PALMA DI MALLORCA - L'inchiesta giudiziaria per corruzione nei confronti del marito dell'infanta Cristina, secondogenita del re di Spagna Juan Carlos, ora tocca direttamente la famiglia reale. Cristina, 47 anni, è stata indagata dal giudice incaricato dell'inchiesta e dovrà presentarsi in tribunale per essere interrogata il 27 aprile. E' l'ultimo, potenzialmente dirompente, atto di questa vicenda che potrebbe addirittura portare re Juan Carlos all'abdicazione.
Il tentativo di separare le responsabilità del marito Iñaki Urgangarin dalle sue nel "caso Noos", l'istituto attraverso il quale l'uomo ha ottenuto pagamenti illeciti da amministrazioni comunali e regionali per eventi mai organizzati grazie a fatture gonfiate, non ha retto, almeno secondo il pm.
Una svolta è arrivata la settimana scorsa, quando l'ex socio del marito di Cristina, Diego Torres, ha consegnato al giudice una trentina di email nelle quali Iñaki consulta "Kid" - così chiama la moglie - sugli affari dell'Istituto; inoltre il suo segretario privato, Carlos Garcia Revenga, è già stato coinvolto ed è anche lui accusato di corruzione.
Urdangarin si è attribuito ogni responsabilità sul finanziamento truffaldino dell'Istituto Noos. Ma Cristina era nel direttivo dell'Istituto, aveva messo il suo segretario e consulente finanziario a disposizione del marito, riceveva email con comunicazioni meticolose sulle attività di Noos. Tutti indizi di una possibile conoscenza di quegli affari sporchi.
Si dice che per avallare la strategia difensiva, per costruire un personaggio della moglie devota che appoggiava il marito senza sapere come gonfiava il conto in banca, re Juan Carlos abbia fatto pressioni affinché sua figlia chiedesse il divorzio. E che lei si sia rifiutata di obbedire al padre. A Madrid si crede che il coinvolgimento di Cristina potrebbe costringere Juan Carlos ad abdicare, affidando le redini al figlio Felipe, per salvare il futuro della monarchia.
Il tentativo di separare le responsabilità del marito Iñaki Urgangarin dalle sue nel "caso Noos", l'istituto attraverso il quale l'uomo ha ottenuto pagamenti illeciti da amministrazioni comunali e regionali per eventi mai organizzati grazie a fatture gonfiate, non ha retto, almeno secondo il pm.
Una svolta è arrivata la settimana scorsa, quando l'ex socio del marito di Cristina, Diego Torres, ha consegnato al giudice una trentina di email nelle quali Iñaki consulta "Kid" - così chiama la moglie - sugli affari dell'Istituto; inoltre il suo segretario privato, Carlos Garcia Revenga, è già stato coinvolto ed è anche lui accusato di corruzione.
Urdangarin si è attribuito ogni responsabilità sul finanziamento truffaldino dell'Istituto Noos. Ma Cristina era nel direttivo dell'Istituto, aveva messo il suo segretario e consulente finanziario a disposizione del marito, riceveva email con comunicazioni meticolose sulle attività di Noos. Tutti indizi di una possibile conoscenza di quegli affari sporchi.
Si dice che per avallare la strategia difensiva, per costruire un personaggio della moglie devota che appoggiava il marito senza sapere come gonfiava il conto in banca, re Juan Carlos abbia fatto pressioni affinché sua figlia chiedesse il divorzio. E che lei si sia rifiutata di obbedire al padre. A Madrid si crede che il coinvolgimento di Cristina potrebbe costringere Juan Carlos ad abdicare, affidando le redini al figlio Felipe, per salvare il futuro della monarchia.