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Il primo messaggio natalizio di Papa Ratzinger
«Uniti contro terrore e povertà»
Preoccupazione anche per la proliferazioni delle armi. L'appello: «Nuovo ordine mondiale basato su pace e giustizia»
STRUMENTI
La prima benedizione Urbi et Orbi di Papa Benedetto XVI
ROMA - L'umanità «unita» può sconfiggere le «minacce» che gravano su di essa, dal terrorismo alle «condizioni di povertà umiliante di milioni di persone», alle armi e al degrado ambientale. L'uomo tecnologico rischia l'atrofia spirituale e potrebbe essere vittima degli stessi «successi» della propria intelligenza. Queste le preoccupazioni di Benedetto XVI nel giorno di Natale, il suo primo da Papa, quando per la prima volta rivolge «alla città e al mondo» il messaggio natalizio. Un messaggio tutto teso a incitare l' «uomo moderno, adulto eppure talora debole nel pensiero e nella volontà» a lasciarsi «prendere per mano dal bambino di Betlemme».

ORDINE MONDIALE - Nonostante le preoccupazioni segnalate, Ratzinger è comunque certo che «l'umanità unita» potrà affrontare le minacce e edificare «un nuovo ordine mondiale». E che l'uomo moderno saprà rivedere il suo «rapporto con il mondo e il modo di concepire la libertà».

Benedetto XVI (Ap)
NON FATE DELLA TECNOLOGIA UN DIO
- Dalla sua elezione, il Papa ha ripetutamente ricordato ai cattolici di non cedere al «relativismo etico», in cui le circostanze contingenti possono essere usate per giustificare azioni che dovrebbero essere considerate sbagliate in ogni caso. Ha proseguito su questa linea anche a Natale, ricordando i pericoli della tecnologia e del progresso. «Tanti sono stati i progressi compiuti in campo tecnico e scientifico; vaste sono le risorse materiali di cui oggi possiamo disporre. L'uomo dell'era tecnologica rischia però di essere vittima degli stessi successi della sua intelligenza e dei risultati delle sue capacità operative, se va incontro ad un'atrofia spirituale, ad un vuoto del cuore».

40 MILA IN PIAZZA - Tutto questo auspica il Pontefice, parole pronunciate davanti a una Piazza San Pietro gremita
: migliaia di fedeli (40mila in tutto) la affollano per un evento che viene seguito anche da 111 emittenti televisive di 55 Paesi.

PACE NEL MONDO - In altre parti del messaggio, il Papa si è appellato al rispetto dei diritti dei popoli che soffrono per la crisi umanitaria nella regione del Darfur, in Sudan. Ha lanciato un altro appello per la pace in Terra Santa (ribadendo quello pronunciato in occasione della messa di mezzanotte di Natale), invocando «comportamenti ispirati a lealtà e saggezza» in Iraq e Libano.Il Papa ha chiesto a Dio di favorire il dialogo nella penisola coreana, affinché «pericolose divergenze» possano essere risolte pacificamente lì e in altre parti dell'Asia.

GLI AUGURI- Quindi dopo il messaggio «Urbi et Orbi», i tradizionali auguri di Natale pronunciati in 33 lingue del mondo (rispetto all'elenco delle 32 inizialmente previste, viene aggiunto il filippino). Non un record comunque. Papa Wojtyla era solito rivolgere gli auguri natalizi in una sessantina di lingue.

RADICI CRISTIANE - Salutando i fedeli italiani, Ratzinger ha rivolto un ultimo auspicio: «L'Italia mantenga vive le sue radici cristiane, che hanno fecondato nei secoli la sua cultura e le sue tradizioni».
26 dicembre 2005