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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Pizzo, l’amara verità di Messineo: “Sono ancora in pochi a denunciare”

Secondo il procuratore le estorsioni sono ancora l’attività prevalente per Cosa Nostra e c’è poca collaborazione tra i commercianti. “Il percorso è ancora lento e faticoso”

Le estorsioni sono diventate “l'attività patrimoniale prevalente di Cosa Nostra a Palermo. C'è un'attività continua di cui riusciamo a scoprire solo la punta dell'iceberg”. Questa la denuncia del procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, nella conferenza stampa seguita ai 39 arresti eseguiti la notte scorsa dai carabinieri del reparto operativo di Palermo che hanno azzerato i vertici dei mandamenti mafiosi di Pagliarelli e Porta Nuova.

Addio pizzo? Macché.  “C’è ancora poca collaborazione delle vittime del pizzo con le forze dell'ordine – spiega il procuratore -, c'è un principio di apertura verso la collaborazione con le forze dell'ordine  ma mancano quasi del tutto le denunce spontanee. Il percorso è lento e faticoso, ma non ci deve scoraggiare”.

E il maggiore Antonio Coppola, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Palermo aggiunge che le estorsioni sono in aumento perché “servono soldi per le famiglie dei detenuti e per i mafiosi. Quindi, le estorsioni costituiscono ancora un affare. È l'unico modo per mantenere in piedi l'organizzazione, altrimenti crollerebbe l'intero sistema criminale”. Messineo ha poi spiegato come “le intercettazioni continuano a essere un'arma vincente, anzi essenziale, nella lotta a Cosa nostra. Davanti alla telecamera nascosta non c'è omertà che tenga”.
 

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