Un'alleanza tra mafia e camorra per il controllo del settore ortofrutticolo. All'alba, la Dia di Roma e la squadra mobile di Caserta hanno arrestato 68 persone appartenenti ai vertici del clan dei Casalesi, gruppo Schiavone, dei Mallardo di Giugliano, dei Licciardi di Secondigliano e della cosca mafiosa dei Santapaola-Ercolano di Catania. In manette anche Paolo Schiavone, 27 anni, nipote di Francesco "Sandokan", fermato dagli agenti mentre era di ritorno dalla luna di miele.
Secondo l'inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli, l'asse tra Casalesi e la famiglia mafiosa, un tempo capeggiata da Nitto Santapaola, imponeva ai commercianti e agli autotrasportatori di prodotti ortofrutticoli proprie ditte di trasporti tra il Lazio, la Campania e la Sicilia. Una delle aziende monopoliste era catanese, gestita dagli Ercolano. La presenza dei clan era riuscita a diventare particolarmente forte anche in uno dei mercati ortofrutticoli più importanti di Europa, quello di Fondi, comune del basso Lazio finito nell'occhio del ciclone qualche mese fa per le presunte infiltrazioni mafiose nella giunta locale. Tutta la frutta e gli ortaggi che da Fondi partivano per la Sicilia viaggiavano su camion della ditta degli Ercolano.
Il centro strategico dell'organizzazione era però in Campania. I capi dei clan camorristici e della famiglia mafiosa dei Santapaolo-Ercolano, infatti, si riunivano nella sede di un'azienda di trasporti del Casertano per decidere le strategie e le alleanze. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati anche veri e propri arsenali di armi provenienti dalla Bosnia. Al momento, sono in corso perquisizioni e sequestri in società e aziende del Centrosud, considerate vicine al cartello criminale.
Ai vertici del sodalizio c'era probabilmente Paolo Schiavone. Gli agenti lo hanno arrestato nel porto di Napoli, a bordo di una nave della Msc, di ritorno da una crociera nel Mediterraneo insieme a sua moglie. Gli inquirenti ritengono che il figlio di Franscesco Schiavone, detto "Sandokan", negli ultimi anni abbia assunto un ruolo di rilievo all'interno dell'organizzazione criminale. "E' stato accertato un collegamento operativo tra i Casalesi e Cosa Nostra nel settore del trasporto della frutta", è il commento al blitz del ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
Secondo le stime fornite dalla Coldiretti, le infiltrazioni della malavita all'interno del settore del trasporto ortofrutticolo hanno causato un aumento dei prezzi di frutta e verdura pari al 200 per cento. L'ecomafia, sostiene uno studio del sindacato degli agricoltori, con il racket, il pizzo e gli altri fenomeni malavitosi sviluppano a danno delle campagne italiane un giro di affari di 7,5 miliardi di euro. "La criminalità organizzata - spiega la Coldiretti - opera nel settore agricolo attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, caporalato, macellazioni abusive ed estorsioni. Sempre più spesso, inoltre, il pizzo viene chiesto sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiani alle aziende agricole". "Per mafia e camorra - afferma anche la Confederazione italiana degli agricoltori - l'agricoltura è da sempre un importantissima fonte di business".
Secondo l'inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli, l'asse tra Casalesi e la famiglia mafiosa, un tempo capeggiata da Nitto Santapaola, imponeva ai commercianti e agli autotrasportatori di prodotti ortofrutticoli proprie ditte di trasporti tra il Lazio, la Campania e la Sicilia. Una delle aziende monopoliste era catanese, gestita dagli Ercolano. La presenza dei clan era riuscita a diventare particolarmente forte anche in uno dei mercati ortofrutticoli più importanti di Europa, quello di Fondi, comune del basso Lazio finito nell'occhio del ciclone qualche mese fa per le presunte infiltrazioni mafiose nella giunta locale. Tutta la frutta e gli ortaggi che da Fondi partivano per la Sicilia viaggiavano su camion della ditta degli Ercolano.
Il centro strategico dell'organizzazione era però in Campania. I capi dei clan camorristici e della famiglia mafiosa dei Santapaolo-Ercolano, infatti, si riunivano nella sede di un'azienda di trasporti del Casertano per decidere le strategie e le alleanze. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati anche veri e propri arsenali di armi provenienti dalla Bosnia. Al momento, sono in corso perquisizioni e sequestri in società e aziende del Centrosud, considerate vicine al cartello criminale.
Ai vertici del sodalizio c'era probabilmente Paolo Schiavone. Gli agenti lo hanno arrestato nel porto di Napoli, a bordo di una nave della Msc, di ritorno da una crociera nel Mediterraneo insieme a sua moglie. Gli inquirenti ritengono che il figlio di Franscesco Schiavone, detto "Sandokan", negli ultimi anni abbia assunto un ruolo di rilievo all'interno dell'organizzazione criminale. "E' stato accertato un collegamento operativo tra i Casalesi e Cosa Nostra nel settore del trasporto della frutta", è il commento al blitz del ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
Secondo le stime fornite dalla Coldiretti, le infiltrazioni della malavita all'interno del settore del trasporto ortofrutticolo hanno causato un aumento dei prezzi di frutta e verdura pari al 200 per cento. L'ecomafia, sostiene uno studio del sindacato degli agricoltori, con il racket, il pizzo e gli altri fenomeni malavitosi sviluppano a danno delle campagne italiane un giro di affari di 7,5 miliardi di euro. "La criminalità organizzata - spiega la Coldiretti - opera nel settore agricolo attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, caporalato, macellazioni abusive ed estorsioni. Sempre più spesso, inoltre, il pizzo viene chiesto sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiani alle aziende agricole". "Per mafia e camorra - afferma anche la Confederazione italiana degli agricoltori - l'agricoltura è da sempre un importantissima fonte di business".