Milano, 11 novembre 2014 - 08:57

Una laurea non basta. Con un corso adesso se ne prendono due (o tre)

Il boom dei «double degree»: più di 400 corsi che portano a titoli validi anche nei Paesi delle università partner

Antonella De Gregorio 

«Partono ragazzi e tornano uomini. Con una marcia in più». Competenze trasversali, capacità di risolvere i problemi: «gli si accende un led», dice Agnese Cofler, responsabile del Settore Affari Internazionali dell’università Bicocca di Milano. Parla di quegli studenti che, sempre più numerosi, scelgono di dare al proprio curriculum un taglio internazionale e di arrivare a fine percorso non con un pezzo di carta, ma con due (o tre). I «double degree», le doppie lauree, stanno entrando in maniera massiccia nell’offerta formativa delle università: più di 400 i corsi che portano al doppio titolo, distribuiti a macchia di leopardo in atenei pubblici e privati, dal Sud al Nord. Garantiscono ai giovani laureati di sistemarsi più facilmente, in Italia o altrove, senza l’incomodo di sostenere esami aggiuntivi. «Sono percorsi formativi progettati con atenei di tutto il mondo, che prevedono lunghi periodi all’estero nei quali si sostengono esami in inglese o nella lingua del Paese di destinazione», spiega Cofler.

shadow carousel
Double degree: due lauree con un solo percorso di studi

Da Bologna alla Cina

Si può studiare Architettura al Politecnico di Milano e insieme anche in Messico, Venezuela, Turchia; Agraria a Padova e in Danimarca, ottenendo due titoli validi in entrambi i Paesi; Filosofia a Bologna e in Germania; Sociologia a Trento e in Spagna; Cooperazione internazionale alla Sapienza di Roma e in Colombia; Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Torino e in Cina. Centinaia di «doppie» porte, aperte sul mondo. «La tesi di laurea viene discussa in Italia, ma spesso c’è la partecipazione via Skype della commissione dell’università convenzionata, che può essere a migliaia di distanza» - spiega la docente milanese. E, alla fine, due pergamene (double degree, appunto), con timbro e firma dei diversi rettori, oppure un unico titolo «europeo», con curriculum integrato (joint degree), riconosciuto da tutti gli atenei coinvolti. Un diploma simile è una strada spianata per accedere a contesti internazionali, partecipare a concorsi, accedere a dottorati, inserirsi nel mondo del lavoro di un Paese straniero.

shadow carousel
Corsi congiunti Erasmus Mundus

Motivazione e borse di studio

Non è però un’esperienza per tutti: requisiti essenziali, conoscenza della lingua del posto dove si soggiornerà (e studierà), forte motivazione, spirito di intraprendenza, buoni voti. «Per le università si tratta di una scommessa e di un investimento (a bilancio 150mila euro l’anno per borse di studio e costi d’alloggio degli studenti fuori sede, ndr). Stimola i docenti a tenere lezioni in inglese, crea sinergie tra i corsi. Gli accordi si costruiscono di anno in anno, pianificando i numeri in entrata e in uscita, per mantenere un equilibrio. E interessa molto anche alle aziende». Alla Bicocca i corsi attivi sono sette, quasi tutti relativi a lauree magistrali (Economia, Economia del Turismo, Geologia, Turismo, Progettazione di servizi sociali, Biologia) e una triennale (Ottica e optometria, svolta in collaborazione con la Germania, dove gli studenti milanesi apprendono nozioni di marketing e business che in Italia non studierebbero).

La convenzione di Bologna

Scovare le opportunità non è facile, bisogna informarsi presso le segreterie o sui siti degli atenei. Nel portale Universitaly, dopo aver selezionato materia e ateneo, sotto la voce «scheda informativa» compaiono le Università partner e si può approfondire quale tipo di accordo intrattengono. Forse non il canale più immediato per diffondere lo spirito della convenzione del «Processo di Bologna», quel movimento di riforme - iniziato nel 1999 nel capoluogo emiliano, quando i ministri dell’istruzione di 29 paesi europei sottoscrissero una dichiarazione congiunta per la costituzione di uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore (obiettivo da realizzare entro il 2010, poi slittato al 2020) - nel cui ambito nacque la doppia laurea. Un grande sforzo di convergenza dei sistemi universitari, per garantire un’architettura comune dei titoli di studio, la trasparenza e la leggibilità dei percorsi formativi e l’attrattività dell’istruzione superiore europea sulla scena mondiale.

