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Cattolica Library
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Teatro naturale: un incontro su Giampiero Neri in Università Cattolica
Massimiliano Mandorlo  |  27 febbraio 2024

Giampiero Neri: uno scrittore capace di incidere silenziosamente – fin dal primo folgorante L'aspetto occidentale del vestito (Guanda 1976) voluto da Raboni nei Quaderni della Fenice – nel panorama della poesia contemporanea italiana, con la sua originale cifra stilistica di “poesia in prosa”, da sempre affascinato dalle dinamiche della natura e dalle sue misteriose leggi. Teatro naturale (Mondadori 1998) è appunto il nome della quarta pubblicazione in volume di Neri in cui confluiscono, con l’aggiunta di una sezione di testi nuovi, le precedenti raccolte L'aspetto occidentale del vestito, Liceo (Guanda 1986) e Dallo stesso luogo (Coliseum 1992).
L’interesse per la natura[1] è di essenziale importanza per l’identità stessa della scrittura di Neri, che ha tra le sue letture più suggestive e originali i Ricordi entomologici del francese Jean-Henri Fabre o L’anima della formica bianca del naturalista Eugène Marais, entrambi profondi conoscitori di quello spettacolo vitale che è il mondo animale: «Perché ci affascina così tanto guardare gli animali? La nostra vita è sempre qualcosa di criptico, mentre gli animali sono quello che sono: non fanno teatro»[2]. Il mondo animale e naturale, come spiega bene Victoria Surliuga, è osservato da Neri come luogo privilegiato di indagine dei comportamenti e delle tensioni che agitano la storia del mondo attraversata dal male, dalla violenza e dall’aggressività umana:

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Ciò che animali e uomini fondamentalmente hanno in comune è di essere entrambi protagonisti di un "teatro naturale" in cui ad ogni istante si ripete una rappresentazione del quotidiano nella sua violenza e nel suo male. Ma è proprio a questa storia portatrice di violenza che Neri intende resistere, anche attraverso la funzione mnemonica dei personaggi e degli oggetti da lui evocati, diventati ormai simboli di una quotidianità ormai passata e perduta, recuperata in extremis solo nel segno poetico.[3]
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Ora Teatro naturale, a più di vent’anni dalla prima edizione, viene ripubblicato in una nuova edizione Ares: per questa occasione e ad un anno dalla scomparsa di Giampiero Neri, la Biblioteca della sede di Milano, in collaborazione con il Centro di ricerca Letteratura e Cultura dell'Italia unita “Francesco Mattesini”, organizza l’incontro Teatro naturale di Giampiero Neri (mercoledì 28 febbraio, ore 17, Aula Maria Immacolata) per ricordare la figura del poeta e riflettere su Teatro naturale e sull’eredità della poesia neriana. 
L’incontro vedrà la partecipazione di Alessandro Rivali, scrittore e direttore editoriale delle Edizioni Ares, legato a Neri da una lunga amicizia e profondo conoscitore della sua poesia, e di Davide Savio, docente dell’Università Cattolica e curatore dei volumi Una macchina per pensare. Giampiero Neri prima e dopo “Teatro naturale” (Interlinea 2018) e dell’antologia neriana Non ci saremmo più rivisti. Antologia personale con autografi e inediti (Interlinea 2018).



In occasione dell’evento, sarà allestita nella veranda dell'Aula Magna anche una piccola esposizione di volumi e documenti d’archivio del Fondo Neri, di cui una prima parte è stata donata nel 2014, grazie all’interessamento del professor Giuseppe Langella, all’Archivio della Letteratura Cattolica e degli Scrittori in Ricerca (ALCaSiR), ed è ora pervenuta alla Biblioteca della sede milanese dell’Ateneo insieme a un più recente versamento di materiali librari e archivistici.

 Foto di Giampiero Neri gentilmente concessa da Edizioni Ares
Foto gentilmente concessa da Edizioni Ares


I materiali d’archivio e i circa 400 volumi a stampa del fondo – attualmente in corso di catalogazione – permettono di entrare dal vivo nell’universo librario e letterario dello scrittore di Erba, di conoscere da vicino la sua opera i cui frammenti, essenziali e allusivi al tempo stesso, vanno a comporre un libro unico attraversato da continui echi e richiami. Una sorta di “storia naturale” i cui minimi e misteriosi dettagli riaffiorano nella memoria come tracce di un tempo forse non ancora perduto:


  Si dava da fare in mezzo al campo
lepre o uccello che fosse pedonando,
una macchia che attraversava energico.
Ma non andrebbe sempre così
vita che non chiedi il permesso per vivere.
Come punte di selce i frammenti
della memoria e del sogno
si posavano sul fondo del lago.[4]    


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Note

  1. Dopo varie esperienze scolastiche, tra le quali quella presso l'Istituto Magistrale "Carlo Annoni" di Erba, con lo storico professor Fumagalli immortalato da Neri in numerosi cammei, lo scrittore si iscrisse poi alla Facoltà di Scienze naturali a Milano, percorso non terminato a causa delle esigenze economiche della famiglia. Sull’interesse di Neri per il mondo animale, si veda anche E. Motta, Degli animali. Viaggio nel bestiario di Giampiero Neri (CartaCanta, 2018), illustrato con tavole realizzate a china da Luciano Ragozzino.
  2. Da “Sono un conservatore e mi affascina lo spettacolo della vita”. Dialogo con Giampiero Neri, in Pangea.news, 14 Novembre 2022. 
  3. V. Surliuga, Il naturale e l’umano. La poesia di Giampiero Neri, “Forum Italicum”, 41 (1), 2007, p. 73.
  4. G. Neri, Teatro naturale, Mondadori, 1998, p. 34.
 
 
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