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IL CASO

Polanski, no all'archiviazione
respinta richiesta della vittima

Il regista è accusato di aver stuprato nel 1977 una ragazza di 13 anni. Una corte californiana ha stabilito che la procedura giudiziaria vada avanti. Samantha Geimer aveva chiesto la sospensione per non "rivivere ogni giorno" quell'incubo

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WASHINGTON - Andrà avanti la procedura giudiziaria nei confronti di Roman Polanski, accusato di aver violentato nel 1977 una ragazza di 13 anni. Una corte d'appello della California ha respinto la richiesta di sospensione presentata dalla vittima, Samantha Geimer, che non voleva più essere costretta a "rivivere ogni giorno" la sua odissea personale. Ma secondo i magistrati, i crimini di cui è accusato il regista sono troppo gravi per tenere in conto i motivi personali della parte lesa.

La stessa corte ha respinto anche un ricorso dell'imputato che chiedeva di essere processato in contumacia. La sentenza apre la strada all'estradizione negli Stati Uniti del cineasta, al momento agli arresti domiciliari in Svizzera su richiesta della magistratura americana.

Polanski fuggì durante il processo che nel 1978 si concluse con la sua condanna e da allora non ha più rimesso piede negli Stati Uniti. Il 26 settembre scorso  era stato arrestato al suo arrivo a Zurigo per ricevere un premio.

Le autorità svizzere hanno fatto sapere che non si pronunceranno sull'eventuale estradizione prima di aver ricevuto un'informazione ufficiale sulla decisione della Corte di appello di California. "Prima di pronunciarci aspettiamo di essere informati ufficialmente e di esaminare la decisione", ha detto il portavoce dell'Ufficio federale di giustizia a Berna, Folco Galli, senza fornire  indicazioni sui tempi della decisione svizzera.