Trento in prima fila

Tra i primi a organizzare corsi per la doppia laurea, l’Università di Trento, che iniziò nel 1997 a sottoscrivere accordi con atenei stranieri in tutto il mondo, coinvolgendo ogni suo dipartimento. I primi con le università di Brema, Dresda, Friburgo. E poi con la Francia, la Spagna, il Portogallo, i Paesi Bassi, l’Austria, la Croazia, il Regno Unito, la Svezia, la Finlandia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la Lituania, gli Stati Uniti e la Cina: oggi, 34 accordi attivi, con programmi che hanno coinvolto 173 studenti in entrata e 403 in uscita.

Le altre

Molte altre università italiane hanno accordi con atenei prestigiosi: Brescia dà la possibilità agli ingegneri di laurearsi anche in Francia e negli Stati Uniti. La Luiss di Roma ha attivato il double degree in international management in collaborazione con l’università di Shanghai e quello il legge in collaborazione con la Fordham University di New York (insieme a un’altra decina di doppi corsi di laurea magistrale). L’Università di Bologna ha attivi 39 percorsi integrati (6 lauree triennali e 33 lauree magistrali) con 39 atenei europei e 15 extra europei: coinvolti, 150 studenti. La Bocconi di Milano ha un nutrito ventaglio di programmi «multipli»: dai double degree per gli studenti delle lauree specialistiche, al WBB (il World Bachelor in Business) corso di primo livello della durata di 4 anni che rilascia un triplo titolo di studio, riconosciuto in Europa, America e Asia, grazie al programma studiato insieme ai due atenei partner: la University of Southern California e Hong Kong University of Science and Technology. Ci son poi i network internazionali del China Master in International Management, in collaborazione con Shangha; la laurea specialistica in International management del Cems (29 scuole in 5 continenti e 68 aziende partner); il Themis Law Network per la laurea quinquennale in giurisprudenza con altre 6 università. Quattro i corsi di doppio titolo dell’Università Cattolica, nelle diverse sedi: Management internazionale, che da Piacenza proietta in Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Messico, Colombia e Stati Uniti; Agraria, a Cremona, ha accordi con l’Università di Wageningen (Olanda); per Psicologia, Milano si lega a Siviglia e Bogotà (Colombia); e Scienze politiche offre un doppio titolo con un’Università di Halle-Wittenberg, in Germania, vicino Lipsia. Per il momento – dice Alberto Krali, docente di Letteratura tedesca – si parte con lo scambio alla pari solo di cinque studenti italiani e tedeschi per garantire l’assistenza necessaria nella fase iniziale del progetto ma, se l’esperienza continuerà a dare riscontri positivi, aumenteremo il numero. Il Politecnico di Milano ha una fitta rete di accordi grazie all’iniziativa Time (Top Industrial Managers for Europe) che vede la partecipazione di 46 università tecniche prestigiose nel campo dell’ingegneria. E Francesco Profumo, presidente di Escp Europe Torino campus, ha appena tenuto a battesimo il primo percorso di laurea di primo livello della Esco Europe, business school internazionale, con sede in cinque nazioni europee (a Parigi, Londra, Berlino, Madrid e Torino): porterà gli studenti a conseguire una Laurea triennale in Management, studiando in tre Paesi europei, a scelta in 3 dei 5 campus della Business School.

Doppio tirocinio

Nel 2009 la doppia laurea valeva in un ateneo su tre: in ventinove potevano offrire il «double degree» di primo o secondo livello. Oggi sono quasi raddoppiati: metà del corso di laurea viene seguito nella propria università, gli ultimi due anni in media, con i relativi esami e l’eventuale formazione in azienda, si svolgono nei dipartimenti convenzionati all’estero. Doppio tirocinio, insomma. E al ritorno lo studente avrà in tasca praticamente due lauree conseguite al prezzo di un solo ciclo di studi.

Il mondo Erasmus

In queste settimane sono anche partiti i bandi per la selezione degli studenti da ammettere ai corsi congiunti Erasmus Mundus 2015-2016 di secondo ciclo (master level) corrispondenti a corsi di laurea magistrale (o a corsi di master universitario di I livello, se di durata inferiore a 120 ECTS. Corsi che, dalla partenza del nuovo programma Erasmus Plus si chiamano oggi «Erasmus Mundus Joint Master Degrees». Si tratta di corsi che devono avere alcune caratteristiche imprescindibili: «essere realizzati da tre università di tre Paesi dell’Unione europea; in grado di formare figure professionali che hanno rispondenza nel mercato del lavoro internazionale; capaci di attrarre un’utenza internazionale, anche extra Ue», spiega Giovanni Finocchietti, direttore del Punto nazionale di contatto Italia - Erasmus Mundus. «Solo un numero limitato di corsi all’anno passa le selezioni». Gli studenti che partono con questo programma, siglano un learning agreement che consiste nell’elenco delle attività accademiche che prevede di svolgere all’estero e nell’elenco delle corrispondenti attività che gli saranno riconosciute al rientro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA