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Da botulinato a zidanata
Le 4.000 nuove parole

Inventate dai giornali ora sono di uso comune

ROMA - Berlusconi batte Veltroni venti a diciotto. Il presidente del Consiglio, tra il 1998 e il 2008, ha regalato alla lingua italiana venti nuove parole derivate dal suo cognome, due in più del segretario del Pd. In ordine alfabetico si va da berluschese («modo di comunicare la politica promosso da Silvio Berlusconi») passando per berluscofobo, berlusconeide, berlusconite e finendo con Berlustroni («reciproca assimilazione delle posizioni politiche di Silvio Berlusconi e di Walter Veltroni»).

Invece il segretario del Pd può vantare parti del suo cognome da Veltrolandia («mondo sognato e vagheggiato da Walter Veltroni »), attraverso veltronata, veltrones, ovviamente veltronizzare e concludendo (guarda caso) con veltrusconismo («tendenza determinata dal reciproco avvicinamento delle scelte politiche di Walter Veltroni e Silvio Berlusconi»). Quando si dice il caso, ma stavolta fa riflettere. In dieci anni di registrazione e racconto della realtà, 57 giornali italiani hanno prodotto complessivamente 4.163 nuovi vocaboli. Lo testimonia il volume appena uscito Neologismi. Parole nuove dai giornali edito dalla Treccani e curato da Giovanni Adamo, dirigente di ricerca nell’area linguistica del Consiglio nazionale delle ricerche, e Valeria Della Valle, professoressa di Linguistica italiana all’università La Sapienza di Roma. Non si tratta ovviamente (siamo all’Enciclopedia Italiana) di casi estemporanei.

Le citazioni giornalistiche sono in tutto 10.132: per raggiungere l’accettazione ufficiale, una parola ha dovuto «affermarsi » nella lingua, ovvero apparire più volte e sempre con lo stesso significato. Al netto di Berlusconi e Veltroni c ’ è spazio anche per Massimo D’Alema (dalemista), per Francesco Rutelli (rutellata, rutellismo, rutelliano). Gianfranco Fini deve accontentarsi di finiano mentre Tremonti porta a casa tremontiano, Tremonti- boys, Tremontidipendente, Tremonti-pensiero, tremontismo. Mastella è un udeurrino come Casini è un udiccino. In quanto al resto, ce n’è un po’ per tutti i gusti. Gli sportivi possono ora contare su zidanata. Chi si occupa di moda ricorrerà a etno- chic. Quella signora dalle labbra insopportabilmente gonfie è sicuramente botulinata, gli economisti si allenano sulle misure ammazzacosti, il ministro Brunetta si batte contro il fannullonismo, quella costruita intorno a una coppia omosessuale rischia di formare una pseudofamiglia, chi supera gli schemi omo-etero sperimenta la metrosessualità, gli arabi aprono molte kebabberie nei centri storici italiani tenuti da kebabbari.

Attenzione, vuoi vedere che scoppia l’ennesima intercettopoli o la solita ricattopoli? Che gran voglia di gossipare on-line, la sinistra non parlamentare è in piena debertinottizzazione, meglio un bicchiere d’acqua di una cocacolonizzazione. Quel politico è attapirante, ovvero è a un passo dalla consegna del Tapiro d’oro di «Striscia la notizia». E lo show di prima serata è pippobaudiano, l’etimologia è fin troppo evidente. Dice Valeria Della Valle: «Qui non si tratta di vocaboli trasmessi oralmente. Ma di nuovi usi che hanno avuto una consacrazione e un’ufficializzazione attraverso i testi scritti. L’italiano ha una circolazione ridotta e avrebbe potuto correre il rischio di essere "sommerso" dall’inglese. Invece, per fortuna, riesce non solo a mantenere le posizioni di ricchezza espressiva ma addirittura è in grado di accrescerle. Queste parole nuove testimoniano lo sviluppo e i bisogni conoscitivi e narrativi di una società. Diventano, insomma, una fotografia della nostra epoca». Una sola obiezione. Il volume registra raiopoli («scandalo di malcostume nella gestione dell’ente radiotelevisivo italiano ») ma stranamente non raibaltone, espressione usata ormai da anni per sintetizzare il ribaltone politico di poltrone a viale Mazzini a ogni nomina nomina dei nuovi vertici. Ed è quello che sta per accadere a giorni, dopo l’elezione di Sergio Zavoli alla presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza Rai prevista per mercoledì.

Paolo Conti
02 febbraio 2009

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