolo 3.
Compagni
mi si dica quanto dura la transitorietà visto che, per quanto riguarda la
convocazione dell’Assemblea, unica autorizzata a compiere scelte politiche è
stato teorizzato un modico intervallo temporale, tra due convocazioni
successive, di due anni.
In
quella transitorietà gli iscritti a Ross@ ed ad altre soggetti politici, a chi
dovranno “obbedienza”, concedetemi il poco elegante termine, a Ross@ o ai
partiti politici di provenienza.
No
compagni quanto proposto non può ne deve essere accettato, va respinto proprio
perché in tal modo vengono preventivamente spezzate le ali all’Araba Fenice
impedendole di levarsi alta in volo, in quel volo che, tutti insieme, avevamo
ipotizzato prendesse.
I
due documenti, Compagni, quello politico e quello organizzativo così come
concepiti e strutturati portano il germe della morte di Ross@ costringono quel
bel sogno a morire inesorabilmente nella mota del subappalto politico, rifiutatelo!
Un
fraterno abbraccio Vincenzo.
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