Il Mont Blanc? È ai datteri: la pasticceria araba alla conquista di Parigi

I dolcetti di "Diamande", specialista in delizie algerine a base di mandorle
I dolcetti di "Diamande", specialista in delizie algerine a base di mandorle 
La dolce rivoluzione della capitale francese: dalle periferie si spostano in centro i negozi di delizie figlie dell'incontro fra la cultura occidentale e quelle africana e orientale
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Il Ramadan ha i suoi dolci, difficili da trovare in altri periodi. Serviti dopo il tramonto, i qatayef siriani ripieni di formaggio dolce o di frutta secca, e gli chebakia magrebini fritti e ricoperti di miele sono due gemme dell’antichissima pasticceria orientale. Per assaggiare queste delizie bisognava allontanarsi dal centro delle nostre città e puntare ai quartieri multietnici. Almeno fino a oggi. Perché a Parigi è in corso una rivoluzione che sta cambiando l’immagine e il mercato di questa pasticceria millenaria. Le protagoniste di questo movimento arrivano da Paesi arabi ma sono cresciute in Francia, dove hanno studiato finanza o marketing prima di convertirsi alla cucina. La nostalgia dei dolci dell’infanzia, sommata alla voglia di riscattare sapori talvolta snobbati dai palati occidentali, le ha portate a creare un nuovo prodotto che sta rapidamente conquistando il mercato della capitale.

I dolcetti di "Diamande" 
I dolcetti di "Diamande"  

Meno zucchero, più contaminazione

Accanto a datteri e frutta secca arrivano vaniglia Bourbon, crema di Normandia e burro del Poitou-Charente, ai pistacchi iraniani si aggiungono quelli di Bronte, le nocciole del Piemonte e le noci del Périgord. Le porzioni si riducono, le sagome strizzano l’occhio all’alta pasticceria francese, i kadaïf, fili di pasta sagomati come nidi, diventano choux ricoperti di mango e gelsomino o limone al cardamomo. Le corna di gazzella si liberano dalla glassa, accanto ai makrouts spuntano Mont Blanc ai datteri. I sottilissimi strati croccanti di pasta fillo compongono le 1001 feuilles della Maison Aleph, versione orientale del classico millefoglie.

Le corna di gazzella della Maison Gazelle (@social food)
Le corna di gazzella della Maison Gazelle (@social food) 

Basta entrare nel reparto Gourmet delle Galeries Lafayette per rendersi conto del successo dell’operazione. “Bon voyage”, augura Sara Boukhaled a chi vuole scoprire i suoi dolci. Un viaggio fra i suoi due universi, Francia e Marocco, cui si è ispirata per reinterpretare uno capolavoro della pasticceria magrebina, trasformandolo in brand. La sua Maison Gazelle (www.maisongazelle.com) produce solo corna di gazzella: stilizzate nella forma, rese meno dolci e declinate in gusti insoliti, sono confezionate in eleganti cofanetti e hanno varianti limitate nel tempo e perciò esclusive. Oggi è uno dei nomi di grido della pasticceria, scardinata dall’aggettivo “orientale” che la confinava in periferia e a una clientela limitata.

Ma non è l’unica. I dolci di Myriam Sabet, chef della Maison Aleph (www.maisonaleph.com), sono nel cuore del Marais. Per riprodurre le delizie della sua Siria, Sabet ha abbandonato una carriera nella finanza, si è diplomata in pasticceria e ha trascorso mesi accanto a un maestro pasticciere siriano per impararne tecniche e segreti.

Croissant con Za'atar (@social food)
Croissant con Za'atar (@social food) 

La tradizione al passo coi tempi

L’onda dolce passa per la Tunisia di Masmoudi (www.patisseriemasmoudi.fr) nata a Sfax e con filiali a Lione e Marsiglia e per il Libano di Carla Rebeiz, ex bancaria oggi chef di Eats Thyme (www.eatsthyme.com) che propone croissant ricoperti di za’atar, miscela di timo, sesamo e sommacco con cui condisce le mann’oushe della colazione di Beirut. Sahara algerino e deserto saudita si ritrovano nella pasticceria “nomade” di Tipana (www.tipana-patisserienomade.com) dove le madeleines profumano di cardamomo e gli choux ai datteri sono ricoperti di chantilly au caramel au beurre salé.

Diamande (www.diamande.fr), specialista in dolci algerini a base di mandorle, è fedele al suo look e al suo indirizzo nei pressi di Bastille. Fuori dai quartieri chic, mantiene prezzi più accessibili (da 1,30 euro al pezzo, contro i 2.50 € delle altre maison) senza abbassare la qualità. Durante il Ramadan la cucina non conosce un momento di sosta.

 

Gli indirizzi a Parigi

Maison Aleph, 20 Rue de la Verrerie, www.maisonaleph.com

Maison Gazelle, 2 Rue Jean-Macé, www.maisongazelle.com; pop-up : Galeries Lafayette e La Grande Epicerie

Diamande, 4 rue Sedaine, www.diamande.fr

Tipana, 2 Rue Clément, www.tirana-patisserienomade.com

Eats Thyme, 44, rue Coquillière, www.eatsthyme.com

Masmoudi, 106 Boulevard Saint-Germain, www.patisseriemasmoudi.fr