«La crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo, mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati
dominanti negli ultimi anni». Ad affermarlo è Papa Ratzinger in un discorso rivolto ai membri della Fondazione «Centesimus Annus» che raccoglie anche capitani d'industria e banchieri, ai quali il Pontefice ricorda che «la libertà nel settore dell'economia deve inquadrarsi in un solido contesto giuridico che la metta al servizio della libertà umana integrale, una libertà responsabile il cui centro è etico e religioso». Dunque, «bene ha fatto» la Fondazione ad affrontare nel suo Convegno annuale «il tema della ricerca e della individuazione di quali siano i valori e le regole a cui il mondo economico dovrebbe attenersi per porre in essere un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della dignità umana».
«Come sapete - dice ancora Benedetto XVI ai suoi illustri ospiti, guidati in Vaticano da loro presidente, conte Lorenzo Rossi di Montelera - verrà prossimamente pubblicata la mia Enciclica dedicata proprio al vasto tema dell'economia e del lavoro: in essa verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale».
In proposito il Papa teologo sottolinea l'attualità dell'enciclica sociale più importante di Giovanni Paolo II, la Centesimus Annus alla quale si richiama la Fondazione presieduta da Rossi di Montelera, e cita la sua affermazione più forte: «come la persona realizza pienamente se stessa nel libero dono di sè, così la proprietà si giustifica moralmente nel creare, nei modi e nei tempi dovuti, occasioni di lavoro e crescita umana per tutti». E riafferma quanto siano necessarie «le interdipendenze tra istituzioni, società e mercato» richiamate nell'Enciclica del suo «venerato
Predecessore», nella quale l'economia di mercato viene intesa quale «sistema economico che riconosce il ruolo fondamentale e positivo dell'impresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore dell'economia, può essere riconosciuta come via di progresso economico e civile solo se orientata al bene comune».