Roma

ECOLOGIA

Meno emissioni e risparmio energetico
ecco il progetto di Rifkin per la capitale

Presentato in Campidoglio lo studio dell'economista americano. Piani avveniristici, ambiente e green economy. Un investimento, per 20 anni, di 10 miliardi di euro. Legambiente: "Alemanno reitera annunci che riguardano interventi già in corso"

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Come una "biosfera", così Jeremy Rifkin immagina il funzionamento del sistema energetica-ambientale di Roma nel futuro a venire. Una città che deve cambiare pelle, in un piano industriale che partendo dal 2010 si chiuderà nel 2030. La terza rivoluzione industriale, come è stata definita, mette in rete progetti avveniristici, ambiente e green economy e porterà Roma a un investimento, per 20 anni, di 10 miliardi di euro (circa 500 milioni di euro l'anno) ma che ne renderà alla città 16. Il Master Plan è stato presentato, dopo 6 mesi di lavoro, dallo stesso economista americano, dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno e dall'assessore capitolino all'ambiente, Fabio De Lillo.

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Il progetto passa attraverso un elaborato piano di efficienza energetica per ridurre le emissioni del 46% entro il 2030. Il progetto di Rifkin punta ad un nuovo sviluppo del modello urbanistico romano con l'energia ripensata "per zone concentriche e intercollegate". In base al piano il centro cittadino dovrà diventare un luogo attraente in controtendenza con l'attuale spopolamento. Una possibile soluzione potrebbe essere la trasformazione di edifici militari e commerciali dismessi in nuovi blocchi residenziali attraverso l'utilizzo di tecniche di ristrutturazione innovative. Accanto a questo c'è lo sviluppo dell'anello commerciale e industriale in modo sostenibile interconnesso con il centro con sistemi di trasporto di massa biciclette e percorsi a piedi. L'anello commerciale industriale dovrebbe diventare poi un vasto laboratorio per lo sviluppo di tecnologie e servizi per trasformare roma in modello di economia a basso contenuto di carbonio. Infine la parte agricola della città che dovrà essere potenziata e sviluppata. Il tutto per limitare le emissioni che calcolando una crescita del 30% dell'economia cittadine sul periodo 2010-2030, senza azioni per limitare le emissioni potrebbe portare ad una crescita delle stesse del 4%.

"E' un piano economico di sviluppo, un'immaginazione creativa che diventa realtà" ha detto Rifkin. I fondi secondo lo studio dell'economista dovrebbero arrivare da un quinto del Pil di Roma per avere come ha sottolineato Rifkin "una società post-carbonio". Anche il sindaco ha sottolineato come "non ci sono, nell'attuazione del piano che è economico, edilizio e ambientale, aumenti di costo per il Comune. È una scelta obbligata perché se pensassimo di correggere i ritardi di Roma con le vecchie strategie non arriveremo mai. L'unica cosa che possiamo fare è un salto in avanti, un salto tecnologico attraverso scelte fortemente innovative".

Per Rifkin le linee guide del piano sono 4: "Il pacchetto '20-20-20' della Comunità europea; la creazione in ogni edificio di un centro di produzione energetica; l'immagazzinamento di questa stessa energia e una rivoluzione nella comunicazione al cittadino". L'idea di Rifkin è quella di creare un sistema di riconciliazione delle aree che partendo dal centro storico lo circondano: tre sfere (centro con abitazioni, seconda fascia anello commerciale e la terza agricola) che interagiscano fra loro.

I primi 10 interventi sono stati calendarizzati entro la fine del 2012: nuovo isole energetiche alla Sapienza, valorizzazione energetica dei residui arborei, intervento di generazione distribuita dell'energia nei piani di recupero urbanistici, cogenerazione negli impianti natatori, piano energetico dell'Eur, illuminazione pubblica ad emissioni zero, rete di gestione e controllo dell'energia attraverso contatori elettronici, sostituzione negli uffici comunali delle lampade a bassa efficienza con quella ad alta, comunicazione ai cittadini e predisposizione delle azioni nel settore edilizio. "Il nostro obbiettivo - ha detto De Lillo - è lo sviluppo sostenibile e l'incremento della green economy. Vogliamo coinvolgere le grandi aziende ma anche le famiglie".

Mentre Rifkin ha sottolineato: "È un piano economico di sviluppo per far si che Roma diventi la prima città al mondo senza carbonio. Roma sarà la prima città 'biosferica' al mondo e diventerà una città sostenibile e un modello". Infine per Alemanno questo piano "servirà anche alla candidatura Olimpica visto che l'Italia è stata bocciata per gli Europei di calcio proprio per lo scarso impegno ambientale". Ma soprattutto per il sindaco è fondamentale "coinvolgere i cittadini, che non sono carenti in senso civico, con progetti non calati dall'alto ma con un senso di partecipazione".

"Il compenso che ho ricevuto dal comune di roma per lo studio e la realizzazione del masterplan è pari ad uno stipendio medio di un dirigente medio di un'impresa media pari a 250.000 Euro più 30.000 Per rimborso spese e viaggi", ha spiegato l'economista. "Il lavoro è durato otto mesi - ha aggiunto - e ci hanno lavorato 25 persone, che sono solo, però, una punta di un iceberg di una realtà che ha coinvolto più settori ed un gruppo di studiosi più ampio", pari a circa 40 persone.

Reazioni. "In attesa che le biosfere creative ecosostenibili immaginate da Rifkin si trasformino in qualcosa di concreto, è preoccupante constatare come negli ultimi tempi non si sia registrato a Roma alcun incremento nei numeri delle fonti rinnovabili. Il sindaco Alemanno non può limitarsi a reiterare annunci che riguardano interventi già in corso, come quello per l'illuminazione ad alta efficienza; oppure a prospettare progetti indefiniti che rimandano a cose futuribili, come quello per l'Eur; o, infine, a riproporre comportamenti di buon senso per i quali non c'era bisogno di scomodare un esperto di fama mondiale". È quanto dichiara il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati. "Come testimonia il Rapporto 'Comuni rinnovabili 2010', i numeri della capitale sono fermi per quanto riguarda i pannelli solari sia fotovoltaici (7.918 kW) che termici (3.219,8 mq) - sottolinea Parlati - e sono anche piuttosto bassi tenendo conto del numero degli abitanti. In più non si registra alcun incremento nell'uso sui tetti degli edifici comunali (solo 256,62 kW di fotovoltaico)".