L' IRA DEGLI ORTODOSSI CONTRO LA CHIESA DI ROMA

GRAZ - Parla con voce piana il patriarca di tutte le Russie, Aleksi II, mentre i riflettori inquadrano il copricapo immacolato sormontato da una croce d' oro e le due 'ali' di stoffa che gli incorniciano le guance. Il suo j' accuse contro la Chiesa di Roma getta un' ombra sul piccolo concilio europeo, che si è aperto a Graz. Il patriarca condanna il proselitismo (delle Chiese occidentali ai danni di quelle orientali) e denuncia con durezza "l' aggressione spirituale e la concorrenza nell' attività di missione". La ferita del vertice fallito con Giovanni Paolo II resta aperta. Settecento delegati cattolici, anglicani, protestanti e ortodossi, 10 mila credenti in Gesù Cristo provenienti da ogni parte del continente sono giunti in questa antica città di frontiera austriaca inseguendo un sogno: unire i cristiani d' Europa dall' Atlantico agli Urali, trovare lo slancio per superare scismi e scomuniche, rancori e recriminazioni. Ma sull' assemblea ecumenica di Graz l' ira degli Ortodossi stende la sua ombra. Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, non è venuto. Il patriarca Aleksi II di tutte le Russie, ripresosi da un piccolo collasso cardiaco, si è fermato solo le poche ore necessarie per denunciare l' invasione dei missionari stranieri (cattolici e protestanti). "Molti paesi dell' Europa orientale - ha esclamato - sperimentano un aggravarsi dei rapporti ecumenici. La causa sta in un' ondata di missionari provenienti dall' estero e impegnati in una massiccia attività di proselitismo. I loro sforzi prendono di mira persone battezzate nell' Ortodossia o che vi hanno le proprie radici.
L' invasione, che dura da sei anni, ha prodotto grandissime tensioni all' interno della Chiesa". Fuori dall' assemblea sentiamo dalla viva voce del 'ministro degli Esteri' del patriarcato russo, metropolita Kirill, perché il vertice di Vienna tra Alessio e papa Wojtyla è andato in fumo: "L' azione di proselitismo sta provocando l' uscita di fedeli dall' Ortodossia e il loro passaggio al cattolicesimo.
Questo non è ammissibile. L' incontro di Vienna doveva decidere definitivamente che il proselitismo non può continuare. L' accordo non c' è stato, perciò Il summit è stato rinviato". Ma il piccolo concilio di Graz, che non ha poteri normativi e si fonda solo sull' impegno dei partecipanti, è deciso ad andare avanti nonostante le tensioni. Non a caso il tema dell' assemblea è la "riconciliazione" fra le chiese cristiane e l' obiettivo è di misurarsi con i problemi politici, economici e sociali che travagliano l' Europa al di qua e al di là dell' ex cortina di ferro. Sette anni fa, quando per la prima volta le chiese d' Europa convocarono un' assemblea ecumenica a Basilea, mancavano pochi mesi al crollo del Muro di Berlino. Sembrò l' avvento di un' era felice. E invece sorsero nuovi problemi, che i cristiani riuniti a Graz tenteranno di affrontare collaborando. Il reverendo John Arnold, presidente della Conferenza delle Chiese europee (l' organismo che riunisce protestanti, anglicani e ortodossi) parla di sette dèmoni in agguato: nichilismo e disperazione, avidità, invidia, malizia, egoismo individualistico e nazionalismo diabolico. Anche tra le Chiese "sono riemerse animosità, mentre la guerra calda è riapparsa in Europa per la prima volta dagli Anni Quaranta". Il cardinale Martini ammette che dopo la fine dei vecchi blocchi, l' Europa si sta spaccando di nuovo: da una parte le democrazie abbastanza stabili economicamente, dall' altra (a Est) sistemi finanziariamente instabili, esposti a conflitti sanguinosi o persino ad avventure militari o a ritorni autoritari. Dalla cortina di ferro siamo passati alla 'cortina d' argento' , ha commentato amaramente il patriarca Aleksi. Il cardinale Vlk, presidente del consiglio espiscopale cattolico europeo, esorta a non perdere la speranza: l' importante è stare sulla "nave della riconciliazione", Dio la guiderà nel porto.

Marco Politi