CIVITAVECCHIA - Il fallimento del Terminal del Gusto ha portato un danno economico di oltre 300mila euro alla città. Questo era quanto dichiarava Aldo Mattia, presidente de ‘‘Il buono srl’’, circa otto mesi fa: «Non abbiamo debiti con società civitavecchiesi ma probabilmente con imprese che a loro volta hanno appaltato i lavori ma questo non significa che vogliamo dire che a noi non interessa, siamo a disposizione nel giro di 2 – 3 mesi di coniugare un rapporto tra le parti e facilitare la chiusura di questo aspetto sia se dovessimo ripartire sia se dovessimo andare via». I mesi si sono accumulati e non ci sono stati passi avanti ma una dichiarazione di autofallimento.



Si parla di un investimento di circa 8 milioni. Cifre contenute nella documentazione allegata alla richiesta di autofallimento che la società ‘‘Il buono srl’’, promotrice dell’iniziativa, ha presentato al Tribunale di Roma, una richiesta accolta con sentenza emessa lo scorso 22 settembre. Ma il fallimento è andato ad incidere pesantemente sull’economia locale. Infatti, sono circa dieci le società civitavecchiesi che risultano creditrici de ‘‘Il Buono srl’’, società con amministratore unico Mattia, presidente di Coldiretti Lazio, oppure della Teknicos srl, l’impresa edile incaricata di effettuare l’operazione di restyling dei vecchi magazzini del pesce, che avrebbero ospitato il Terminal del Gusto. Come ad esempio la Medov, che deve avere circa 60 mila euro, la Se Port, creditrice per oltre 10 mila euro e la Pas Port Authority, 8 mila euro.  C’è poi la Teknicos che risulterebbe avere un credito di 300mila euro. Di quelli, almeno 200 mila dovevano essere già in possesso di alcune imprese civitavecchiesi, in particolare di aziende edili ai quali la Teknicos aveva subappaltato alcune opere previste dall’operazione di restlyling e fornitori di materiali edili, idraulici ed elettrici.