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Bossi attacca Maroni: "Ha il culo largo per più poltrone"

L'eterna lotta tra il Senatùr e il segretario, iniziata a Bergamo nella manifestazione delle scope, continua senza sosta. Bossi: "Maroni deve dimettersi"

Bossi attacca Maroni: "Ha il culo largo per più poltrone"

Maroni applaudito più di Umberto Bossi. Era il 10 aprile del 2012. Bergamo si fece regno e simbolo di un cambiamento radicale. La manifestazione delle "scope" sancì la voglia di pulizia all'interno del Carroccio, all'indomani degli scandali legati alla malagestione del partito. Nonostante l'immutata venerazione dei padani nei confronti del Senatùr, a dominare la scena c'era l'ex ministro dell'Interno. Bossi era attore non protagonista. È lì che si potrebbero rintracciare le prime crepe nel rapporto tra i due. Crepe che, col passare dei giorni, sono aumentate.

Due linee diverse. Che si scontrano. Come oggi, quando Bossi ha tuonato ancora una volta contro il segretario. "Maroni da sei mesi dice "mi dimetto", poi, all’ultimo momento, si è accorto di avere il culo molto più largo, per poter stare su molte poltrone".

E poi ancora: "La Lega è in subbuglio, perché è sempre stata abituata ad avere un segretario che mantiene la parola". Insomma, Maroni è diventato neo governatore della Regione Lombardia, ma resta segretario. E questo non va giù a Bossi, che più volte ha puntato il dito contro Maroni.

Il 9 marzo scorso, in una telefonata di fuoco, il Senatùr minacciò così Maroni: "Ora basta. O ti dimetti o esco dalla Lega". La risposta del segretario arrivò a stretto giro di posta: "Il ricambio generazionale che ho iniziato con i congressi che hanno eletto Matteo Salvini e Flavio Tosi deve continuare: per quanto mi riguarda, il prossimo segretario federale deve essere uno della nuova generazione, che guiderà la Lega per i prossimi dieci anni, un quarantenne".

Una risposta diretta dopo che il Senatùr era tornato alla carica, paventando un suo ritorno alla guida del Carroccio. Infatti, in un e-book-intervista del giornalista di Libero Matteo Pandini, "La versione di Bossi", l'idea era chiara: "Bisogna mantenere assieme la Lega e io sono un fattore d’unione. Se non mi ripresento, divido la Lega. Io devo fare le cose per far crescere la Lega e tenerla unita, ho buone possibilità di vincere al congresso". Adesso, Bossi torna alla carica.

Per far fuori Maroni e, forse, per riprendersi la Lega.

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