Italia nell'Arte Medievale

Percorsi guidati nell'arte del Medioevo italiano suddivisi per aree geografiche


San Pietro a Tuscania
La chiesa di San Pietro sorge sul luogo in cui sorgeva la città estrusca e romana che poi divenne la roccaforte dei vescovi tuscanesi. Lo spostamento della sede vescovile a Viterbo (1192) causò l'inizio della decadenza della città e di conseguenza della chiesa che era stata la cattedrale. La costruzione dell'edificio iniziò alla metà dell'XI secolo a partire dalla cripta e dal presbiterio (posti ad Ovest) per proseguire verso la facciata che assunse l'aspetto attuale all'inizio del XIII.
Il prospetto absidale è dominato dall'alto cilindro absidale che sorge direttamente sulle strutture che racchiudono la cripta della chiesa. Su quell'area sorgeva anche il palazzo vescovile, protetto da una cerchia di mura della quale si coservano alcune torri.
La pesante struttura in tufo è alleggerita alla sommità del cilindro da fasce sovrapposte ad alveoli, zig-zag di mattoni ed archetti pensili. Il cilindro è poi scandito da numerose sottili lesene.
A livello del presbiterio una netta cesura evidenzia il fatto, poco comune, che quest'ultimo ha un'ampiezza inferiore a quella della navata. Questa anomalia, unita al fatto che le colonne divergono procedendo verso Ovest, evidenzia una seconda fase costruttiva portata a termine forse da maestranze meno esperte.
I fianchi sono scanditi da lesene nascenti da un alto zoccolo e da due fasce di archetti pensili.
Il lato meridionale ha una struttura analoga ma con lesene più brevi e rade.
La parete del cleristorio è scandita da archi su lesene al di sopra dei quali si trovano decorazioni a zig-zag in cotto.
Su entrambi i lati la parte iniziale della navata è caratterizzata da archi ciechi su semicolonne, più alte sul lato Nord, dai capitelli classici che testimoniano di una attività di ricostruzione delle prime campate, forse a seguito di un terremoto, avvenuta forse alla fine del XII secolo.
La facciata è divisa in tre sezioni di cui le laterali, caratterizzate dalla prosecuzione delle arcate cieche viste sui fianchi, sono databili alla fine del XII secolo mentre la centrale viene fatta risalire per motivi stilistici alla prima decade del XIII.
I portali laterali, completamente costruiti in tufo, sono inseriti tra le semicolonne che sorreggono l'arcatura cieca. Il portale destro è a doppio rincasso cal cui interno sono inserite colonne tortili che nell'archivolto proseguono in un elemento toroidale che prende la forma di un'unica foglia a nervature parallele arrotolata su se stessa.
I capitelli sono di tipo classico e sono decorati con un profondo traforo del trapano. La ghiera esterna è decorata a foglie uncinate fortemente aggettanti.
Nella lunetta trova posto un rozzo rilievo raffigurante leoni, uccelli e serpenti.
I capitelli degli archi ciechi mostrano interessanti variazioni dei motivi fogliati di ispirazione classica.
Il portae sinistro ha una struttura analoga ma all'interno della lunetta un rilievo piatto raffigura un'aquila araldica.
Tra gli archi ciechi sono inserite due protomi leonine romane di reimpiego.

Archetti pensili su peducci allungati delimitano la cornice orizzontale e la fascia sottogronda delle ali della facciata.

La sezione centrale è caratterizzata da una ricca decorazione marmorea che, specialmente nella parte superiore, riveste grande interesse iconografico. Al di sopra di una bassa loggia su colonne si apre un ricco rosone affiancato da due snelle bifore.

La struttura e lo stile della decorazione scultorea rimandano alla plastica architettonica umbra della seconda metà del XII secolo.

Il rosone associa la decorazione scultorea con quella cosmatesca ed è pertanto elemento d'incontro tra la tradizione dei lapicidi umbri e quella dei marmorari romani. Negli spigoli del quadrato che circonda il rosone si trovano i simboli degli Evangelisti.
Ai lati del rosone i sorprendenti rilievi raffiguranti a tutto tondo dei draghi alati che inseguono cani si proiettano verticalmente dal piano della facciata.
Attorno alla bifora sinistra due raffigurazioni di volti a tre facce simboleggiano il Male. Dalle bocche si dipartono dei racemi che avvolgono esseri mostruosi.
Come contraltare al vertice della bifora sinistra si trova l'Agnus Dei ai cui lati si dispongono dei clipei con figure di arcangeli, e profeti. Sotto la bifora è inserito un rilievo raffigurante un atlante
Una cornice (sorretta da mensole scolpite con protomi umane ed animali) separa la parte superiore da quella intermedia dove si distende una loggia su basse colonnine dai capitelli di tipo ionoco.
Ai lati della loggia due figure di grifoni sporgono verso l'esterno. Insieme alle soprastanti protomi bovine costituiscono un altro elemento di potente dinamismo plastico della facciata.
Sotto la loggia si apre il portale principale, molto ricco dal punto di vista architettonico ma la cui decorazione scultorea è di qualità notevolmente più bassa di quella soprastante.

La ghiera esterna è l'unica che abbia una decorazione figurata dove rozze figurazioni di animali sono seguite da raffigurazioni di attività umane (un ciclo dei Mesi non sempre interpretabile). La lunetta, l'architrave e gli stipiti sono coperti da intarsi cosmateschi.

Sulla sinistra della chiesa si elevano ancora i resti di due delle torri della cerchia muraria che contornava la sommità dell'altura. Sulla facciata dell'edificio a destra si aprono alcune belle bifore dagli archivolti ogivali decorati con sculture.
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